D I PESTILENZA COMM V NE A BRVTL ET DI CONTAGGIO MORTALE DELL’HVOMO. OPERA- DI TROILO LANCETTA. VT1LE, ET IMPORTANTE. A* PR.ENCIPI- PER IMPEDIRNE L’ORIGINE NELLI AFFARI DI GVERRÀ» Etappreflb vn Dialogo > attinente alla miflìonedifan. guecol caglio della vena in ogni genere de mali • SECONDA IMPRESSIONE. Allaqualeèftato Aggiunto dal medefimo Auttorc vnaltr© Dialogo del Finimento naturale del Contaggio . ALL’ILLVSTRISSIMO SIGNOR GIACOMO SORANZO SENATOR INTEGERRIMO. , IN VENETIA, Appreffoli Guerigli» M PCXXXIL Con licerne de‘Superiori, Et Priuilegio e ILLUSTRISSIMO s i G n o r. e * V m «v t vuole con la faretra toccar fa meta da lontano , chiude vno delti- òcchijpe** // 'rSfPKj arrichire di fpiritò la pupilla deli altro ir- li €t^*n pari confidcrationé chi brama dì penetrar’ il midollo della natura, fi vfà c*ccaà pcnHuhraré feftdfò, &in4 grandire le fetenze; quindi fcatuitfcona H Demonidi PITAGORA; cioè à dire gli hifomini poffe* ditori dellefpeculationi, & del vero. •& * » J b a *> Io che nella con ragione di V E N ETi A dopò Tefifere co vn pezzo fpettatore della miferanda tragedia, ho donata paffanpenelongi dalla Città libero d’ogni affare cofi ftico, come dell’Arte, mi fono pofto in aiiimo(per quanto va-; lelamiadifpoficionc)d’immitar il miftero, & ho ridottò ooneio tra Falere cofe vn trattato fuccinto di PESTÌI ENZ A GOMMANE, à Bruti, &d'humano mortifero CONT AG* GlO,condoi dialoghi apprdfo Fvnodollamifiionedifàngue col taglio della vena in ogni genere de mali * & Falera del fini-, mento naturale della medefima tontagione, che faranno/s ia non erro)curiofi,& vtili molto; ma perche ogni parto d'lìti mav nointendimentoaiforgedalle tenebre ‘alklucc, & fi diparte dalla prouida natura per fottoporfi-alFingiurie Sella forami cieca 3fcriife ANTlSTENE il Filofofo cheli Amatandek le virateli hcbberolempre in coftume di procacciarli Protet- tori altretanto gtufti,quanto di dignità eminenti; Io perciò (quale mi fij) per non dipartire da cofi faggio documento, ho penfato d’intercedere in quella mia fatica con ogniriuerente fupplicutioneJatutela,&patrocinioDi V.S. SiM A * & fe bene l’opera è intefluta di poche carte, ella sa che troppo fciocca èia credulità del Volgo, che fa pari la virtù con la mole, & fù perciò riprefo dal POETA quandodifle. legetfuosparuìs arffat tncvtbr&na, tabellts) che volgarmente fuona,Non ti curar ò ftudiofo del fentimen- to de volgari, ma habbi in coflume di applicarti alla lettura di que*/òli,che molto llringonocon poco inchioftro • V.S. JLLVST RlSSiMA conofcerà facilmente come fi ftijno quelli miei fogli, almeno le poflo dire con verità, che fono refperfi dvnadottrina pura , .eftratca dai più celebri SCR1T1 ORI delle fetenze, & in ogni modo mi rendo cer- to, che mentre fio intugliando per pagare in qualche modo il debito del douuto oflequio, non ifdegnerà ella diriceuerlo in grembo della folita protetione * & di farmi fentire il frutto della iua {ingoiar benignità, poiché largamente poflede in (c llefla conditioni non tanto di fourana intelligenza, quanto anco d ogni grado d’humanirà, c prudenza, che à gran palli la conducono alla GLORIA ; ma io non dcuo prendermi penfiero di proferire alcuna cofa delle fue lodi , cofi per non anteporre con lamia fiacca dicitura le tenebre allaluce,come perche di vantaggio è palefe la chiarezza delfiLLVSTKlS- SiMA SVA PROSAPIA per longa linea fioritillìma fempre de SENATORI grandi , PKOCVRaTQRI, AMBASCIATORI, e GENERALI di foprema aucto- rità, & hoggidì pure ficonferua per fublimita d honori nella ferie nelle più cofpicue, e gloriofe di quella SERENISSI- MA KEPV JBLiCA . Per tanto io fupplico V.S. ILLVSTRISSIMA à gra- dire quefto tenue teftimonio della mia ofleruanzadn vece del molto ch’io dourei per la grandezza de fuoi meriti * & delle mie antiche, & continuateobligarioni, che per fine riueren* temeleinchino, & auguro longhi, & febei anni,~fichepofla vedere fe medefima pienamente confirmata nelia perfona dellìLLVSTRISMMO SIGNOR FRANCESCO fuo Figliuolo , ilquale in età tenera seftende homai alle buone educaticni con riufeita ammirabile , & degna del proprio nafeimento • Di Venetiali ié» Giugno Mji* Di V. S. llluftrifs# Seruitore humiliffimo, Srobligatiffimo. Trotto Lancetta# A V T T O RI CITATI * N E L L O P E R A • 4 :ji dJDi. * èJi 1 -4 i ’ • * '• > • rì * -4 ; Ilippicrate. ; ■ ' mettè*. ' ‘ AriHotelc • Galeno . . l ì J I €3- • Auicenna • Celfo. Auerroe • Dtofcorìde. JWh Te afra fio her bario. Plutarco ; Teofrafìo Par ac e I/o. Homero. Virgilio « Seneca tragico $ Luciano . Appianò Àtèjfanctr ino* Sdcr*' Sant* Ago fi ino. San Paolo • Tolomeo • Ptfo. Atteneva « INDICE DELL'ISTORIA- *w q. ; ncomuDob flo*.> 0Fgj}u3noDii jb ob< . 4 I NTE N T IONE deirAuttorcv1, !tìp. TT qjcq * t . -m m ►imi i loiggunoo ofbq d aioiliooi^ IVI OTIVO primiero della pefte contaggiofa di VHNcfiA. dell anno itfjo. con alcune fra le moke Pro- uifioni fatte dal Sapientiffimo Mao idrato della Sanità nei primi tempid inh-ttionc. cap. 2. vm^a,. INDIG,E DELL'OPERA- lì) (H>Oai io < julubneig D.i £ .qr,:> - d 1 VISION E della peftilenza /Jtap*r 5 I Peìtefemplice,&fuecaufe. cap. 2. PaS* 2 Che cofa fìa contaggio d’humana proprietà > & in generale e fi faccia, cap. $• 4* - d temanolo pag. <r Deferì tione del montaggio > ò fià pefte contaggiofa . 3&£*nv Ib© (suh&uidì pag. 7 DigréfEone dello fpirito in communc. cap. f.a> * pagi 8 Caufa immediata delcontaggio. cap- tf* Pag*11 Caufe mt diaie del contaggio, & riflòlutione di diuerfi queliti curiofi. cap. 7-_ r pag. i<f Modo diftihWcol ic|aaìe fi doinmunica iF contaggio . cap. 8. Pag’11 Differenze della pefte. cap. 9. pag. Segni antecedenti a & comitanti della pefte fimplice* & con- caggiofa. cap. 10. Pag* 29 PronofticodeU’vna,&l’altra pefte. cap. 11. pag. *1 lntentioni neceflane al medico per preferuare>& medicare la pefte Ampli- pelle fifhpflce5 & contaggiòfa. cap. * i 7? ~ pag. Cautela decorpi con purga > & antidoti di qualità marniti fle. cap. 13. Modo dfcorreggerf aria corrotto,6rdi refiftw-alle caufe delta "* pefeé cap.~“i ' ' P%*4^ Modo di fuggir il contaggio con documenti appropriaci antidoti communi,.à , tu ite le pciiilenti * cap. 1 f. pag. 4 f Prouifioni per la pefte contaggiola già introdotta i" . caP* 1 pag* ff Accidenti famigliaridella pefte fimplice, & del contaggid, cfpreffi in generale. cap. , 7.. pag. f9 Febre peftilcnrc,& crin per via di fudorc. cap. 18. pag. 60 Febreconpettecchie,&curatione. cap. ip. • Amrace,Q caccine,& fuamedicatione. cap. 2o. pag.04 Bubone peftilente detto ]a gfanaufla , & modo di medicar- la . cap. 21. 66 Hocaliprcferuatiub T&,curaciuideirvaar & l’altra pelte „ cap, 21. (| pag 7Q Veficatori, cap. 23, pag. 71 Cautelò fontanella, cap.' 14. pag. 72 Fomenti, cap; 2,p. pag. 74 Regoladi viuerepreferuatiua, & curàtiua dell vna, & faltra peiÌQ, cap* 2<f., - 100 ni gj Pag*7J IL F I3i£_ DELLA T AVOL A . INTENTICENE DELLA VTTORE. \ i» * » «, » < * ” v» j k, -•"«/. *• > ». • ♦ v CAPITOLO PRIMO. V D / T 0 R E . S Crino in fuccinto l’origine de II4 contagìont di VE A del millefeiccnto, * trenta per quello bòpotuto ojferuar lui l'Eftate> & Au- t unno che fu principio della calamità) vifitan- do infermi d’ogni flato, &* comandato anco J Vicenda con li altri tutti del mio ordine> di at- tendere alla rvtfione de cadaueri infetti, che giornalmente fifentiuano fparfiper le contrade-y9fe donerà alcuno im- putarmi ad arrogane cb%io rvoglia fauellare di negotio, che mag- giormente s afpetto, à chi con perfeuer ante pietà bauerà ojferuato, GT* attefo il fine della Tragedia, ch'io non tanto di buona lafcio 4 chi fifio quella palma, ma and emulando la carità loro efemplare non potendo adempire quello y che baurei douuto con la perfino, bò procurato di fuppl 'tre in parte con l inteletto meditando, (fif intejfen- do alla prattica di quatto me fi di tanto male affi due fpcculattom per non ejfire in tutto olii altri ìnfruttuofo conforte : *lJer tanto non è mio fcopo di leuare il grado àcbi tocca* ma di par- lar foto di quelloy che bò rveduto in quei tempi col proprio fenfo con oggetto primario di farpalefe quel ch’io fento intorno alla natura cofi della pelle commune à 'Bruti, come del cont aggio mortale dell’Huo- mo9 negotio altretanto importante cutiofi\farò peròfreno alla prolificità cofiper figuire il mio gemo » come perfiemare il tedio della lettura 9 dalla quale fi conofcerà facilmente fe l'inchiottrofarà fate datile fparfi indarno: per certo altro non pretendo in fi molo di nj'iTtu che il titolo difiu- dldfoy & fcrutator delle cofe \ Ho procura to nell'efie ja di non omet- tere quello 3 che me parfo piu mi rettaua di polire, 0* linear il dtf*fff>ii*afcunido$*JeuQndo} ò at- troue rendendo Vigore a qualche concetto languido, che tvì s’attrou'a per dar cìfeipty all!orecchio delti Adottanti,£*n*fa congiun- tura de tempi, 0* l’eccitamento delli Amici m’hanno impedito ildifie- gno, 0* affrettato all'impreffone di modo > (J?e conuengoporgerti il parto naturale >0* nudo affatto fogni aùeìliménto,perciò tiprego .che tn’eftufiìn quella parte ; Nel retto ognvno fpende Volontari il pro- prio tale vt$9eff io pure hp arrfchiato diporre fuetto mio ragionameli- to alias enfura del Mowkftr il Valfente. Sdo io rvomhtbe W figgendo fi denudale ognuno dalla tenaci- tàdelleproprieopiniònh poiché fisa colpilo/ofo, che l'oggetto interna fortemente impreJftmJonde toghe la giudicatura del- fettraneo j tanto batti per auifo y.fikfmo* * MOTIVO PRIMIERO DELLA PESTE CONTAGIOSA D I V E N E T I A Dell’Anno