SAGGI SU L'EPATITIDE E LE AFFEZIONI SPASMODICHE SAGGI SU l’ EPA TITtDE £ LE AFFEZIONI SPASMODICHE NELL* INDIA APPOGGIATI ALLE OSSERVAZIONI RATTE NELLE TRUPPE DI S. M. BRITTANICA IN DIFFERENTI PARTI DI QUEL PAESE / ©el Sic. Tommaso GIRDLESTONE M, D. TRADOTTI DALL5 INGLESE LONDRA Si vendono in Pavia dal Bolzani, 17 9 5* PREFAZIONE Jf Poderi britannici nelle ìndie fono al presente divenuti così e file fi che per la loro diffesa fi efige orinai un numeroso corpo dei no fri paesani ; molti dei quali dair influenza di un clima nuovo e offen- fivo , non meno che da altri sfavorevoli cangiamenti, caddono vittima delle con* seguente de ir emigrazione . A prevenire quefio deplorabile de fino in alcuni casi poffono riuscire inutili tutti gli sforai deir arte medica : ma egli è certo che in altri , e quejìi fono in maggior numero , V influenza delle menzionate cagioni di- viene principalmente pericolosa dalP im- perfetta conoscenza finora avuta intorno 6 alla natura delle malattìe che regnane nell India. Fra quelle , alle quali gP Europei sono specialmente espo/ìi, la pià comune , e fors> anche la più fatale , è r epatitide , ojjia P tnfia matafione del fe- gato 5 quindi un acculata ricerca della medefima dev effe re un oggetto della pri- ma importanza ad ogni pratico di quel paese. Hannoft in Inghilterra tre sole opere pubblicate fu quefìa malattia , e fono mancanti • imperocché effe furon pubbli- cate dai loro Autori in conseguenza di alcuni cafl che incontrarono in Mare 3 non conflderabili 0 nel numero o varietà quando fi paragonino con quelli che ac- cadono nei campi • V Autore del presente trattato sbarcò nelP India alla cura di mille faldati di S. M, edi altri regimanti ancora. hi 7 tal modo egli ebbi P opportunità di ve- de re P e patiti de in tutte le sue varietà di forma, e di indagare minutamente ne* fuoi fenomeni • Quefla gli diede campo Un clima caldo OfFise del cranio pei colpi del Tele Abuso di liquori fpiricofi Padroni di (pirite Esercizi Violenti Acqua cattiva D-(Fette di vegetabili Grandi replezioni dopo longa inedia Abuso di mercurio , a? Calore ìl calore efìfendo uno degli (limo-» lanti più universali , ha prodotto fre- quentemente i migliori effetti accrescendo tutte le fecrezioni 5 ma quantunque ii calar moderato , e le discrete bevande follerò frequentemente falutevoli , il ca- ler diremo , e T abuso de’ liquori , lasciavano Tempre il {ulema più illangui- dito, e per conseguenza le fecrezioni meno copiose. £ Ikcome la circolazione pel fegato è naturalmente languida quell’ organo è fra tutti i visceri dell9 addome il primo a fentire quelli effetti a Colpi di Sole » I raggi del fole fui cranio divengo- no anche uno {limolo maggiore al vello 9 così che frequentemente proda- €3Bo morti subitanee. Ogni volta che al- cuni fi fottraevano con moderati colpi di fole, sovente avevano dapprincipio un5 accresciuta fecrszlone di bile ? la quale veniva fufieguita da un difFstto propor- zionato . Lo fteflb accade frequentemen- te nelle lesioni dei cranio. Da prima vi ha una profufione di bile , e poi pochi HI ma 5 e talvolta e'Ta è fufleguita da asceffi ; dal quali v’ hanno esempj ia Pegreas , Ballonio Slegio , Povteau Velschio , Pareo , Greaume 9 Pi- noso hio Maemanno’ , De Marchet- tes , Chaeriere n I, M. Rereaho 5 Bianchi e in altri Autori. ■27 Pajfioni di Spìrito • La melanconia che ha luogo nelT epatlcide , la diminuzione della bile nel* la melanconia, i’ accresciuta fecrezione della bile per la fame , i colpi di fole e le offese del cranio , colle loro con- seguenze , tutto ferve a provare una rimarchevole fimpatia fra il fegato e il cervello. Io fono quindi inclinato a credere che dopo i colpi di sole , e f abuso de’ liquori spirito!], tutte le pas- sioni deprimenti , debbonfì riguardare come le più certe cagioni rimote di que- lla malattia (i)* (i) La melanconia che sovente accompagna il popolo inglese dopo una vita molto attiva nell3 Alia , fi attribuisce generalmente a cagioni morali i Ma forse le cagioni fisiche possono avere una 5ìS Acqua eàttifa Cleghorn offerva ehe ne! levante della Mi nerica , ove le acque fono cat- tive , sono comuni le oflruzioni di milza parte molto più grande della loro produzione, di quello che fia flato comunemente immaginato . Una certa tristezza sembra edere inseparabile da un fegato malato 0 Pochi di quelli che fono flati a lungo in quel paese esporti ai raggi de 1 sole in lunghe marce andarono esenti dal primo fladio di quefla malattia . Ma posto che Ciò non avvenga fi è altrove ©Servato , che i temperamenti melan- conici di capelli oscuri refistono meglio alle fati- che; come pufe erti molto facilmente militane il loro paese nativo; e di rado ritornano in Eu- ropa finché efiì fiano capaci di vìvere iufluriosa- tnente ; dove per edere accoflumatì a tutti i vio- lenti fl’raoli in natura essi partano ad ano flato dì vita molle e agiata in un paese dove richiedefi il doppio del loro primo esercizio per refiflera: «Ile inclemenze del clima che a loro sono cetani# nocive. e di fegato tanto negli uomini 9 che nei bruci , Le cattive acque delia Carnatiea pos- sono edere un argomento fulfuence per annoverarle come una cagione, midi ne quando confiJeriarno la g -acide quantità che gli uomini erano coftrecti a bevere per il caler efiremo dei clima „ 29 Cangiamento di