Mille Seicento >e Trenta con alcune tra le molte prouifioni fatte dal Magiftrato llluftriflìmo , * ' * & Eccellcntiflimo della Sanità nei primi t tempi d’infettione . ■ * . - ' . V, ,.V V w. ■ *\ CAPITOLO SECONDO. STINTA la linea rete a del DVCATOdì lf®|i & MONFERRATO con M* la morte del Signor D VCA V1C ENZO fp fecondo diquellonome,fiufJitata ìndi famofA & riempite molte 'PlzAZZE di militìe firamere, arfe dt fiertffimo conteggio la Lombardia tutta in modo, che dopo Man- to A settefe il male k VERONA, & à LICENZA, & fucceq- uamente ad alcuni Villaggi del (fontado di PADOVA, finalmente nata confu(ione ,& timore in VENETI A per diuerfi cafi dimor- fe celere circonfcritta da pejfimi accidenti > rijfoluto certificarfi il SERENISSIMO PRESSO IP E della [opra la natura di quei fiuccejfi\ ordino con fiamma Vigilanza quel più,cbepuo fca- turire da fimulacro di REPVBLICA co fi grande,& il MAGI- SI R AT0 fiapientijfimo dellafianità da fie fìeffio auueduto del bifio- gno elejfie trentafiei Medici di cento,O* tanti che <~ui sattrouano d'or- dinario , perche douejfiero efipedìt amente njnìrfi per li njentidoi del mefe d'Ago fio fi<£j attefie le relatmi dei lazzaretti, (èfi altri lochi)pro- yjtinture con ogni Jincérìta U 'loto opinione intórno atta dìffìnììiòhe dì que fio punto, ilche fu efiequito in trefiffioni con ogni studio pofi, mi Nel numero ditanti,varij per certo furono i pareri, io (limaifem- pre coflantementeefferfìgiù introdotto iLcontaggio in diuerfi. VìcBy b contrade)poi che nella maggior parte de cafi feguiti fi ri(feruta effer compar^fi tumori cuìdenti ad'altri nell'inguinagìte, & a molti nelle fpongie fotto li bra?$j, 0 dietro Torecchie etiandiojn ogni tenera età per (olo ‘vicinato? & cohabìtatìone con off e fa di capo, fibre acuta fa- tte notabilmente mutata,dehr io,per dimento improuìfo diforzje,mac- chte nere o picciole dette pettecchie fi grandi chiamate carboni con morte celere della maggior parte, mentre muffirne m altri fin della Città fi godeua firaordinaria falute > il male pero pareua à molti di Iteue momento , co fi per ilpoco numero de morti, come perche la cala- mità cadeva per lo più nelleperfinefouer e, e miferabdi \rnà la ve- rità è che quefla tal debolezza è confueta al principio della contagio- se per le cagioni ch'io dirò à fuo loco > m indùffi pereto à dubitare, che nell'auuemre limale nelle maffantie delle cafipoteffe far progreffbfirage notabile, 0 in effetto non fi pub negare ,c he nel di •ventiotto Luglio s'incominciò à condur gente ferita al lazzaretto vecchio, che fino al trentaun AGOSTO afeefe al numero di cento y t trenta,de quali morfero quarantotto : Hora perche li huommi accefi da innata curio fitta fono auìdi di fa- pere l'origine d'ognieuento, il fatto (là che in tempo di PRIMA* VERA s'tntrodujfe il veleno di quella natura à San CL E MEN- TE come in loco desinato a contumacie con indumenti portati d*al- tronde,& hauendo tuipratticato vn legnatoloper btfogno di quelle Tìanzcycofiui contraffe il male in drappamenti di lino, 0 ritor- natofene alla propria cafa, dtffeminb il contagio per tutta la contra- da detta Sant AGNESE, indi s'ejìefe à Sant ANTONINO, à CASTELLO, 0 altroue di modo, che in fine riufi irreparabile 9 0 fi bene fu attefo con accuratezza grandiffma dalla pub Ite a pro- uidenz* > pre fritti tutti quelli ordini, che fipotino maggiori in quefio proposto,non fu poffìbile di eThnguerlo,& tanto meno,perche ttjfendofiradicato ne t cori dìmltly che U tnalatle ‘vagirti*di quel tempi fino all'ingrejfo del me fi d'Ottobrto fijfero dell a finn bordi- ti aria, & libere delle condiiioni) che formano ilcaratterifmo delld •vera pef£e> la maggior parte della plebe con molti Mini Bri dell'infi- ma elafi efpefio trafeurat amente. & altrenjolte con fini di'ekte(lan- da auaritìa , erano piti, toflo cor ut tori) che èjfecutort della pia, O* promda mente difua S6R6NIT A* da che accresciuto giornalmen- te il numero de cadaueri con e flint ione delle famiglie intieriin poco tempo, UlLySTRlSSlMf>a>* ecceLLGNl ìS&ÌMrf > Si- gnori, SOPRAPROyeDlTORf, & PRpreDltml, all*. Sanità indefe(fi alle •vigilie, andavano di tempo in tempò acir e fen- do ogniproutfionepojfibtle> & oltre le molte opportune, cbe'mìj è mio feopo di rammemorare, flabilirono che imbuffoUii li Medici* tutti * dot) ò tre al giornofojfero di continuo alle fitti al Magtfiratà'pér inca- rdinar fi in ogni loco alla ytfione de cadaueri fihelt farebbe Hata tm• polla conforme alla nota dei Reuerendt Pteuariifcbe lui capitala de- ligentiffima per renderne quella fe richtede- ua in negotìo di tanta importanza fil che fu ojferuato con ogni diligen- za per qualche tempo, quando pur anco le relatiom de {Media erano diuife, (jff contrarie l’vna all'altra; ma indi ad vn tratto dilatando il tont aggio la falce della mortalità alle perfine dogni fiato, £?* tondi- itone 3 iefito diede à dìuedere à tutti la calamità contagio]a manife- fltjfim4, &* indubitata. . Per il che molti v fiiua no in gran fretta alle loro Vigne, fi •vede- vano le piatte piene de cadaueri per li canali ad'ognhora del giorno , fi come prima erano tramandate filo di notte, intimorite mag- giormente le perfine dogni ordine condttione ,lt Mercanti fiema- uano il negotìo, li Artifìiper ogni heue occafione cbtudeuano le botte- ghe non fi curando punto di à tanto crebbe il timor •verfi il fine dOttobrio fi *vedeuano pochijfime botteghe aperte nel cor fi dellafloridijfima mentita > O* marmano mila Città quatto in cinquecento perfine al giorno : *T) i tanti terrori imprejfi li animi di tutti, fi vedeua pienamente rapprefintato quello che dtjfe S6NBCA il Tragico nell'atto primo % funi prima &6DIPP0 Ri' di T€BE> & n>ccìfordi LAlO fuo Padri* iAY*V>V.•- v-■ > ,- A\ *3 t'\>m -W- v.' - ■ \V ' *3 'i . ■ ' l: C?J .*• J .vvu ' Gipgne co’figli i Padri, & ì Garzoni I Vecchi adegua la funebre pefte „ 4 ; L’vn, eTaltro Confortevn Rogoifteflo. m . Arde,e fenzalamenti,efenzapianto Si fan Tcflequie, che di tanto male II graue danno, e 1 oftinata ftrage r Degli occhi inaridì l’humide ftille, c ■> E* quel ch’auuenirfuol nel fine efìremo ,, Son morte in fin le lacrime ; trafporta Qreireflinco àia Pira il Padre infermo, la Madre infana, e s’auuicina Per darne vn altro àquell’iftefla Tomba, Che nell’ifteffo pianto vn nuouo pianto , Nafcer fi vede, & nell effequie altrui, Si fan le proprie eflequie, e falerni Roghi. \ ■ w». ►‘ . . * *• vv . - . ■ l \ . . V ' - Tale aponto era lo [iato hcrimeuole dell a CIT T A’ guardata, fffi commiferata con occhio dì pietà dal Seremjjìmo,com& giornalmente , accuratamente proueduta, &* custodita dal MA- G JSTATATO Eccellentijfimn della Sanità} che non fi può baite* uolmente efprimere> O* in nvn Mare di tante afflittiom meditando fempre d’inaffiarepur anco Ìànimo de fuoi popoli con qualche con/or- toy oltre Tajjicuratione fatta à tempo opportuno,£?* con ordini d’efem- plar cautione, delle merci, majjaritie, robbe d’ogm forte col bollo di fede publica f u ordinata non altrimenti ogni 3 & prò- uifione pojfibile per /’infermi ,fendofi à queit’effetto de Binari SE~ NAT0 Kjf pre(lantijfimi per li Sefiieri tre per ctafchedimo Gl 7)1 Cl amplijfimi diquetta materia 3 fìmilmente <~vn Medico per Contrada 5 & anco dotper le grandi3 à fine che la Città mquefia parte refiajfe compitamente conjolata, fu intimato ad'ogn <~uno della . pYofeffione Chirurgica [ottogranfine penc> che nonfi abfen« 1 taJfe Per fif°(fe prefetto fenzj, pubhca permtffìone. i Oltre di ciò furono ricercati medici manuali li quali hauejfero cu- rafolamente delli appettati con ordine di douer habitat nelle loro c&- fe ap ariate con gettito peculiare, O* contrafegni chtart della carica, *confolandoh fua SERENI Il A* con oblatìone , (pfr [alano dt ducati feffanta al mefe per vno, O* che morendo nelCefercitio godejj'ero in rutta liproprij figlioli il mede fimo frutto , ma però pochi fe ne rttro- allincontro compariuano volontariamente Franecfi itedefchi, che profejfauano di voler fatiate3 & liberar la Cura in ùreue fpatio di tempo ; ma infatti nufcirono per làpmdt poco, ò di hiun male nel fuo Vigore per fino che mortificato, £?■* infe ttefio, ptj dalìhorrìda fiagione del freddo con apparente de- chnatione3 fu dal popolo aferitto ciò alla deltgen%4y pentta delti me de fimi. , In tanto profeguendofilordine del buon zpuerno publtco vnoper il meno de SiGyfOTfL PRESÌDEJfTY della Contrada con il *2{euerendo PIEGANO, Medico Fi fico deputato andauano unitamente alle cafe cofi dell'Infermi , come per la vifione de corpi morti, non afeendeuanoperò le fcale3 ne meno tittejfo MEDICO quando era informato dal Pieuanofò altri che in quella cafa f offe mor- to alcuno con ombra di pefte , ma trattenuti fi tutti alla porta della Strada 3 riceueuano dopò le necefurie interrogò ioni fofficiente wfor- matane dell’ Infermo dalla per fona dettinata alfuogouerno3et quan- do quetto erapouero, d'ordine de SIGNORI PRESIDENTI fi fuffragaua cofi de medicamenti 3 come d'ogrìaltra co fa necefiana al vitto 3 ed*indi riconofciutoilmale per fofpetto , fi commetteva il fe- quettro dt tutta quella cafa, chiudendo la porta Maettra 3 &* mero- fandola con affi di conuenìente larghezza per tettimonio ch’ogn vno fe ne guardajfe3 ne fi veniua alla fua prima non fi feo- priua l’effetto del male : fin oltre fe vi erano cadaveri fiface nano portar à baffo dalli me- de fimi di cafa, ouero da Sepelitort comandati di nonprattuare con gentefanay<&* indi con la debita circofpettione3 & lontananza fi fio- pYÌttd il corpo deligentemcnte nelle Tpongie > ò glandole dietro £orec- chie, fitto li fcagli nell’inguinaglteper ilfilo dellegiandufie\ fimil- mente fi mtrauano tldorfi, il petto, & li tefiicoh, perche le macchie ò ò picciole, che appariuano fp e fio in quetti lochiy erano manìfe- fio tri ditto, che quei tali fojfero morti di pelle quando muffirne ciò era fucceffo in poco tempoy come in doi , tre3 o quatto giorni, cs* maggior« mente fe nelCiTlejfa cafa erano mancati altri della me de firn a manie- ra fi quali hauejferopraticato con perfinefifpette^nelqualcafo li Si- gnori PRESIDENTI incontanente l'mttmauanofitto pena della yita, che non partiffero di detta habit atione chiudendo3 (£J fignando la porta pure come difopra, per li quali fuccé(fiy e> mtfirie fentiuanfi (£ogn intorno affiduigemitio' querele per mancanza d*amiciy&* di congiunti, &* quafi> che rima]ero annichilati li affari dell'Arti> à che però fu poflo fen\a dilatione import antefollieuo dalla pub tic a munifi- cenza con clemofine & ogni neceffanoprouedimento. Tanto baHi per fommariocofi dell*origine del CODfT AGGIO % come delle prouifioni attinenti al mio fcopo oltre le mo Infime altre , ch'io traUfcio, perfuadendoui, chele defiritte feruiranno jofficiente- mente d (’firio fi per yn lume fiale precedente al TRaTT tA» TO, chefeguefopralavatura, O*medicationedelia PESTE, C^5 del CO^CTAGGIO. Tuttili feriti del mefe di SETTEM71R10 furono doicevto ottanta doi, de quali morfero nonantaotto. lf infetti del mefe C7/0TT OBRÌO furono mille >cento3e trede- et, & di queftt morfero quatrocento> e trentanoue, il eh e e quanto ha potuto offeruar di • IL FINE. DI PESTILENZA COMMVNK A BRVTI, BT DI CÒNI AGGIO MORTALE DELL’HVOMO. O P < E R A» - DI TROILO LANCETTA.' Partita in fei Capi fopra Venti CAPITOLO PRIMO. Diuifione della Pefte i E ® O io parlate di Pestilenza »pet CI fihiuarc ogni con fu forte, che può n afe ere f» quefto nome /oggetto à avaria fignifica- P tl0ne > figuendo le normid' Arinotele il ' )L Maeftro di color che fanno dtpre- metter in rìttretio la diuifione di quefia calamità . Commune, £?* impropria pestilenza e quella , che nafee folto coSlitutioni de tempi morbofi y dipende dall'aria alterato filo nel grado naturale delle fue qualità yt%d majfime nell*cccejfo del- l-bumtdo come fi <vedc in Hippocrate nelle fue Epidemieygst ta- le apunito è fiata quella dell*anno precedente 16 29* *n tut{a 2- Trattato di Contaggio qtrttfd noHra Proulntia,poiché groffifftmo numero diperfone s%in- fermarono di febri acute, &* di pefftmo cofìume ; onde fi conuen- ne chiamarla con nome d*Epidemia graue » ò peflilenz# commu- ne 9 perche fu con effetto di mortalità, confiderabile *(jjf fi fece notabilmente fentire anco in Venetia • Nafcono tal «volta malatie 9 chi diflruggono in poco tempo le terre* & Città intiere ùonfperdit<k della maggor pa)te d\ quelli H che tip/trattano per fola wSfiratione d'aria corotto-nellapropriÀ qW&\ * &*r\ì ffi*rfifn&f^f*KCauf* deli ambimi * ✓ACl Srl 1 J , Oltre, quette deforme di Molarmente in tempi di guerra , che con il folo commento dvn buotno con l'altro 9 oufro conf a pratica 9%maàejgi amento di rob- ba infetta dalli medefimì refi ano defilategli, cafe nonU ftkffflekU witiwtià. iwirtì quefijucjìkmkà pàr*+. fi co/l urna di chiamare col nome di pefte*ma per mìoffenfo (ì di- ti contaggio rche figuratamente /intènde mortifero dell'bucino* onero pefie con additamene delL parola contado fi ,, ££. perch'io intendo, che arici *vì fia fpeofica differenza tra ima, l'altra fcfie*& dal mondo hoggidì fipafjain,cq4ufc0 in quefli dolno- Oni pefUlcnzjt9 e contaggio, con grauijfimo pregtudicio de Principi, & confufione de Medicin e neceffario ch'io m diftenda alqua&o fe- potando* ($f dichiarando la natura cefi deli runa, come deli'altra. Eefte fimplicQ, & fuecaufe- Cap. 2. EST E è ($f rnort'tfer4 \ nata per infpirattone d'aria putrido > e corotm t to: U, de ferii urne, è* di QaUw, alprirm. del- k differenza, delle febfty 4 ttrzjt de. p*ef<tg-, \ gh eh* fh cMAVo dft tpoifiy & nel > qual? trattatoti fifone delle-lodi della, Te- * bamckfamtoquarb Diftinto dalla Pell_e fimplice. J io •vàgli* contro tl morfo danimali venèno/i, aggiunge che L Pe- ti e è aguifa d>rvna Fiera 30 s'inftnua ne* no fin corpi colme?#* delCinfptratione deuatiando, 0 deflruggendo non •vno, o più in- diuidui; ma le Città intiere, indi raggirando/i intorno alle ca- gioni , dot più principali ne pone in campo J'ama e (leena, 0 l'al- tra) che rtfjìede al dì dentro dellhuomo* 1 Quella è l'aria ambiente alterato non foto nelle prime quali* càycome diffi della petie impropria, ma corrotto nella propria fo* fianca, almeno rfpetto ali'huomo che Io infptra, 0 tale jì rende , per Vna moltitudine de cadaueri infepoltt 3oueroper aqua putrida 9 O* copio fa eHaltatione de lach't, o paludi fumiganti in tempo e fi tuo* La cagione interna ì la propria dtjpofitione de corpi , fenica iella quale non è ballante tefieriore d'introdurre affìtto peìitlcn* te molto meno la fette* : •'»*» yv r Lo dichiara il fatto;poiché non tutti quelli, che fottogiaciono al me de fimo ambiente rvguai mente s’infermano, ami alcuni ne re (la- no in tutto tl/efiy O* quelli corpi che fono abondanti d*eferemeriti, mal ventilati nelle •vifcere 0 dittati nella norma del •vitto mafì fi me in tempo di carettia 3 quando il popolo per faturarfi mangia ogni prauo, ($f cor otto alimento 3 al primo infptrare, che face tono dell ambienteygr me mente s infermano, come allincontro quelli, che fi trouano di fano apparato, con <vna proportionata loentilattone 3 (gjf buon gouerno di fe tteffi, rimangono liberi da ma Ufo pure fe per qualche tratto di tempo pattfona,facilmente anco fi poffono rì- hauere, di modo che quanti di numero fono It corpi, tante apunto fono le dfpofitioni facilitò difficili 3 ed*altri imponìbili all’impref- fione morbifica • *4* \ fi me de fimo, diforfi conferma quarto defuoi libri medicinali nella Fen prima, al trattato quarto, al capo primo men- tre a i dicendo, lana fi commuta non tanto nelle qualità altera- bili caldo, freddo humido,e ficco, ma anco velie me de firn t fottan- ftìaliyO fia (per /chiù are le difpute ) nella profondanone della loro ottanta, come farfi dell'a qua, 0 tana fi corompe,non 4 » ' * Trattato di Contaggio & già come corpo femplìce, max in quanto fe li accompagnano 'vapori trtfftj h tetre Brìi che tal volta, vengono trafportati d'altronde, à lochi fanti come da malli prò fon de, da càrpi mortiy & wfepolti nei* le battaglici & altre pejfime difpofitioni di qua giu ] fi come per pii remotCyftomefiggionge ) s'intendono le figurat ioni teleih . Dirò io dt quelle non già per •virtù particolare 3 ò recondita che* tengano, poiché tutto il Cielo in fe Beffo e benigno in ogni parte, co- me diffe ÀriBotcle col confenfo dìEudoJfo> féj di Calippo, ma piu te- tto il fido introduce •varierà d’effetti appreffo di noi col moto , fé/ lume più, ò meno intenfo 3 & effe ace delle Stelle, le quali per lorlorodiuerjìtà di fitto 3 & di grandezza} hanno forza di alter art, O* di common ere anco diuerfamente li elementi, Or compoBt ele- mentari , pYiuandoli tal evolta di quella temperie > che rìefce faina tare alihuomo : «aW. tv < vt V fiofiapunto-m patio al primo de Problemi quando diffe 3 che le fnutaùoni de tempi fpeffio corrompono quella mediocrità 3rrella qua* lèxortfiftethumanafabute3 effondopur anche feguace del li Ora* coli Hipfaeratici3 fa Bimolo al Medico d’offeruare la nafetta d*0~ rione, dell Arturo, delle Virgihe, e> del Can maggiore per ejfer Stelle che Ifcffio mutano li elementi y & ci fanno perciò fentirc hot caldo* hor freddo, hor pioggia i'kd'hor foretto3 pure al mioprùpofitoali. i.dellamedeffma felibri e de JguesUricerca per qual caufa juccida anno dtpeBdenza quando il Sok:-faua mólti •vapori dalla terra, fé/ rifponde , chèctò a dtuiene perche quell an- no di noce furia è htimido3 piouofo, & come talei la terra fimi Unente etr forata, & ripiena d'humtdità infoia a, JuiÀ cede perciò in tali anno, che lhabitat ione de Ut buommi fa come de lochi paludoff , da quali li corpi fi riempiono d'eferemenu 3 & di malori peBì lenti ah s infermano nelleBate, fi che Art fot e le fimo •vanoparlar dinftuffiparticolari3 come di malignità di Marte? ò di Saturno in aquario, & in fcgmhumano, ma foto ehffe detti ef- fetti* che producono qua giù le Stelle coll efficienzarvnmerfale del moto, loro * j Diftinto dalla Pelle ffmplrce. Quello che scabbia volato Tholomeo nelQuadripirtìto con au- daci affiertioni, non e loco proprio di dire, ne mio propofito di ponde- * rarey quanto vaglia, che'la Luna fiahumida, fjffi Saturno fec- co, per ejjer quellaproffìma alfhurmdo della terra, & queBo af- fai dittante: che fempre nafcono gemelli fiotto luminari di fegna hicoYporeoy e [imiti propofitioni, le quali mojfero Auenezra9 ed*altri ad ammonirci nel libro intitolato delle natiuitày che non dobbiamo prettare alcuna fede d quett'opera. Hora ritorno ad Auicenna conchiude y che quando f aria fi fi torbido, fffi humido molto, s‘introduce facilmente lapeBe,per- che corotto tambiente, chepajfa al core per via della refpirarione * distrugge la temperie dello fpirito, & 'vecide ma non è nuoua lek dottrina di queBe carte , impercieche molto prima fu eBefa dal buon vecchio d* Hippocrate nel libro de flati, ò* della natura del» Ih uomo y mentre diuide li mali in doigeneri % tv no di queBi di- pende dalli ermi del vitto, &* forma le offefe tra fe [effe diffe- renti) t altra concerne