dieta, Ogni cangiamento di dieta , dopo che fi è da lungo tempo avvezzo ad una particolare ? fembra agire come uno (limolante fui condotti biliari» Gli uffiziaii e i faldati che furori fatti prigionieri in catene eoa Tippo« Salò nelle ladie Orientali, erano alimen-? tati foitanto di riso , acqua, e capflcum per molti mefi che furori colà. Quando efii furon rilasciati, gli ali» menti animali di ogni (pece che tenta- rono di mangiare , li purgava così vio- lentemente, che eflì furon corretti ad usarne in piccohflìma quantità per un £empo confìderabile . §0 La flotta britannica non comparendo coi vascelli, 1’ armata fu ridotta alla neceflìtà di vivere qaaO intieramente di alimenti animali . I nazionali , la cui dieta ordinaria , confifleva pnncipalmen- te in riso, furono tutti purgati con que® flo cangiamento • Lo delio accade tanto agli ufflziali che ai follati , che videro alcuni meli in mare colla della dieta; quando ap- prodano i vegetabili producono fempre tali copiose fecrczioni di bile che fono coflretti a moderarne il loro uso. 1 cavoli fecchi il lasciarono ad uso del decimo regimento . EHI non bada- rono che pel primo mese di viaggio, ma rodo che incominciarono a mangiarli ebbero tutti una diarrea * Dai pesci fi fono pure veduti i medefimi effetti • Grandi re pienoni dopo lunghi digiuni « Siccome le truppe furon espode a lunghi digiuni, edi erano rapito soggetti a pienezze di domaco , Per comprovare che queda è una cagione molto debili- tante, baderà menzionare il Tegnente fatto ben conosciuto , Nella caredia di Madras nell’Ottobre del 1782 , diverii bambini furon pred dagl’ ingled ad us® 4elie loro mense 5 per V edrema vora=* cita , i loro visceri torto fi resero mor~ bofi, loro fi gonfiò il ventre, e indù» lamenti Carroll fi maniftrtarono in tutti quelli che non (imitarono la loro dieta per un tempo confiderabile » lo regimo avrò occalìone di far menzione degli effetti del mercurio nei trattamento di quella malattia . Ora io voglio azzardare con- ghietture relative alia causa profilala di quella malattia, (ebbene non voglia pas- sare per un teoretico in materia cotanto oscura » in conseguenza di un rilasciamento del fillema, Ipeciaimente degli ultimi rami della vena porta, la fecreziooe della bile non folo è diminuita , ma quella che è feparata è più acquosa dell’ ordinario, e meno dottata delle naturali qualità della bile 0 Per quella 3Ì ragione rendesi imperfetta la chibfica- ziune , e fi producono tutti i differenti fenomeni intellinah . Gli aucon riporta- no le lezioni de’cadaveri dei malati affetti da dissenteria, i cui fegati fonofi ritrovati morbosi; e quelle apparenze erano con- formi alla dottrina teilè menzionata * In molti cafi di dissenterie croniche io ho ritrovato i fegati in uno dei flati di for pra descritti . Quindi lo fpasmo del co- lon in quella malattia può folo efiere confiderato come l’elfetto dello flato della bile, e non la causa prolfima d| quella malattia . Avvegnaché i fall al- leviano frequentemente i termini e gli fpasmi , effi giammai fono lufficienti $ guarire la malattia, eccetto dove elfi inducano una nuova e continuata ener- gia ne’ condotti biliferi , così che i fe*f fi fanno copiofi e regolari cariefij di una bile gialla profondamente colo- rata. Per comprovare ulteriormente quel- ita opinione , pollo aggiungere che la più olimaia di quelle difìfenterie facil- mente cedeva allo lleiTo trattamento co- me T epatitide dopo che ogn’ altro me- todo non era riescito „ Dalla gradata diminuzione della bile nell’ epatitide come pure dalla gradata diminuzione dell’energia nel fillema , vi è ogni giorno a fospettare che le eftre- mità della vena porta fiano la sede di quella malattia . Dai pochi nervi che vanno al fega- to vi è poco fondamento di credere eh9 egli lìa col loro mezzo dottato di molt’ energia e in ragione della diHanza della vena porta dal cuore vi è anche minor ragione di fospettare molta influenza da lina vis a tergo • Perchè dunque una 5* debolezza. lungamente continuata del fi- iltma, debba Tempre produrre affezioni di fegato nell’ India , non Tenebrami es- sere una quillione cotanto difficile 9 co- me pure perchè la lleffa cagione non debba rendere quella una malattia frequente in altri climi . Riguardo ai fintomi diagnollici 9 il dolore della (palla e colla 9 allorché efille , è un fegno molto carattsnllico della malattia ; ma non può effere confiderete come un fintoma patogno- momeo non offendo effo per nillun con- to collante » L’elevazione delle fpalle a misura che s’avvanzava la malattia , era evi- dente; ma ciò verofimilmente può aver luogo in altre malattie . La durezza delle gingive era un fin- toma veramente collante ; ma effo è fi- milmen'e comune e moke persone, fan* lo io iflato di salute che di malattia $ e perciò per fc Hello non può coftitui- tc un fegno certo diagnoftico . Premendo colle dica gl’ ipocondrj davano talora un fenso di dolore o dì prurito ad una delle fpalle. Ma io fono foprattufcto d’ avviso, che la presenza di quefla malattia fi pofTa soltanto de- terminare coll’attendere a tutto 1’ anda- mento dei fenomeni 5 poiché ella fovente elìde lenza dolore di colla o delia (pal- la , e la durezza delie gengive c 1’ ele- vazione delle fpdle per se llelfi non fcmbrano fegni evidenti, e diagnoilici. Nel primo Hadio, fé s’ intraprenda debitamente la cura , lì può con certezza predire un elìco favorevole della malat- tia . Polliamo egualmente eltere certi nella progncli del fecondo iladio, quaa-* $o la lingua fi copre di pelle, le già- fono meno dure col trattamento che ora fiamo per raccomandare • Nel terzo fladio , la lingua rimane frequen- temente pulita e le gingive fono affette a La prognofi nell’ ultimo fiadìo non può effere favorevole, a meno che noi pos- siamo effere certi che la figurazione fia piccola e superficiale * L’ indicazione di cura in quefia ma- lattia è di riflabilire 1’ energia del fifte- ma , e della vena porta „ Quello fi può sonseguire frequentemente nel primo, t talora nel fecondo fiadio della malattia 9 coi cangiamento di clima, ed evitando le altre cagioni rimote • Ma tutti i me- todi comuni usati nei climi fettentrionali riescono inefficaci in quelli cali • Dalle piccole doli di Tali neutri , come fono il fai di glaubero dato ad intervalli in. 38 modo di mantenere ima coflante azione la malattia talvolta fu rintuzzata dal fe- condo fladio al primo • L’acido folforico fi esperimento fre- quentemente fenza alcuna spece di van- taggio 5 egli produceva uno flraordina- rio appetito , e comunemente eccellerà- Va l’andamento della malattia. La corteccia peruviana, e gli amari d’ ogni fpece , producevano piccoliffimi effetti. Siccome fi trovarono per lungo tem- po inefficaci quelli rimedj , i moderni pratici fono ricorfi al mercurio, intro- ducendolo nel fiflema tanto per la boc- ca , quanto per la pelle ; e con quello trattamento effi ebbero degli effetti mol- to più lalutevoli. Subito dopo il mio arrivo nelf In- dia , mi occorsero divari! cali trattati in quefio modo , con evidente vantaggio « Una gingSva dura fi è Tempre oilervaco cxfere un compagno collante in quella malattia. Io non aveva ancor veduto molti cafi prima che incominciafiì ad ollervare 5 che il malato rarevolte o mai era alleviato finché le ginglve fi Tollero rese dolenti e Tpongnose; e quando effe non erano cosi affette , quafi Tempre avea luogo una figurazione. Mi lufin- gava che quello fiato delle gingìve do- veffe fomminifirarmi un criterio certo onde giudicare quando erafi introdotta una fijfficiente quantità di mercurio ne! fifiema. *9 In quello fiato d 9 incertezza fui sor* preso dall’ olfervare , che una piccola quantità di mercurio preso per bocca 9 affettava moltifilmo le gingive, @ fovenre produrre alcun’ altra fenfibile al* terazione. Al contrariò, quando fé ne applicava una grande quantità alla i! tempo che ad affettare le gingive era molto più lungo e più grandi le alterazioni fui fiflema • 40 QuefT oiTervaz’ooe dapprima mi fece nascere la fuppofizions, che quando ii mercurio era introdotto nello flomaco effo poteva avere una tendenza a pas- sare per bocca fenza che il fidema fode molo affetto; mentre quando ve-» niva introdotto per la cute, una grande quantità fi dovea ritenere nel fiflema prima che le gingive veniffero affette 5 e perciò fé fi dovea attendere qualche Vantaggio del mercurio in queda ma- lattia , fi dovea naturalmente preferire qued’ ultimo metodo col quale fe ne in- troduceva una maggiore quantità. 1 due cafi feguenti, mi furono Q' Q** tunicati da quei Signori medcfimt , che to’ induflero i primi a credere la neces- sità di usare molto mercurio nella cura di quella malattia « CASO I* Il Maggióre D. C, al fervizio della compagnia .... di circa fellant’anni 9 dopo aver dimorato due anni nell4 India, incominciò a fcffrire una malattia di fe- gato , la quale fi alleviava col mercurio. Siccome il mercurio gli fi prescriveva folcalo per bocca , le gingive fi affetta- vano di foveme. Il folbevo eh’ egli fempre provava dal Tuo uso lo induflfe a continuarlo più abbondantemente che folle polfibde per circa un anno, qu ndo il dolor della coda e della fpalla celiò . Son© feorfi diciouo apni da quel temp© te nza eh9 egli fìa mai (lato un giorni malato . Le di lui gingive continuarono di poi a gemere , e a falivare più deli9 ordinario , quelli furono i foli inconve- nienti che gli rimasero da quello lungo tempo » CASO IL li Capitano L. al fervizio deila com* pagnia . . un giovine fertile di circa ventotto anni, diffami , che pei due pri- mi anni del fuo arrivo nell’lndia, fog» giacque ad una diffenteria , che gli ren- devano insoportabile la fua vita , fin— che fi mise forco alia cura di un chi- rurgo che prescriffegli il mercurio « Que- lla medicina lo follevò di tanto, ch’egli ne fece uso abbondante e tutto per bocca • Ha infinito a prendere que& fio medicamento in quanto che lo per- misero le gingive finché fu dilfipata ia malattia . Per dieci anni 9 che era tutto il tempo fcorso , egli ha goduto ottima faluce s ma i Tuoi denti e le fue gingive non poterono mai ricuperare P aspetto loro naturale 5 e falivava troppo pro- fusamente • Oltrecchè P ultimo caso comprovò uU terìormentc la necefiìtà di molto mer- curio , mi ha determinato ad esaminare in feguito i fegati di tutti gli ammalati diflenterici . Un’ opportunità di confer- mare i buoni tal effetti di un esame fi offre immediatamente nel Tegnente caso* CASO 111. Un officiale al fervizio di S. M» dopo una Campagna di Tedici meli * du- rante i quali aveva (offerto varie malat- tie 9 fu attaccato da fintomi diffentericì® Avendo fatto uso di Tali , di fomenta- zioni , di orifici, dell’ oppio ec. pei? otto giorni fenza alcun effetto, lì cre- dette il di lui caso* mortale. In quello tempo mi occorse vietarlo s e fieli'’ esame ho ritrovato il lobo delire del fuo fegato evidentemente affetto « L’ho pollo immediatamente fotte affuso delie frizioni mercuriali 5 le quali in un’ ora di tempo gli diedero più foiliev© che non aveva mai provato dalla fua prima invafione . Le fregaggioni li con- tinuarono felicemente 5 ma effendogii fiate dato pochi grani di calomelano 4l iopo la nona fregagione, affettò h di lui bocca così dii ncaneamenie , e eoa tal violenza, che non fi potè p ù a lun- go continuare • I fintomi differitene! feomparvero, ma la Tua bocca rimase per diverfi giorni molto incomodata 0 Egli fu mandato a foggiornare altrove pel riftabdimento della lua falute . Appena incominciò ad avere la boc- ca buona, ch’egli fu feveramente in- taccato dalla diffenteria, e gli doleva il lobo finiffro del fegato • Sull’ idei che quello dolore foffe sino fpasmo del colon , fi prescriffero di nuovo le fomentazioni, i differì , V oppio, e gli evacuanti . Ma il malata vedendo che nulla corrispondeva al prò- polito fi determinò di ricorrere alle fre- gaggioni avvegnacchè fodero contrarie ai configli di tutù i fuoi Medici affi- 4(5 Quello espediente gli portò di mio* vo pronto fullievo ; e fu rillabihto in fallite continuando nel di lui uso liberale per quanto Io permetteva lo (lato della fua bocca . Egli poscia godette pei fetta falute nell’ India, e ora trovali in Ir- landa , teflimonio .vivente del fuo caso, La necefìicà che provò il malato di dover ricorrere a quelle fregaggioni unitamente al grande benefizio che ne traile dalle medelìme , il mal fubitaneo delle ge-igie proceduto dal calomelano 5 tutte quelle circollanze mi fomminiflra- rono il primo fospetto delle cattive con- seguenze di ammmillrare il mercurio per bocca „ L’dito avuto da quello Signore la seconda volta che ricorse alle fregag- gioni 9 mi venne opportunamente a no- tizia per aderire alle medeiime nel fe« guente caso Q CASO IV. Un officiale di S. Maeflà dopo T affedio di Caddalore, fu affaiito da una malattia cronica di fegato, e con- tinuò a rimanere nella campagna finché fu attaccato da diffenteria , Quattordici dramme di onguento mercuriale che fi applicarono nella dose di due dramme al giorno, dillìparono la diffenceria fenza, affettare le gengie . Nello fpazio di cir- ca due meli, ritornò la diffenteria e di nuovo fu curata colle fregaggioai con- tinuate per un’ altra fettimana. Dopo sei o otto giorni egli fu improvvisamente intaccato da una spece di dolente fior- ticollo della parte finillra de! medefimop Per qae(F incomodo ricorse alle appli- cazioni topiche di opio e di linimento vo- latile ? a flamelle calduccio g e a fomenti % ma fenza verun effetto ; e circa due or© dopo, sentì un dolore non meno vio- lento nell’ipocondrio fimftro che eften- devaì sopra io (lomaco • Siccome il malato aveva usato molta quantità di mercurio , ricorse al falaffo; il che rese il polso più frequente, e il dolore più insopo tabde . Elfendo ritornati i (into- rni differirei ici, (ì è voluto espenmen- tare uia pjccol dose di Tali, ma fenza sollievo J Si provò di nuovo il mer- curio introducendolo colle fregaggio- m continuate per nove giorni; ma non ne npportò vantaggio alcuno e neppure allet- tò le gingie . Per foddisfare ali’ impa- zienza il preseli (Te il mercurio per boc- ca » Poche dofi di calomiano produffero ulcerazioni delle gengive, ma non spongiofìtà , o remiffione di (intorni «, Si (bspese il mercurio per ragione dà quelle ulcerazioni attorno alle gengive ; li dolore fi fece più violento, e la quantità di mercurio già usata effendo molto grande , il malato incominciò a perdere ogni fiduccia in quella medicina f Allora fi sperimentò un flnapismo alla parte dolente \ ma F irritazione che gli eccitò non permise di lopportarlo a lungo, e non recò follievo s come pure fi provò inutilmente F olio caldo can- forato . Effondo ora informato del fucceflb avuto nel terzo caso, io determinai lionnofiante lo fiato esaufio del malato, d’introdurre il m.rcurio foltanto colle fregaggioni , finché le gingive venilforo affette. Mezz’oncia del più forte onguen- £o mercuriale fi firoppicciò sul dcflb , fulFaddomine, e Tulle cosce. Prima che le fregaggioni Tollero del tutto compili- 50 Ce y 1’ ammalato fi follevò di tanto che poteva giacere in letto difleso in qua- lunque lunazione eccetto che nella par- te malata „ Si continuò a dare una dram- ma d’ onguento mattina e fera con evi- dente buon effetto; e dopo aver ripe- tute le fregaggioni per dodici volte 9 le gengive divennero fpongose unifor- memente . Da queflo tempo ceffo il do- lore , il polso fi fece più molle , e len- to , e il malato ricuperò speditamente il miglior flato di falute che dapprima aveva goduto nell’ India . Si fermò per più di un anno in diverse parti di que- llo paese senza mai provare alcuna re- cidiva . Le fue gengive non rimasero longamente fpongiose, nè continuò a falivare così profusamente come in que’ cafi ove il mercurio fu preso per boc- ca • Ora egli è in Europa 9 nè ha fof- feito alcun inconveniente dal cangia- mento di clima. Quello è il precedente caso, m» mise® ro neiPopimone che eravi un’alfduta ne- cefficà di non dare il mercurio