quelle malatìe, che fonò di natura x con- di t ione vniforme , de quali apunto proferì cefi fatta ogni Volt a y che nafcono mali popolari>, cioè li mede fimi ad ognvno tra molta gente, è cofa manifeBa y che non hanno origine dalli errori del vittOy ma più tofio bifegna incolparne lo fpirìto della refpiratio- ne piena, O* pregnante di morbofe eJfaUtioni» Anco LHtBorie fpeffe volte fanno mentione di quefia calamita y yeggafi Lu cretto alfe fio libro, ftj Tucidide al fecondoy con molti al- tri, notip, che la peBilenca taluolta trapajfa da Vna regione alt altra aggio, come fi dice, che dalla nidore a per folj forza de venti furono tr apportate copio fe ejfaltationi nella Grecia x che v cafro infinitagentei Rijfertjft Sant Ago fiino al terzo della f)ttà dfDio> al cap. 31* intorno al finey eh e Africa fotta t fmperio de Ternani dopò vngrofiffimo numero di prodigtofe Lo- cuBey diBrutù i fruttiy O* le foglie d'alberi, grande, & ine. fiimabil nube pafsò al Mare, & indi a litiy (jfi corotto Laria in dlremoy nacque tanta pcfiilenzg, che nel foto Regno di M affi nifi Trattato di Contaggio fa morfiero centenara di mìgli ara d’buominiy (fifi communicatafi la mutteU anco à i liti rvicini, di trenta millagiouani che hjì erano > •vene rimafero foto dieci mi II a, O" tanto battarà per auuentura batter detto intorno all'origine della fimphee, che dipen- de dall elemento dell’aria putridoi ecorotto9 & è commune alti ani- mali et ogni fipetie • Che cofa fia Contaggio d’iiumana proprietà, & in generale come fi faccia. Gap* • ®0 NT A G G IO derìua dalla parola contaiu tOj ò toccamento di dot corpi infieme •uniti nelle loro fuperficie fen\a intermedio alcuno, euero con interpofitione d'aria , ò altro corpo denfo fra ihezgo li dot principali, tra quali deuepajfar Tattione , 0* la paffìone , ma perla Communications ,ò contagio, è necejfiario, che qu* sii corpi fiano uniformi, ©• conuengano nella loro natura quanto alla mate- ria, eh*e il mede fimo à dire, che [ano atti, 0* capaci d'impr e fi- fone y trafmutatione vicendevole tra fie Tlcffi, ò almeno in nono di loro, fi come conuìene, che nella forma ; 0* qualità (ianO differenti, in effètto fono talvolta contrari^per natura, o per accidente di modo, cbel’vno, è deflruttiuo dall’altro perula di (pirite, come per proprio infìrumento, fi come fuccede apunto nel montaggio dell* human a fpetie, quando cohabitando infieme /into- rno, e Francefco, euero toccando robba dallifpiratione dellhuomo molta fi commumca malatia, che perlopiù termina alla morie, & co fi /uccefidamente da yn indiuiduo all*altro per infinità dì perfine, finta, <cbe fi [copra offefia nell'aria. Di (Vinto dalli Pcftc fimpliee» •Deferitetene del Contaggio> o fia pelle contag- inola • Cap. 4* al* Cont aggio mortifera deWhumana Spetto , o Jìd peSiecontaggìofa è malaria communio** bile con pernitie per caufa dì Spirito corrotto Menfamente da proprietà d'humana foSian* %a fenzjtprimari* ojfejd 9 cr* cornetti* del* et quanto e retate commutabile d tutti li huominì con perni* tky fi jepara cofi dalle maUtie fporadiche, come dalle epidemìa* lì * che fogliano per la maggior parte terminare alla falute$ in guanto poi dipende da [perito interamente corotto per proprieti d*humana fofianz* pernia cornitela dell*aria » fi fa differente dalla pelle, che fi contrabe peri’ambiente putrido» Uguale tnfpu rato ha forzai di distruggere» ma non gì* cù produr il cont aggio • 'Agg&tjfìquella particola per proprietà dbumana [Stanca ,perd cbe fi come la rakìeèpropria del cane, fé/ fi fà dalla proprieti della fu* fpetie, come diffè ArìSlot e le al fettmo della prima Sd- itone de quefitìy O* Galeno al feSio de lochi affetti, copti Con* faggio di eh io parlo, nafte dallhumana temperamento alterato, corotto intenfamente, & in quella guifa, che il ftme dell* animali per 'virtù dello fpirito contenuto dentro di fe riceue facoltà dal fuo principio di moueril [angue me fimo nell rutero per la formar itone delle parti del corpo fomiglianti apunto all origine dalla qua- le è fcaturito il mede fimo [pinta. Lo afferma Arinotele nel capo del fecondo libro della gene- fattone de i animali,pereto non e lontano dallhumam intendimento, che lo [pirite, ò efaìattone dell'h uomo corotta in e Strema coru itela, 0*propria dellhumanafpetie, habbta forza, 0* vigore dt distrug- gere non tanto li corpi della fuanatuna, ma dì trafmetter infume Uno e le no ad altri, che ne pano capaci per {analogia [pecifica, che Trattato di Conteggiò tiene con ogn altre ìndìuìduo dell’iBeffa fpecie ? & ne firo piS diffufa dichiaratme nel capito lo delle caufi . E are molto difficile come rvnaàra minima -, oh fpirito pofia ecclà taf (Bermìnio cofigrande, ed*importante', per tanto mi farà legito digredir alquanto /opra la natura dello fpirito in generale per de-; feendere indi alle caufi più fpetiah della Contaggione > ' ' : ■ Digreditone dello fpirito in commime , & fua forza • * Gap. - 'ARI Ay o fp trito fotta forma d'elemento ± Jrj ferue alla rVMttlattone 9 & mantenimento j|| delle cofi animaify in alito, b conh 53 utrf°> compone tutte iimpreffioni, (gr appo* S Affidili renose [otto lunari,& in quanto dìpiù fitto- Jyy fubalternato, e> regolato dalla fertili- tà de Cteli, contribuire il fsf conferà, Unione à tutte le cofe nnuenti conforme allivfignamento del Filo- fofo> il quale affcrrt*> che tutte le cofe inferiori fono regolate dal- le lattoni fuperne. Et ìntefendo il filo del mìo dire y le piante, ftfi li animali na- fcono dallo fpìrìtone i femi raccolto, il qualepofio in loco di fua- & proportionato calóre, gonfiato in fi Beffo tirannotto io dall roterò, O* dalla terra per affinità naturale , ff il primo efficiente diluì imprime noìrtu futceffiua di fi Beffo formando *vifiera il core chiamata, o fuaproporttonale, dalla quale e fica- turilo, ìndi fi nodrica, s'ingrandì fi e , O* con mi fieno mirabile per mezzo dì nuoue forme, rinuoua fempre il mondo. Tanto dtffero li dot luminari maggiori del faper nofiro Hippocra- te nel libro della natura del fanciullo , (ejf Arinotele in più lochi mentre tratta della generatione dei ammali, & maffime otte dice y chele fpiritoe agutfadi figlio poiché il core dal quale fi fiparay li presta facoltà /officiente di regerfi dà fi Beffo per Diftinto dalla Pcfte fimplicc. & U perfetta & dffolu t a far mattone de corpi• 'Per queflo magistero apunto cinonfcrtfie il caloruìtale, che fi contiene nello Spirito con proportene alla natura delle Stelle, con la qual ha voluto darci ad intendere, che non produce tali effetti per eh e fìa principalmente grane 3 ò lieue, caldo, ò fred* do, ma perche da tutte le qualità ìnfieme raccolte, O* regolate da Cieli riforge nana perfezione colma de doti fopraeminenti alla uir- tu, & efficacia del foco di tir are, dìuidere, (9* efpellere conqueL più, che uedtamo far fi dàlia natura nel nafamento deìli animady & dellepiante, che indi fi mantengono aggregando à fe ogni par- ticella del corpo quell'alimento eh'e famigliare, (ff conferente alti fua confcruatione con quella proportene) che dalle Scole viene chia- mata (impatta., * fi nerui, le membrane, lì off fangue freddoy & terrestre, il fe- gato , le carni, il core tenue, Gr* feruente, & tanto di mirabile pro- duce lo (pirico aitale, ben regolato, fi come per l'incontro quando fi troua mal conditionato ne' no Siri corpi è cagione degni male grautffi\ mo, nota Galeno alprimo della conferuatìone della fanità, £9* alpri- mo pure delle differente delle febrì, che nelli hùominì è cofi affine & dì neceffario confortio lo fpirito, che trouandofi fempre commisto,£s* refperfo nel [angue di tutte le arterie 5 (fip del core mede (imo, per ogni heuemutatione, che nafta nella fua naturale conditane, prò»* duce ne' noSlri corpi noceuole commotiont in vna , ò più delle quali- tà femplici, ouero anco nella fil mal caduco, & le pajjiont aterine, ò ifteriche per afe enfi* di tutti, n afono da un aura, o alito cerotto, ami per la dottrina d'Hippocrate ogni grauame della natura è argomento dincongrua mu fattone del me defimo Spinto,xome fi «vede chiaro nel libro me- dicinale de Flati: &* Arifiotele rendendo la ragione dogni noSlra fu Sitane a mut adone allepaffioni di me fitta, O* dì molti celeri pati- menti fatta per cagione e Sterna de corpi inanimati ricorfe allafpirìto afpero, e> ingrato, ilquale trapafiando da un corpo e SI eri orealtin- terno delle noSire uifeere, mone à repugnanzjt il primo fenfiteno : • Trattato di Contaggio In forma ctefempic 9 folto il fentintento deltvdito lo filreptto di ferratura fortemente agitatiti il taglio della pomice, o fctjfione di pietra molare-, Quanto alvifo lo ftupidtrfì i denti mentre fi •ve- de à mangiar cofa acida, timpallidire y (ffi cader in deliquio quando fi o/feruano come torture, 0 tormenti d'altri corpi y ($f ftmili fegnalatieuenti, d'altro non dipendono3 che da [finto, a qua* liti eftrattfii Gr* dominata per •virtù del medefimo : anco la don- 9ta infanguinata della fua impurità naturale e ficca i fiori delle ver* di piante, et ofcura lo [pecchia nitido, etrilucente : Sepajftamoà •veleni, nafcepure la pernit*e dallo fpirito, il 2?