per boc- ca , quando il malato trovava!! lotto alle fregaggioni , Per provare fé quell’ opinione era ben fondata , mi procurai una buona quantità di ottimo unguento mercuriale ? e ho intrapreso la cura di molti cali colle fregaggioni fenza alcun’ altro ri- medio • Ora io ho olTervato, che con quello metodo, le gengive ritardavano molto più ad affettarli 5 ma quando lo erano , la malattia fembrava edere intie- ramente curata. Qualche volta il malato fi follevava due o tre giorni prima che le gengive foflero affette. Ma , più frequentemente aon fi aspettava follievo fé non poche ore prima che le gengie d»vemdero fpon- gose ; dal qual tempo le fecrezioni , F appetito , il polso , gli (pinti e il tera- peramento fi fecero ben predo naturali» Ho pure ofiervato , che ove il mercu- rio fi dava internamente le gengie dopo che eraofi rese dolorose rimanevano du- re e in molti luoghi di un color na- turale . In altre parti eranvi incomode ulcerazioni accompagnate da abbondante faliyazione . Laddove dalle fregaggioni mercuriali foltanto, le ulcerazioni non foprav venivano così idancaneamente, ma erano sempre piecedute da un tumore così regolare e da un cangiamento di co- lore nelle gengie, da poterla agevolmente prevenire » lo lon rimado nell’ india nove mefi dopo aver aldottato quella pratica» Tutti i cali di inalatele epaciv ohe ( che furono innumerevoli ) che da quel tempo vennero fotte alla mia cura 9 furono con quefto metodo curate fenza supurazioni ; nè vi fu alcuna recidiva per quanto ho potuto fapere durante la mia dimora in quel paese . Aggiungerò il feguente caso a quelli di già descritti » caso y. Il luogo tenente C. al feryìzio del- la Compagnia, dell’età di circa venticin- que anni , fu frequentemente foggetto dopo il fuo arrivo nell’ India ( cioè cinque anni fa ) a ripetuti attacchi di epatitide .Le fregaggioni mercuriali, e le pillole lo follevarono collantemente fino a poche fettirnane prima che il ve- ci?® s egli allora continuava nel fuo or- 54 dinano trattamento , Ria con poco fot» bevo , e la Tua bocca era divenuta troppo dolente per poter infillere più oltre . Siccome non eravi vicino alcun medico, egli ricorse a doli ripetute di sali , li male della sua bocca fi la malattia continuava . Egli venne lot- to alla mia cura circa una fettimana dopo , e tofio fu mefib fotto alle fre- gaggioni, con una dramma di onguento mercuriale notte e giorno * Si usarono in quella maniera circa tre once di on- guento prima che le gengive follerò af- fette : elle allora incominciarono a gon- fiare ed a prendere un colore rollo carico • Da quel tempo egli fu libero intiera- mente dal dolore, e ricuperò un miglior flato di falute di quello che non avelie mai provato in quel paese • Dopo quelli cali accadde che il no- Uro regimento fu trasportato verso Ben- gala nel Vanfinart • Quella nave ers appena giunta dall’Olanda, e molti del- la Tua ciurma trovavano allora affetti da diffenterie croniche contratte in quel fog- giorno. Io fui chiamato dal chirurgo di quella nave a vili tare uno de’ peg- giori cali . Da quanto aveva appreso fulla ma- lattia del paese, ho deciso che il caso era uff epatitide. Il Chirurgo durava fatica a persuaderli di quello ficcome il foggetto non erafl mai lagnato di dolo- re di fpaila o di coda 9 nè ebbe vomi- ti, o llnghiozzo . Ma in due giorni la mia afferzione fu confermata da un gran- de tumore nella regione del lobo dedro del fegato • il tumore fu aperto , e immediata- mente fortirono dal fegato circa tre pinte inglefi di marcia • L 9 ammalato morì pochi giorni dopo 1’ operazione Tutti gli altri malati fi riftabiiirono cu- randoli come malattie di fegato . Dopo aver riferito tanti esempj dei’ buoni effetti del mercurio , fi crederà eh1 io voglia palesare qualche opinioni riguardo al fuo modo di agire; fu di che io farò affai conciso . Siccome non vi fono {limoli, ch’io conosca, che pollano fofterrere per si longo tempo un’azione accresciuta dei fifiema vascolare , lufingomi che quella debba effe re la ragione per cui il mer- curio ha 1’ avvantagio su tutte le altre medicine di quella claffe, e fi può dire che veramente egli poffegga un po- tere del tutto particolare. Ma il mercurio dato nello llomaco non può mai follenere quell’ azione con- 57 dnuata cotanto neceflaria per la cura di quella malattia, come forse di ogn’altra che fia (lata lenta ne’suoi progredì* Nonnodame tuttociò che io ho dee** to di quella fquifitifiima 9 avvegnacchè debilitante medicina , fono d’opinione eh’ ella non debba!! mai usare con trop- pa follecitudinc e che quando (ì ponga in uso fi debba infifiervi regolarmente * Il cofiume di prendere piccole doli di calomelano, come profilatico , io fon persuaso che sovente ila (lato il mezzo di eccitare quella malattia » Quindi io debbo prevenire ognuno di non ricor- rere al mercurio come preservativo nè d’ incominciare ad usarlo nel primo (la- dio della malattia 5 imperocché in que- llo periodo , può badare alla cura un cangiamento di fituazione e di dieta „ Ma nei fecondo dadi©, le fregaggioni sembrano efiere nca folo ii metodo di curare più fpedito , ma pur anche il più salutevole . Sarà bene enervare , che durante la cura mercuriale, fi debbano evitare gli acidi : generalmente gli alimenti animali formano la miglior fpece di dieta . Non fi deve firoppicciare