*- fìtfco Uccide col fih ilo, et con lo [guardo yla torpedine tnflupidtfcc Umano delpefcatore , contuttoché 3 frapollo lei sij il corpo della re- tcy ilmorfodel falangto, dello S cor pio, et delle Serpi na[cono dallo fpiritoi dottrina regi/lrata più volte da Galeno > et majfime al fefio de lochi affetti» Si che è chiare quanto magli a rijlretto in poca mole nel alterare fortemente li noHri corpi 3 impercioche le lo ite nottre in altro non con- f ilone 3 che nella "Ventilatione > et nodrimento diqu] calore, o fòri- tOy che li cieli yet la natura impresero nella mafia di ciafchedunodi noi: v Starno compofìì d’aqua, e foco, per foco fiintende lo fpirito ani- tnaiìtcoycbe ben nodrito3 et io entilato male per le fiuntiom dell'altri- et facoltà, del [enfiò , del moto , ed altre più eleuateoperationi, il penfiero è d'Hippocrafe nei libri della dieta, che lì dei fuperni ele- menti, che formano lo fpirito colmezj de Cteli filano datori della vi- ta,! intefe anco Ho mero,quando irato deprecado li Dei difce(k d Di) yos omnes faciant vndamq; folumq; ) cioè à dire vi riducano li Dei i» folte aqua, ey* terra, eh'è il medefimo fe dicefije, efimgua in *voi il caldo dell aria, 0 del foco 3 perche co fi vipnuerà dt vita : Annotile nel libro aferitto al moto dei ammali la feto chiaramente fritto, che li mede fimi riceuono la loro forvia dal calor innato, c Ut Sifteffoconlo fpirito. • Platone nel Timeo infegnando. a noi la fabrica del mondo, che Diftinto dalla Pcftedfempliee. Dto fi fempre* col foce, ò facon lo fp trito componete cefe più nobili, e più fiubltmì* come con la terra li animali fiali- di* (fif infipienti* onde sfarà mani fello di quantaimpor- fii [ offe fa* che ricette lo fpirite* calar innato epilogo d’egni opera più pre fi ante, che fi fabrtea ne' mfin corpi. Caufa immediata del Contaggio , ò fi* pefle contaggiofa . Cap. <5. SA [ciò fetitto Ariflotile al problema 4. della fettima fettione, che tutti li mah pc fidenti nafeonoda [pinta generica* afiolutaytantopm rz/erace, indubitata nella mera fefie, ffif fi come in quella * che io chiamo [empltce per [pirite cerotto s intende l'mfpirato dall!ambiente, g/ aiutato dallinterna difpofìtione, cofì nel conteggio dbumana proprie* iày non ha loco altro fpirito corotto, che quello featurifee dal corpo dellhuomo •‘viuo infetto dipefle contaggiofa youeroeleuato da, robùa pure dal mede fimo contaminataingrado di pemitiofa contaggione; ricerca di più Ariflotile per qual cagione quelli fi quali fi approjfima- no ali'infermo dilippitudine ,0 diciamo nell idioma nofiro à quelli9 che fono infiammati nelh occhi, reflano facilmente contaminati del mede fimo male * & rifponde che ciò auuìene perche l'occhio è parte mbdtffima del nofiro corpo di faciltfpma tmpr efilone percaufa dello fpirito da lui imbeuuto, onde .anco facilmente fi conturba j'appropria il mede fimoaffi ttad!infamai ione* nj mando, & ingroft f andò lo fpirito, & in tal modo fegue la contagiane della lippttudi- lo conferma Ale fiandra il Filofofo 0 & ricerca per qual caufa lin- fiamatme d'occhi precede per lo più la pefle yonde è detto communcf xhe li ape fiati non potino mirar la luceO* rifponde con la dottrina pured! Ariflotile 9 che ciò nafte perche lapeMeimaUtiadello fpm- •'-'s Trattato 3i Conteggio 0 tò, ilquàle effendo alterato, O* rz/itiato inferma?altt’òcchid, cheli $*attutano, prima d’ogn altra parte del corpo ; tmpercieche lo fpirito iietl'occhio è fittile, puro, & alterabile, di modo, che quando il fiminano, O* aculei della peHe fino molto acn, mordaci, fi centrahe il cont aggio anco con tifalo mirar dellt occhi, come dalle fio- rie fi finte tal evolta e(ser fuccefjo , (fif ne faro mcntione nel prefaggio 4L?: ó ( oiggfclncO bb t fituO Fauolofa pereto non è la fajfinatione de. fanciulli, ma naturale > come diffe il Filo fi fi , mentre li natene rapprefentata faccia borri- da, e fptaceuole, come che dalla pupilla dell'oggetto ingrato efea fpirito, ò raggio di conturbata , (fif evenenata compofitione, il- quale vibrato nell'occhio del fanciullo tenero, O* di fhffibile im- jnagin attorie i introduce h ab ito cattino, lo conturba, (ff deprime tal 'Volta con malaria gràuijfima : fenue Solino , che s dttrouano nella *Senta donneiti dot pupille netti occhi, le qualt irate molto, rvccidono col filo affìfiamentò,, *v fguardo, che dir di qui pure 7ì afono le decantate mafe\ (jff legami de Ih amanti filiti tnnefearfi per l’occhio intento, £> applicato rverfo l’oggetto amato col mevfXo dello fpirito, che come lucido e confinante all* occhi, acidamen- te attratto, come fittile fi n muoia con celerità a i precordi,{£? in quanto finalmente e caldo, yfif fruente y fi rende anco veloce nel- l’operare, & .imprimere in altr occhio la conditone di fi Heffi per conuertirlo w fina natura > conchiude perciò tAriHòtile che per nj 'ta dello fpirito commune è la natura di tutti noi, e> cofi grande il con- forti d’vn fpirito con l’altro della mede fimo, fpetiey che alle p a filoni dell’ano fegue per lo più incontenente quella dell'altro, ed’to perciò à queHa parte ho Himato necefiario molto di rintracciare quelli au- uerììmenti confermando U njenta dello fpirito fatile à commutar- fi, & mafiime quello dell’occhio per auuertire incidentemente, che nel cont aggio, o peHe cont aggio fa dette l’huomo fchinar molto di mi- rar interifamentc*, & da rvicino l’occhio diperfona hauuta in fifpet~ toc Ó* in particolare fi fojfe del fuo fangue,& anco maggior- mente «svedendolo acce fi 9 o* infiammato 5 perche fi rieleua far Diftinto dalla Pefle fimplice. dimente alito coretto, che s'interna nel proprio , et lo corrompe a gra- do di pe/le attaccatici a , et ritornando al primiero difcorfo al 4. della fettima fiutone de quefìti d‘ AnSlotile habbtamo , che la jcable è pià contagio fa della lepra 3 perche dipende da alito vifcido dtjfe minato per la circonferenza del corpo, ma perche il contaggio d‘bimana pro- prietà s interna all’off e fa delle fiere-, et del core, et dipende da ma- teria tenue molto, eh'è lo fpirito, non e pereto bafieuole di ramme- morare per caufia la ntiffidita, ò perfede la fuperficte del corpo. * E fi ritenga notiffìma nel fettimo, et rvndecimo della diurna Ft- lofofia contro la pofìttone dell1idee , et forme fiparate di Fiatone* che fi conferuano qua giu le fpetie delle cofi animate più perfette per *pia d'identità, et rvMuocatione di forma * la braffìca fi fà col fi- nte della braffìca, il cane ,dal cane ,1agnello dal agnello, altrimenti il natale, cofi delti animali) come delle piantefarebbe à c affetti mon- do de flit uto della fua perfettionc : - * Hora fe la dottrinai chiara quanto s'afpetta alnafeimeinto, tan- to w ale perpofilione del mede fimo P*zmiuocationeper distruggere , quanto l'identità medefìmaper rtnouellar la fpetie fiotto varietà d'in diuiduì, di modo che fi come prima lo fpirito era fefficiente infiromen- topeY le funtionì tutte del corpo,putrefattogià dal c cnt aggio tate le qualità fue d'ogni ordine , et notabilmente alterata Parme* nia della temperie *vitale in grado à noi incognito dt tutta fi fianca, fi rende non tanto deleterio à quello , che lo infpira, et itnbeue per qual fi Voglia modo nel pròprio corposa in oltre perche ancora; è ma fi- fio dalla propria forma, che fà P Vniuocatione alla fpetie,in quanti corpi fi trasfonde, tanti apunto ferifce,<&* distrugge* rrceuendo il veleno dal primo il [ufie qu ente, et indi altri infiniti fiotto languente forma, fi che per verità in queSlo male Phuomofen^aferro e homi? ctda all’altro buomoì io parlo delPhuomo rviuo, il quale forma in fi -fiejjo il contaggio, et all'incontro la fetida effalattone d'<~vno, ò più cadauen humaniper efSer prtui della folita energia, et perfettionle 9 <Vale per certo per introdurre la peSle ch'io chiamo fimplice, dipende < dell ambiente, et e de fritta dà tutta la Scuola de Medicina non fa- 14 s : Trattato di Ctwitaggio età gì amai baBeuole la medefma fumigatione corrotta perfe foladi in trodurre il conteggio ch’io chiamo d bumana proprietà* itqfercfo che mono ihuomo* deilruttaì infiemel'identità *ct '"vmuo catione della farinài che di facoltà* et for Trailofpirito caratteri eUuatodtlia me- defima^naturafpeci fica di tr annettere, (gfrcom m umcare la calamità deUvmall altro indiuiduo * quindi è che canata dalla rvtrità hi po&o la maggior parte de Medici in opinione yche da cada- neri humani non fi prende il conteggio* et li Morteùmyche trafporta- noli corpi dalle cafè alla pira# maneggiandoli nudi d'ogni indumen- to* bngam trite fèdi ffe ndono da m*h#et [e s infermano, per nitro non faticano* che per la et ilfetore in quella gufa che altri foglie- no fenttregran danno per la copio fa ejfaUtione d’aque Bagnanti yet pdl»dofe ; -, Perciò io dtffi> che la pefle conteggiofa fi genera per alito coret- to da proprietà d’humana fi ft un?;** fi come nafee nel cane la rabte dada natura canina molto alterata; et revoluta dal fucilata*ettari* foro mimmagino, che babbea doluto dir il Pilofqfo quandopronun- fiòche /infermanofacilmente li huomwi tutti* U qua tu'approjjt mo- ntali* altro huomo infetto di conteggio* perche ileont aggio apunte à commune à tutti i mdimdut deUiflefJ'a fpeùeperdidentnàdelU firn ma* qua fi rc/olefie dire* chi malpeculiare dell'human a conditione* et temperatura yetèilmedefimo come Udire per mia d'mmuocatione ìeelmezjj d% contatto $ Per il<chetrouiamo nelle Stane* che fra popoli antichi li fidati muffirne della Scitia con maladetta inuentione formauano ‘veneno tfficacijfimo 9 con adattata propor tiene fimi e in tutto nella fpetie deli huomo quanto alla materia, ma contrario* et antipat etico di mo- do nella forma,* et coruttela* che con queito afpergendo filo le fa- ette per vibrare alt inimici) 'Uccide u ano col primo tocco di /angue# Talee il nttnenoputrefai tiuo con che fi perdono li Grandi.* ha- piante tn *vna fola gostgpola ancor che fette à ferir mortalmente feria folatleuatione d:alito contrario allo fpirito del viuer «applicatoalle fafayfpruzgato /opra fioranti da naf$*tl Difìinto dalla Pefte fimplice « tu altri modi, che paiono lontani dall h umana credulità, et fi purè tanto è credibile,non farà meno fauolofù, che Hercole,ò altri n/e* fi iti con camifcia intinta di fanguedi JoldatQ ferito da fatua, atto* ficata> conuentffero ceder allVUrna necejjità. Onde s io non m inganno tale è la caufa intima, &* principale del con faggio commune, Qfi adequata alla fpetie de l'huomo , & di «vantaggio [officiente per rtjfoluere la propofitione , nella quale fi dice y che effetto uniuerfale dipende per neceffità da proportionaU caufa generale, &* commune ; Io veggo nondimeno di contrario parere tutta la Scola de Medici , li quali adducono, che ne antichi Scrittori ne ragione alcuna hanno mai infegnato, che cl vna malatia commune come la pelle ajfoluta , fatto la quale sinchiude il contaggiò, s'babbi a potuto ritrouar mai al- tra cagione, che tintroduca eccetto, che l'aria y che inffiìriamo quan- do, fia corotto nella fua & fi confermano d*opinione per l'aut torìtì di Galeno al capitolo fecondo delprimo libro delle dif- fcrenzg delle febri, oue dice che dalla pendente confiitutìone dell'a- ria nafcono affetti febrili apunto , li quali fono attaccaticij non me- no, che la lippitudtne, O4 la fcabie. fio non voglio, per bora farmi interprete, ò contraditor di Gale- no, glofi, Cs3 intenda ognuno la fua dottrina, come uuole, Qfi à me non impedifca ttnuefiigatione della uerìtà. Vuoila fcola de Logici fi proua deltcHremità mag- giore nel minor eflremo con de moHrat ione per via eteffetto, onero per •-vigore delle caufey altre de quali fonoproprie, & immediate, ed'al- tre remotey tuttOy che di neceffaria confequen^a. Per la natura dellapefie contagiofa già efplicata è inficine fatto palefe à battana, che non può effer prodotta dall'aria corotto, come da caufa primaria, &* adequata, poiché manca dellidentità, O* Vni- uoc adone, che fi ricerca a quefi1effetto » Vifleffo fi dirà della caufa remota, perche non uale a dire con negatiuapropofitione laprefente calamità di Venetia non è conteggia, perche l'aria non è corotto, come per l'incontro conchiuderebbe chi di- : Tràttkto clr Con fàggio 3»; (juefip libro non refipira ', perche non è animale > 0* la caggìone (della diuerfità naftèpecche tejfer dell'animale è nece/farìo allarefpi- ràtiontfton tutto ,‘che nonfia fua caufa propria, non-cofida corrutte- la dell ambiente è neceffana allafufiìffenzjt della contagiane ; r. Farebbe pariméntefai'fio difcorfo, &* conclusone , chi die effe, ZJe- ijetia e macchiata dì contàgione, dunque l’aria ini è corotto, perche' non fono tnfieme quèfitdoi termini ài necejjaria rotine[fione ,c> fe tal Vólto, s <Xmìfconó inficine, farà fempre puro come che l’ambiente fia torbido, ò fere no mentre io fermo tlprefente difeorfici :i: €I{imane pero per adempimento dell argomentatane, che tbaldo tntenfamente corotto dà humanaproprietà fia la fola caufa propria* €>* immediata del conteggio, con la quale fegue conuerfione recipro- ca del maggior, minor effremo nelprimo modo di dir e/fendale /enT^aminimo mancamento, come adire : ' Ogni alito della natura deferitta forma il cont aggio, O* ogni contaggio e fatto dal me de fimo alito 5 nella gufa che, <vale il dire (ogni animale rifibilej ? ragionatole ftfi mortale K)& all incontro ogni animale, (he rìde, ha dote naturale di ragione • , Varia corotto fa commune la pernitie a brutto* il cont aggio è prò-, prìo delthuomo, noti eccede l humana fpetie, ne meno è cofi ri ffretto, che con la fua facoltà adequata non ladempia dal primo' imo individuo della medefima, ftf tanto baffi intorno alla caufa imme- diata della contàgione. * ■- . * :-ì MnT Caufe mediate del Contaggio, & riffolutionedi diuerfi.queliti curiofi. Cap. 7. A prò film a cagione del cont aggio dimmana f©| proprietà è la moltipltcatione d'ahti efpirati da Wf &r(>(ftlfimo numero d'huomìni nffr etti m poco fP)I MSlIk fpatl° i & maffim e divarie Natiomr accolti Ìj| \{ inficine per neceffità bellica, o altra grane im- Pt? portanza, difcrepanti di genio5 & de coffumi, k*3' £00??piti antecedenti > & remote fono quelle? Diftinto dàlia Peftc fitnplice. che fe btne non conferirono alla forma dei conteggio y dì/pongono nientedimeno li corpi a produrlo infe Beffi piu, facilmente, come fo- no la penuria de buoni alimenti, Ìimmondizie ielle perfine > le habi- tat ioni anguBe,fiordi de, ó* refperfe deproprij efcrementi$ ofieruia- inoperciò che ogni tanto tempo , & majfime in auuemmenti di guer- ra fi fufitta queBo male fi dij]emina facilmente da runa regione all'altra con perfine, 0 robbe infette , and in malte città po- pulàttjfime in Francia, Fiandra, la Magna, nel Cairo, e *CofiantÌ- vopolt regnano tal di grandtjfima firage $ perche fo- Ho pieniffime di gente 3 & traffichi diogni fòrte , onde viene in tal parti ifejfo traf portata * ouoro anco prodotta per aliti humani tnfie- me commisih 6r* corotti $ v Mi dira qua alcuno forfinche in Ungheria non fi finte gran fat- to tl cont aggiofar molto flrepito non oft ante,che quella natione bellico- fa fila in affiduo conflitto, &1 ammaffittone di fcorrerta col Turco* A queBa obiettione fi rifpondey che li domicilij di quel Regno fono fparfi, ben «:ventilati, &* ampli/firn e le campagne, ondecon difficolti fi corompono ìnfieme li fpiritì trafmeffi dalla refpiradone> perche congregati infieme quelli huomintper qualche fattione, l'ammutina- mento fi dtfcioglie da un giorno all'altro, onde la cagione primaria del contaggio prende poca radice, oltre che li viueri fonoiuì abondan- tt{fimi9 &* meno perciò li corpi fi rendono capaci a quelìntenfogradò di putredine, che fi ricerca per la pefie attacaticìa, & che la frequen- za de Ili anheliti fiafomiteeccitamento grande di quefia calamità, fi comprob a ahondantemente dai fucceffi militari. < * . «, • Lafcio lì moderni, che lo dichiarano pur troppo 5 fi uegga Plutar- co fra li anticht nella ulta di Pericle, nella quale fi legge grandi fi firn a mortalità de Ili Atonie fi per caufa di cont aggio, che m quel tem- po aptcnto fucceffe quando il me de fimo Pericle mandò le militte nel- le città, cheprima erano [par[e per le Ville, (fif campagne , & ini trattenutili foldati come tantepecudt, li lafciafje infieme corrompe- re, effindo co fi uniti, (fif frequenti, che meno haueanoloco di re- fpir are, & perciò morfe in quella peB*len!zgs il fiore della giouentà 18 c. Trattato di Conteggio 0n là frequento, 0 moltitudine dellt anhehtì, ed ecco che ttfio- pco dallo filo ifpertwzj addotrmato ci ammontfce il mode della ge~ ver ottonò del contagio. fornello Tdetto al 16* dellt amidi* esagerando [opra li fatti dì perone dtjfe in qveflo modo. (Conno medefimo imbrattato di tonte once ficgn alato dotti Deiconio tempefi 4, con l*infermità rumato dal evento tutto ilpoefe di compagna % gittate à ferrale Afille7li alberile i frutti^effendoarrivatala fuayiolenzj* fin prejfo à Roma,nella quale, feniche fi conofiefic alcun fogno di corramene d'aria) lo parie, ripianale taf e de cadaveri * Qd le brade demortorij fenica dirimtione di fiffi,ò d*età nonperdonai*4 ave* fvno: cadevano morti in *vn momento tonto U /chiavi, come la ple- be Ubera, ($/ fpeffi trà li lamenti delle mogi\ & de figli mentre li fono attorno , con e fi* fi *vcdeu am portati al rogo $ ero il morir de Co* uakert e Senatori, ancorché mefcolati cri volgo, manco degno dipian- fOìpottbc con ia morte commune prevenivano la crudeltà del Principe. Veggo/* daqueria fimo, che dicaneaggiod'humanaproprietà , del quale io parlo, non è me sfiorii, chetambiente fio corotto come •vtene ofieritto dallo fedo commune de Medici ,0 mi foumene » che figgetto celebre per •virtù y0 per le Hampe, mentre mor tuono già di contaggio nel popolo di Venetia doteentoyftfi più perfine algtor- no mi difie9 che ài no fieno fido per penuria d'alimenti, perfiaden- do fi egli fermamente, che in quel tempo nonpotefie radicar fi la pe- pi e y perche /onnoà dietro ero Piato njn epidemiagrouifiìmo e mor- tale che ceffata già di molti mefi, taria era divenuto /aiutare, fg) rimafie anci le complefiionipiù forti > 0* •valide per refi/ìere ad ogni morbofi» impre/fione , Ma nientedimeno in breve /patio di tem po [evento diebiaro/a debolezza di quella fiua optniore , & dalli cjfitti hebbe occafione di conofcere, zie alla firmatione del contag- gio foverebia e la fpecvlattone del ambiente, 0 boriante per là fio firmatione d filo alito fardi do, 0 à grado fupremo corotto fitto forma dinotar a fimbohea, et humana. devimi potrebbe opporre alcuno, che quell'effillatione corotta dì DiAinto dalla PcAe femplice. eh*io parlo, et che chiamo caufa propria del contaggìo altro non fta che Vele mento me de fimo dellaria,per ile he fu b atlante a Galeno, & a feguacì di rammemorar l'elemento dell aria ingenerale, perche abra- da anco infieme l'alito particolare efpreffo, ma per certo l'oppofitione è di teme fuffiflenzji, cofiperche quanto alla caufa materiale per for- marla peti e contagio fa un minimo attorno efpirato da huomo infet- to, ouero trattenuto in drappo capace della medefima mala qualità, è attijjlmo di costituire ilcontaggio, igj all'tncontro per la pelle fem- plice, è necefiario, che tutta, ò gran parte dell'aria circongiacente a corpi, che lo inspirano pi corotto nella altrimenti dal- la clemenza della maggior parte, uiene confunta quella minima