meno di una dram- ma di buon onguento o in un lato , o nell’altro sopra eflesa fuperficie, ogni giorno , e fera • Le fregaggìonì mercuriali avendo alleviato o diffipaco intieramente il do- lore, elle non debbono efiere fospese fin- ché le gengive divengano affette5 altri- menti ii malato è espofio ad una reci- diva con una maggiore tendenza alla fupurazione • Quakhevolta verso alla fine della cura mercuriale cioè verso al tempo in cui le gengive incominciano ad fi, forte una spece di eruzione cnlìpe- latosa fu tutta la fuperfice del corpo; ma col sospendere il mercurio quella vien tofto dirtìpaca , 59 In altri cali fi efiervò che i fecefil prima erano copiofi dopo il trattamen- to , erano mescolati a gran quantità di materia glutinosa che talvolta rafiomi- gìiava alle idatidi . Siccome quello fin- toma di rado accadeva finché non ri- tornale la fallite, non era necefifario un diverso trattamento. Dopo T uso del mercurio rimangono per qualche tempo leggieri dolori dei muscoli del braccio, delle coscie, fpalle e cortole; ma niuno di elfi è accompa- gnato da qualche affannosa respirazione , come nell’epatitide, e non richiede par- ticolar attenzione. Siccome dopo la cura mercuriale rimane un grande accrescimen- to di perspirazione, fpecialmcnte nell* addome , perciò rendei! alìblutamente necefiario di tenere queda parte ben co- perta ; altrimenti i venti caldi, che sof- sano con tanta forza in quel paese , sono atti ad eccitare coliche crudeli . L’appetito rendefi eccedi vamente in* tenso dopo la cura mercuriale, e richie- defi la madama attenzione perchè lo do- maeo non venghi fovracaricato .Il pranzo deve cosfidere in un buon ton- do di carne fenza grascia con un mo- derato uso di vegetabili o di frutta .Si concederanno due o tre bicchieri di vino dopo il pranzo per qualche tempo :le bevande fpiritose fi debbono lasciare, come pure qualunque altro liquor riscal- dante , Siccome i pochi bicchieri di vino dopo pranzo sono prescritti in vida di 61 promovere la digeflione , perciò non debbonli prendere altre bevande per un’ ora dopo almeno affinché la forza del Vino non venghi indebolita . La cura mercuriale fovsnte produce una così grande fecrezione di bile rende quali per non dir del tutto im- praticabile T uso dei vegetabili e degli acidi . QuelT effetto dà talvolta origine a ciò che nell’ India ch'amali flulfo mer- curiale 5 e può edere rintuzzato allenen- doli da tutti gli acidi e dai vegetabili, e attenendoli alcuni giorni intieramente a una dieta animale coll’uso di fpirito ed acqua, ovvero del vino di Madeira. Un somigliante flulfo accade nel primo arri- vare ne’ climi caldi , il quale efige il rnedellmo metodo di cura , eiTendo fol- tanto una sovranaturale accresciuta fe- crezione di bile, cagionata dall’ abuso 6 2 degli acidi, delle frutta , ® dei vegeta- bili . Dopo che i’ epatitide è diffipata , il collante, ma moderato uso degli aci- di ne'climi caldi fomminiftra il miglior mezzo per prevenire una recidiva* MEMORIA SULLE AFFEZIONI SPASMODICHE NELL' INDIA, Il tetano fu la prima malattia che manifeftodi nelle truppe che giun- sero a Madras nell’Ottobre 1782. sotto al comando del Generale Maggiore Sig» Giovanni Burgoyne . Più di cinquanta di quelli foldati appena giunti furono vittima di elio nè i primi tre giorni dopo il loro sbarco in quel paese, e in meno di un mese da quel tempo più di mille avevano sofferto attacchi di quella lancia , Il tetano o fpasmo li diffingue dagli fcrittori media in varie fpece confort me alla parte particolare effecta dalla contrazione, oppure dalla durata deila malattia . Ma ficcome tutti quelli diffe- renti fenomeni ( almeno quando non nascano da ferite ) sembrano provenire dalle mede (ime cagioni, richiedere Io fletto metodo di cura , e somminiftrare nulla di particolare rispetto alla prò» gnoll della malattia , io descriverò smil- za specificare le loro diluizioni , i varj fenomeni 9 come generalmente il offerv- vano nelT India , Piimigrarrjente io debbo confeffare che quandunque mi Ha occorso di offer- vare moliti feriti nell’ India , io non ne ho veduto uno affetto da fpasmi fuor- ché neìF agonia di mone ; e perciò in niuna maniera poffo aderire che le Te- gnenti pffei vazioni fiano egualmente ap- plicabili a quelle affezioni tetaniche de- ferire dagli Autori provenienti da fe- ri te ; perchè tali cafi, dalle loro cagioni particolari eccitanti, debbono essere an-? che pm intrattabili e pericolo!] . 1 fintomi che comunemente fi mani* fefiarono da principio furono un fred- do della fuperfìce del corpo , mafilme delle mani ; debolezza di polso, e con- trazioni fpasmodiche delle eftremità in- feriori , le quali tosto fi estesero ai muscoli dell’addome, del diaframma, c delle costole. A misura che lo fpasmo s’ aumentava i muscoli acquistavano la rigidità delie cartilagini a fegno di ren- dere talvolta il corpo irrigidito; tal- volta piegava il tronco per tutta la fua lunghezza anteriormente , e talvolta av- vegnaché più di rado, posteriormente, Le parti nelle quali incomincia il tetano, generalmente rimangono rigide ; quelle che fono frequentemente assalite dal medefimo, hanno delle pause mo* mentanee di contrazioni ; e questi fono i foli intervalli di follicvo che gode il malato dopo i più tormento!! dolori. Le mani e i piedi divengono allora ovunque