par- ticella di cattino, che ui s'attroua. Ma per quello più ch'importa quanto s'affetta all'efficienza for- male nella pcfte attaccatitta, lo Spirito corotto non e fitto firma d'elemento commune, ma priuato e proprio, itrtperfioche è fattogli peculiare, &* analogico dellhuomo, &* fi il Medico non distingue nel modo da me efplicato la caufa dell*una, & l'altra peile, molti- plica fempre in errori, cade necefi ariamente in equiuoco non fi- lo quanto alla cognitione, ma anco nella curatione, preferuatione di calamita cofi grandi,importanti, & ripigliando il di fior fi del- ihumano, & pernitiofo cont aggio • Conchiudo, che Ruttore è L*huomo, lo produce ,&* lo dijfimina da una città, e regione all'altra con la perfina, ouero in ogni mini- mo fomite capace d'alito, o fpirito corotto, come fono lino, lana,dra- pamenti di feta, felpe, & pelli majfimamente, &ognt corpo raro, ■& molle atto per riceuere, O* imbeuere la fordine di pestilenza,an- ci tal uolta il uapore attaccatici è cofi vifcidoì& tenace, che du- ra, molti, & molti anni nel me de fimo fiminarto,comefipuò compren- der anco chiaramente dalli odori, che ne drappi di panno,o pelle riman ~gono qualche uolta imprejfinon oSlante ogni diligente lauacro, & fi sa con AnStotile, che l'odore nonperfiSte la prefenza dettali to, onde Vn minimo fruSto di robbe infetta ha forzai di ogni graffi numero di perfine con deStrucione delle città inti ere. Trattato di Contaggio Motti la curiofità lingegno bumano à ricercare per qual cagione li pefcìnon fiano foggetù a pefiilenz^adalcuna forte , come atte Ha il Filofofo alt ottano libro dell’tttoria dei Animali al cap. decwtonono, egli però non ne rende la ragione, ne mi, ne altroue , ch'io babbi po- tuto offeruare ; • Non uerfa la difficoltà nella pette femplice, ò etterna ,che di- pende dall’aria,poiché è cofa chiara, che quelli Ammali, che uiuono fempre nell elemento dell aqua non fono [ottopoHi allt malori, che dipendono dall'aria, ma quanto alla interna ò fa con- taggio per proprietà dt foftanTta, s io non mi fono ingannai o nel di- fcorfo della fua natura , njpondo 5 che ciò non può e fere, perche oltre tott acolo deh aqua, che impediffe il tranfto dell alito dall’ano all al- tro depefcc, troppo freddo, e crafioè anche lo fpirito delli Animali aquatici, fi che mancando di quellaccume, gjr fottigliez}\a, che fi ricerca per formar il cont aggio, retta affolut amente, che il genere depefci fu libero di quetta forte d’infermità, e pernitie. fi cont aggio è male, che fi fà dalla natura, ne fin bora s'ha tro- uato verace Scrittore, ch'io fiappi, tlqualc affermi con l'arte efferfi potuto formar in alcun modo venenocommumcabile', il Popolo non- dimeno, non tralafcia d!inferire fempre mqnefie calamità qual- che caufa infipida e puerile , acufando quelli , de. quali pajfa con- cetto , che fiano nemici detta religione y ò Anticipato dentro del qua- le fi conofee fìrage dt contagiane. Li Ateniefì fi dolfiro, che foffero fiati attoscati li dai Aeloponefiperimmìcitia, chepafiaua fra di loro ; In quefiinottrt tempi fi accufanopoluert, •unguenti, tifi altre materie venefiche, da quali fi come non fi dubita,che pojfa fuc- cedeYe molto male, & che più uolte fi fit incontrata gente co fi fice- lerata, che habbia meritato ogmgraue fupphtio, fi nega nientedi- meno, che pojfa il mede fimo ueneno trasfonder fi da un corpo all'al- tro ,& renderfi atto alla communio atione,poiché fe ciò f offe, al fi- curo nel corfo di molti migliar a d’anni fi farebbero trouatt mmttrì di tanta impietà, che fommmttraudo à Grandi modo da fupera- Diftinto dalla Pefte fitnplice. 21 ite, e> 'vincere con perfidia quello, rbe non fi può con la 5 coa- feguir ebbero ingiuBi , Qfi inbumani fini • Raccontano le flotte, che m una grane peBilenca di Roma in tempo 5 che la noBra [anta religione era già radicata, offendo derifiy & odiati li Hebrei, per la diuerfità de coBumi 9 (firf riti delle diuine leggi) efclamaua il popolo; ch'eglino hauejfero attojjicata la città; per- ilcbe fe fi lafciauano <vedere baueano delle buffe 9 tifi molti di loro furono amatati - Le medefime caufc remote , che conferifcono alla generai ione del- la peBe femplice, che dipende dall'aria corotto, concorrono parimen- te à formar in noi babiti deprauatiper l'tntrodutione del contaggio peBe propria dellbuomo fendei coruttela dell'ambiente, ftfi e chiara d'AriBotile , che quei foli prendono facilmente ilcontag- gio9 che fono d'h abito deprauato • Dìfit ,che il me de fimo fi produce l'offe fa dell'aria come da caufa necefiaria, perche fi come in Batodi falubrita dell'am i lente, fi genera euidentemente il contaggio, cofi può effere, anci molte volte fuccede, che dopò ilprogrejfo della peBe contagio/a fi con- tamina >&* fi corompe l'aria per un numero grande de corpi infe- poltì, incremati 9 oueroper molta mafia d'impurità trattenuta al- l'aria, ma nonperqueBo l'elemento corotto farà la cagione, il me- termine della contazione. Modo particolare, & diftinto colquale fi communica lacalamitàcontaggiofa. Cap* 8. 70) * la natura, compofitori dell'uniuerfo * feCeyo^t diurnali tutti, ? l'buomo con fubh- wj V. magistero di ututfico, O* attemperato fo- 3 3gjftel!ìy P £0* ilquale fi conferua con vna moderata, £?* # lÌ aJJiclua uenùlatione, per necefiìtà della qua- /rfjjh le diero l*aqua con le branchie a tpefci 9 l'aria co ipolmoni a bruti terreBrt, all'huomo ; vna fola e la Trattato di Contaggicv > fola è ti ftr&cU al polmone, runico il modo primario di contraer ti fette, tirando al petto l’aria torbido, e corotto, onero £alito putrefatto per bumana proprietà, e fo fianca, dall'amo, & l altro de quali con n/ario modo fi distrugge ilcalor innato, (fif benché non fi goffa ne* gare, che nella pejle femplice qualche pardon e d'aria corotto non dimbcbtfca anco nella faccia, nelle mani, ed'altre rare particelle del corpo ,l*ojfefa però non è di molta confideradone, ma per l'incontro nella c£ human a proprietà, ò cont aggio, poiché fi produce da agente di maggior acume quanto alle conditioni de la materia, (gjf di grandijfima efficada nfpetto alla proportione, & identità della forma [pecifica, quindi è che fi trasfonde dall'ano all'altro indiai- duo della medefima fpetie non folo per la via prima ria delpetto, O* delpolmone , ma anco da confequente, O* fecondarla venutitione, per tutte leporofità e ftofe nella circonferenza del corpo, adequali il Vapore pe fidente sagglutina* c?* s'annida, a parte per parte s’inter- na ,corompe il [angue, & <vccide ,difimgge però più9e menohor £vna,hor l'altra delle Alfiere conforme alla naturale difpofitione de foggetti deprauati, che vice nono il malt,& alle condiuont tndtuidua• li del mede fimo femìnario di cont agio fa pestilenza. - Ni ci douerà parer punto difficile d’intendere come neh' Ambito del corpo ,fia cofi facile da communicarfilo ferito infetto dall'•nano al- l'altro corpo,poiché la facilità del tranfito, et dell'agglutiniavone age- uolmente fi fà col mezzo de Ile •viene, et arterie , im per nache per effer eglino di figura cauain fe fi effa raccolta, hanno gran forza di tirar à fe materia tenue, et di celere movimento , et muffirne per effer ella di natura congenea, et njniuoca netti fpetie ; ueHanon è mia fintione quanto al tirar delle mene, et arterie, ma dottrina chiara d'Hippocrate nel libro dell'antica Medicina, et più diffufamente efiefa anco nel quarto de Mali oue rendendo la ra- gione, perche le malatie degiouam fono vehementi, et acute, rffon- de, che ciò nafce, perche le loro vene fono piene di Jangue , et robu- ste, et per l'incontro quelle de Vecchi fono languide, et poco meno chè •vuote, et perciò anco molto refifìono alla pefieh bu omini d'età fenile Diftinto dalla Pelle finapKee# perche poco (talito tirano dentro di fe, ejfendo la loto refpìrottone ra- fé, e tarda, come •veloce gagliarda, O* frequente quella de gtouank Dijfe *vero il Filofofo ne* tifiti* che il (omaggio tra tutte F ba- nane caducità fi communica facilmente à chi fi fia della mede-» fimafpeùr*queFla è vniuerfale figgete a a molta $nt enfio- vefs remijfione del malerbe però non varia la natura della fpetie : Racconta Scrittore degno di fede eh'effondo egli In Trafile* in tempo di fierìffimo conteggio nei mille cinquecento*e fettantaott® gli Elùetif foli marinano, 0* per gran Stupore ninno qua fi de Frate- cefiy o Italiani •* la medefima riufeitafe offiruataà Mantoainque- lli noHrì tempi* poiché •vi mot fero gran quantità dì mibtie ftallo- ne* O* arrìuatìuì li Tedefchi cefo il conteggio, & pocbìffimi morfero di quella natione* quel fuccefio fu afcritto alla dìuerfità de i *vì- meri, cb'è l'tttejfo con la de temperamenti* e compitatone $ frvniuocatione della forma in tutte la naciom ì la medefima, ma no- tabilmente dìuerfa la conditùme della materia , dalla quale dipende lo fpìrito* che mentre manca della propria analogia con lo fpirito (Col- tri corpi molto diffimiltper clima , e completorie, impedtfce fedi* mente Feffetto della conteggiane. 