bagnati di (udori freddi; le unghie livide , il polso più debole e frequente, c la respirazione cosi piccola che appena fi fcorge mandando un alito freddo a notabile distanza. La. fete era insaziabile , la lingua bianchiccia , ma giammai fecca, i vomiti fi facevano quali incessanti ; gli fpasmi, i fudori freddi , e la fete accrescevano coi vo- miti ; il qual ultimo fintoma fe non ve- niva frenato, tosto dava fine aU’efisten- za del malato. In questa maniera il più delle volte fi fuccedevano i fenomeni; ma fovente effi erano così rapidi nel loro attacco 5 *h* efli fembravano assalire il malato Succ’ ad un tratto e congiuntemente. In alcuni pochi , le estremità rima- nevano calde ; in altri pure gli Ipasmi furono Ibitanto clonici o convulsivi , Al- cuni morirono nella primiera dell’in- gresso ; altri vivevano un giorno o due «on remillìoni 5 poi morivano o di spas- mo universale, o d’ appoplelìa. Nella fezione de’ cadaveri, non fembrava che il cervello, il fegato, la vescichetta fellea , la vescica, lo stomaco, il cuore fossero stati in qualche modo offesi . Tutti quelli che lì ristabilivano da questa malattia, lì osservava che ave- vano dappoi lecrezioni languidiffime per un tempo conlìderabile , e frequentemen- te carboncoli , i quali non cedevano nè alla china, ne all’oppio, nè al vino. In una generale adunanza della fa-» 68 colta Medica in Madras , fi giudico unanimamente che questa malattia procedeva delie quattro feguenti cagio* Hi, cioè Dai vapori dalla terra D I non usare il capsico Pai cattivo arrack Dal caffè fatto collo (tramenio • I fatti addotti per comprovare la prima fono, che gli uccelli medi di not- te nelle gabbie , in quella (lagione deir anno e fui medefimo fuolo in cui dormono gli uomini, fi trovano sempre morti la mattina fusseguente a meno che la gabbia non fia stata porta a una certa altezza distante dalla luperfice del- la terra . £ ficcome non fi era prevc-* duto di portare un numero fufficiente di tende per tutta la truppa, gran parte dì erta fu costretta dormire fui terreno» Siccome il militare non aveva ap- preso a mangiare il capfico colle loro vivande conforme alla pratica generale fi riguardò questa circostanza come una cagione predisponente della malattia « Una cattiva fpece di arrack , fatto con alcuni vegetabili de’ più veleno!! fovente fi vendeva privatamente fra i foldati 9 e quindi esso riguarda!! co- me una probabile cagione della ma- lattia • Per quanto riguarda al caffè fatto di firamonio, che effi vendono e be- vono ancora ? come il modo meno di- pendioso di übbriacarfi, fi deve osser- vare che fu di ciò non fonovi prove «he alcuno abbia bevuto fomigliante «affé • Affine di determinare la più gene- rale cagione eccitante di questa ma« lattià, gioverà riferire le feguenti os- servazioni • 70 L’ übriachezza era pu- nita in tutti i regimenti di fresco giunti 5 e il foldato per prevenire d’essere sco- perto dopo la rivista della fera , soleva bevete sette o otto grandi tazze, e an- dare a letto 5 immediatamente allo sve- gliarli, ordinariamente manifestava!! in efiì una fete così grande, che bevevano tre o quattro pince di acqua fredda , la quale di rado mancava di produrre la malattia. La prima circostanza che m 7 indusse a fospetcare questo, e che in feguito fu confermato ingenuamente da diverse persone che fi ristabilirono fi era dall’ aver io osservato che tutti i malati più aggravati venivano tra- sportati all’ Ospedale verso alle quattro sre del mattino . EHI erano attaccati da vomiti e da altri Untomi quafi Cubito dopo che efil aveano bevuto F acqua fredda , Un Mossulmano nelle parti meridio- nali della Tanjora , avendo usato il bagno freddo Cubito dopo il coito, fa assalito da fpasmo universale, e moti in meno di mezz’ora. Un Offiziaie, dopo essere flato u» anno nell’lndia venne Cotto alia mia cura per una grande ulcera venerea , la quale lasciò nuda una confiderabile por- zione di uretra. Dopo che l’ulcera fu perfettamente risanata ed ebbe finito la «ura mercuriale , fi espose mentre dor- miva all’ aria umida . Svegliandoli nel giorno Tegnente trovò la Tua mascella intirizzita , ma a misura che il giorno fi lece caldo 1* intirizzimento Cvanì. Rac~ 72 contandomi quello $ gli configliai di dor- mire più caldo in feguito falla preson- zione eh' esso era prodotto da un’ ac- cresciuta perspirazione ed irritabilità dall’ uso del mercurio Fgli non fog- giacque più alla Tua malattia fé non quali quindici giorni dappoi , per essere flato determinato dal calore e dall’ an- guilla della danzi , ad aprire di nuovo fui principiar della notte le porte e fi- li e (Ir e . I venti essendo forti verso mat- tina lo Vegliarono e fi trovò affetto dal più fpaventoso tetano in ogni parte del Tuo corpo, accompagnato di (udori freddi , cecità, e intirizzimento delle efi remltà ; i quali fintomi tutti non fi poterono diflipare nello fpazio di Tedici ore . Quello, e il caso di un Offiziale del- ia Compagnia ? il quale fubito dopo la fatica di una marcia in un giorno cal<» didimo gettatoli in una vasca d’ acqua fredda affine di bagnarli, ebbe un ceta- no, fono gli unici cali da me vedati di tetani fra gli officiali (i) ; quantunque circa trecento foldati fra dicci regimenti fossero flati affetti dal medelimo nei primo mese del loro arrivo a Madras (2) (1) Pretto g'i Uffiziali quetta malattia rovente è confuta coi colpi di fole , perchè una e 1’ altri fe non fono curate ammazzano prestiamo. Ne* primi o più deboli attacchi dell* infolazion* mani- fettanfi i fenomeni di un sinoco: nel fecondo quel- li dì frenitlde; e nell'ultimo ftadio la sonnolenza, i sudori freddi e talora la morte preceduta da piccoli moti convulfivi * (i) Gli Uffiziali però come pure le altre perso- ne del battimento furon in quetto paese immedia- tamente le vittime del tetano cagionato dal es- porli ai venti in camiscìa mentre «rano ancora 74 Da tutte quelle cìrcoftanze io son® del parere di quegli Autori, che han- no risguardato il freddo (i) come la cagione , eccitante più generale di que- fla malattia . La prognofi di quella malattia fi de~ duce con ficurezza dalle ellremità fred- de o calde dall’ eftensiome dello fpasmo o dal- umidi di perspìrazione. Quello verrà facilmente compreso da quelli che sono informati del metodo comune di raffreddare i liquori nell’ India , col tenere cioè le pareti delle bottiglie umide con panni umidi e esponendole all’evaporazione ca- gionata dai venti, (i) Con quell’ espreffione io intendo un fred- do relativo , non già affoluto. Non avrei mai cre- duto neceli’aria quella spiegazione ficcome qui da noi appena viene accordato presentemente il fred- do pofjtivo Jse non folli flato informato che un Med'co di riputazione configiia per la cura di quella malattia una casa di ghiaccia . & dalla frequenza del polso . Ora fé lo fpasmo odia il tetano non era così dieso , con calore delle eflremità , noni vi era imminente pericolo: al contrario0 fé Io fpasmo era più confìderevole coni freddo , v’ era molto a temere . Il bagno caldo , c l 1 inviluppare il malato in coltri coll’uso dell1 oppio * era quello che dapprima io faceva per la cura di quella malattia . Ma quello a cur la facoltà aderiva di più, era iv uso generoso del vino caldo di Madeira. Se una bottiglia ne era vomitata* fubito dopo elfi ne raccomandavano un9 altra e poi una terza . Quella pratica però, non è vantaggiosa; imperocché ne’ cad peggiori gl’ impeti di vomito erano i dntomi i più tormento!! ; poi- ché i fudori freddi eil tetano gli ac- crescano collantemente. E quantunque la lete fosse Tempre insaziabile , ptirg accordando non pm di rnezz’ oncia di qualche liquor caldo in una volta , e della fpece più cordiale con trenta o quaranta gocce di laudano, riusciva un metodo più utile che il lasciar bere il malato in gran copia. Quello cordiale c , il laudano usava io ripeterli subito dopo che recevano .Ma quando il ma- lato ne riteneva una dose , ripeteva il cordiale lenza 1* oppio ma nella medeli- ma piccola quantità, ead intervalli • Imperocché un Torso di qualche liquore era licuro di eccitare nuovamente i vo-* mici, e con elfi, i (udori freddi, la fete , e gli fpasmi . Ritrovandomi poscia in una fituazio» ne, ove non fi poteva ricorrere al ba- gno caldo, e foddisfatto allora dalle mie proprie ©nervazioni col teftimoni© di molti della facoltà di Madras, e dal- la collante pratica dei nazionali, che il caldo era il più vantaggioso metodo di abbattere la malattia fono ricorso alle ripetute ingezioni di brodo caldo eoa circa trenta gocce di laudano prescri- vendo nello flesso tempo 1' uso delie frizioni universali con flanelle secche calde, e bevande cordiali calde fintanto- ché gl’ impeti di vomito fossero cessati | 77 e con queili mezzi io credo che le cose riescano meglio ancora che coi bagno caldo « Imperocché quei cali che furono ri« sanati col bagno caldo recidivarono più fovente di quelli curati colle iugezioni » La pratica dei nazionali in quell» malattia li è di usare le fregaggioni 9 e arena calda e secca o calore di qua- lunque forte dando Umilmente un sorse di drarns (l) o acqua calda di pesce a quelli le cui finanze loro non permet- tono di usare liquori spirito!! . Si dice che un Medico Olandese in quello paese da flato Tempre felice nel- le cure di quella malattia trattandola nella Tegnente maniera ; di snudare il malato , conicarlo fopra un letto di can- na , Torto al quale fi pongano delle (luf- fe di fuoco : fi copre il tronco e le membra con una coltre per difenderlo dall’ aria e fi dispone in maniera, che il calore delle flufe debba ellenderfi turi9attorno al corpo; nello fteflb tempo si fanno delle fregaggioni Torto alla coltre con flanelle calde, eCi dà una (i) Spece di acquavite ordinaria che fi fabbri- ca in Inghilterra ( li Tr* ) 79 dose di oppio in (eduzione dopo ogni vomito . (i) Siccome non mi occorsero mai più cali di tetano dopo aver appreso quello metodo, io non ebbi mai occaflone di farne V esperimento • in quanto alle (lone riferite dagli Autori del vantaggioso metodo delle fregaggioni mercuriali, dei rubefacenti, o dei vescicanti nella cura di quella malattia , gioverà folamente osservare , che per quanto universale fosse il te- tano in tutti i cali da me veduti, ne viddi mai ijno divenire mortale ove vi (i) Ognuno s’accorgerà dell’ inconvenlenia di dare l’oppio in forma solida in quella malattia, e nella colera riflettendo quanto inetto fia lo fto- maco in somiglianti cali nell* eseguire qualunque delle sue funzioni naturali, So era un (ufficiente calore Alila fuperfice della cute da assorbire il mercurio o da arrossar/! coi vescicanti o colle appli® nazioni (limolanti • FINE,