4 *D 4 que[io mede fimoprincipio, e fondamente fi può fodìsfare alla curiofttà di molti, liquali non trala/ciano d'inueHigatre per qual ri/petto il conteggio neipatp molto caldi * 0* molto freddi faccia d!ordinario manco Hragge, che nellItalia tutta, 0* muffirne nel- la parte ptù falubre, 0* temperata della Lombardia, oueper aui- fo delle Storie fhà fatto fempre notabilmente fentire, (gf noi me- ri e fi mi habbiamo pur troppo offiruato Feffetto nell'anno adietro * fffi nel preferite calamttofì* (fff infelici* poiché fi fino quafidefilate 1$ Città intiere* non che le •ville, 0* li Camelli. Per fondamento di buona, 0* adattata rìfpoHa è neceffario fa• pere primieramente, che Fhuomo tra corpi è temperato in modo * che Galeno al primo de Temperamenti lo chiamò fi Ater a * (fff regola de IH e Sire mi, (ff altroue affermò, che quanto maggiore è la temperie de corpi,tanto più fittile è la caduta alFinfermità £ogni fatte delti me* Trattato di Contaggio defimlì teniperatljfimì, tra tutte le natìoni fono l'Jtaliarìì, Il Lombardi, poiché nati di fpìrito tenue ) fono d'ingegno, & di natura •perfatile ,accommo iati alleper mut adoni, ma pieni di mòHitle, (ijf fragili di tejfìtura, & perciò anche grandemente fottopofii a mali d'ognì /petìe>&* non altrimenti allinear (ioni eterne, O* maffime d%attività notabile;cont èdejfalatione d'alito contagiofo 5 <v L'efialatìone ò alito per Annotile alprimo delle Mete ori fi ge- tterà) et fi conferua da calor moderato iniota di temperie: il caldo col fecco in arida regione diffipa et distruggi il fondamento dette vapor a-, t ione) et per lo contrario il freddo grande dellambiente per loco dfc Stante dalla prolifica lattone del fole, congrega, et condenfa di modo > che rimane perciò impedita ne' corpi ogni orofa eleuatione : Hora alpropofito delquefito il fomitev; 0 feminario della peSte contagiofa, altro non putrido d’human a foUanzA* te condurne) il quale in qualche loco, ò Città di arida costituitone del- l'ambiente , et innate complejjìoni viene coficonfunto, et diffipato Ì precifi tempi d'anno, che ivi con Hupendo fuccejfo cede perfettamen- te il contaggio ) come per avventura nella Tvrchia, et nella Spagna ; All'incontroper eccefio del freddo, come nella Germania) et nella Fiandra*fi trottano di modo preordinarlo retufi) e deprejfi li aculei della cont agione, che riefeono antòdi poco impeto, et rvehemenzd)fi che li huominì a pena fi guardano dalleprattiche, et dal commercio; polche con ogni mediocre diligenza , and dalla fola mutatione delle Stagioni s'eStingve, ete eeffa mloro compitamente la calamità del conteggio ; Giova pur anco prejfodi noi la freddezza annuale nata dal re- ceffo del fole ) et dall'aiuto de sventi,perche incrajfa l'alito della pe- stilenza ) et attempera li bollori del cont ago io, come in effetto nel- l'orrida Stagione dell'anno decorfo in Venetta il negotio era ristretto àpochiffìmo numero de cadaveri che daua ad intendere a molti nudi della profejfione la totale Itber adone della Città, ma afeefo di nuovo ih fole ali'Ariete, al Toro )nata la Primauera el caldo y gonfiati i corpi? et elevati li fpiriti d*infettitene , che rimafero '(in chiù fi, et cony DiftJnto dalla Pelle fempliee. 2 f caletti dal freddo nei pippelettili, et ìmmondicie delle cafey come > & per altri molti prodotti di recente ne* /oggetti mall'habituati 9 run altra evolta se fatto fentire} percuotendo la Città con celerà eflintione. Onde fe noi 'vogliamo ben ponderare lo flato della Nat ione no* flra Italiana 5 & Lombarda, che gode della cinta del Cielo più foa- ue 3 e temperata con varie evidentemente rvediamo, che comperando la natura molti doni à noipre flati > non hàpotuto libe- rarci da qualche difetto , necejfario confequente delle medefime ca- duche perfettionì, oppofitione , ty* difetto è la debolezza , fApm lità delle noflre complejfiorìi, nata da rarità di tefitura, e molhtie, e quefla dalla moderammo, di calore accompagnato da humìdità affida* de Ili eie menti y che ci circondanoper l'irrora (ione de quali copiofe fi fanno esalai ioni , &* mutai ioni di noi fìejfi 5 tl calore e sì ino di quefie noflre regioni non potendo effer cofi longamente prodotto y o ecc ejftuo in grado, che non habbia ajfociato molto più (hurnido, ch’l feccoy quindi èyche anche più pernitiofì fono li malori di putredine, C maggiormente la come capo di tutti nel me de fimogenere y fiche tl calor noflro dell e Hat e è <vigorofo affai nell* con- feruatione dell*alitopeBilente y ma nudoy ò privo d*aridità y 0 ficcità notabile > ò nulla <vale nel difìpareyés* confumare la fede, ù feminario di quefla lue pernitiopfima. Se tale è la verità 3 come chiaro la conofcìamo dall*efperien* Zjt ? impari l'huomo Italiano à fpefe, O* perdita de paffati di temere l*infezione del con- . ? t aggio molto più in tempo de le al- do 3 che quando il Sole camma fopra la pala del Zodiaco nella diflante fede del Capricorno, . ' ì pefci. Trattato di Contaggio Differenze della Peftc. Cap. 9. di?efyianatione fatta fin horahabbiamove- C- àuto a battan\a la natura coft della pefte V fimpl*ct 9 come del cont aggio d'human apro- iH P prietà con la dottrina d' *Arìftotile nelle prò- pofitioni fplicate. Auicennan/idde fìtto nu- be la differenza effóndale del contaggio dalia pefte che introdottala peflilenza, fi rende indi contagiofìa per modo di p articolar prepar atto* 7ie, con tutto ciò non è defìefìo ad altra dichiaratone intorno alla ma- niera con la quale fi fabrica ilcontaggio, ne meno diuife le caufe del- [ama, tifi l'altra fpette di pefiilenz*, anziana folarìaddujfe,che ferua alla peBc affo luta afferendo >cbe non fi produce la pestilenza in genere cheprima fi commuti Paria nella propria fio fian- ca; con la medefima ofcurità fono cantinati anco fin bora tutti li mo- derni per quanto ho potuto ojfìruare, niuno di loro eccettuato : S'io con la dottrina d’Artflotile haurò incontrato qualche mag- gior lume in queftopropofito, non soglio, che ciò fia aferitto a mag- gior efquifitez&a del mio ingegno, ma più toflo a molte, tifi gagliar- de *veffationt d'animo che mi fono incontrate percaufa di montaggio, lequali mhanno fomminiflrato oc cafone, anci pofio in muffita di farne fpefie <volte profonda contemplatione ; o Per tanto la primi, ftfi più importante differente di quefìa cala- mita farà che fi fepari la pefte femplice dal cont aggio >quef}o co- me proprio dell'huomo fìlamente 5 & quella commune a bruti ; per- che incedendoproni, & affumendo facilmente con l'annehto l’efft- latione corotta dell'aqua >&* dettatemi fi rendono anche à quefìa pefti lenza più foggetti dell'huomo ; Oltre la diferenze, che fi caua dalla natura del male, differente è anco la pefiilenza in relatione à corpi ? che ne fono capaci, (jff que- Diflinto dalla Pelle fimplice. ttl quanti fono tra Je Beffi difcrepantì di genere, ì dì fp etie, tante apunto fino lepe fidente * Tco fratto ber bario afferifce, che le piante patlfcono la fette quan- do nvengono de fraudate, e corrotte nella fittane# del proprio ali- mento , che farà fecondo vna conueniente proportene di quella ma- teria, e fugo Heue,cb"èinttrumento della facoltà loro •vegetati- va, attrice*, 'Ver Ari fot ile nella claffe de bruti, liCaualli, Houì, e d* altri tanto filuattci quanto domeffici fino fittopotti alla fette, ma però conuiene che diciamo efferfra fe fi effe dtfior danti que fi e petti lenone 9 quanto fino differenti tra loro la natura del rBoue, (£/ del Qauallo , poiché trattandoli Filofofo delle pernitte delti buomini pere off dt con- faggio, dtjfe, che quello male )proprio dellhuomo,cioè fincato dal- la natura di quetta fpetie con analogia alla forma • - Sono di più differenti tra fi fiefje le petti rtfpetto alla proportione, che tengono •verfio <vn'indiuiduo, ò fue parti, imperctoche fe lo [fì- nto corotto in proprietà di fittane# ne ì primi corpi , ne quali s è ge- nerato il carnaggio farà fatto, ò formato in forma <tefempio da fp't- rtto corotto dbuomo giouane, O* biltofi, quatto in/pirato pure da gen- te di fi e fi a età, & ripiena d'bumor colerico facilmente moltiplica fi Beffo tn materiaproportionafa, indicorompe, (jjf dìttr ugge lame de- finta conditane di perfine, e> all*incontro ilprimo fomite, ò fi mina- no dtpette, che fi produce in età fenile, O* complejfione flemmati- ca, b attendo origine da fpirito più era fio, & difficile al moto, quetta pette farà più lenta ned operare, & produr il fuo effetto, O* incon- trar à d’offendere più facilmente li buomini, e donne fenili, O* co fi anco le compleffioni aquofe, terrettri, che le ftnguinee, e coleri- che, O* litteffo, ch’io dico deli’nidiutduo, s'intende fimilmente delle fue nj fiere, perche fi bene con la dottrina del Filofofo, che tutto fippe, ogni fpirito vinifico fi fa per rvirtù del core, &* fi dtjfemina ad ogni lato del corpo , nondimeno per •vna diuérfità £alteratone particolare, O* accidentale, che aquittapure nelle partì, ne'quali de- ue efircitarfi *varietà de fustioni, yiene lo fpirito à riceuer in fi i$$ » dt Contàggio fleffodiuerfìtà tale, chè Varia anco fieli*analogia •, Stane chiaro esempio il vaporputrido eleuato dai 'Uaridi , che ' bH facoltà di machiar la felle d'altro fanciullo fimi le all* infermo nel- la natura delfangue', il furto eh’efce da occhio infìamm at 0,altra par—s tè non offende,che l'occhio d’buomo, che li s auuicìna, & l’alito dipoL » rione gUaflo, e corottò efpirato dentro delle fauci dalli astanti molli, ■ (fp di fintile profapta, ouero rinchiufo nei drappamenti d>ognt forte,* tanto s interna, che ritroua altri polmoni, lì dtttrugge : L'ifieffo apunto fitccedenel cont aggio, fi che <vna Volta ojfenderà licore, & fi inconta nente non s e (lingue il fuo calore fa apparir tu- * mori fiotto le ajfeIle, ouero fe farà affiti rualido, e>* l’ambito del cor- ' P° &* aperto, trafmetterà màcchie nere alla pelle \ ò grandi con mortificai ione, che fi chiamano carboni, 0 pìcciole nominate dat- popolo pettecchle, ouero piu propriamente pefltcchie per denuatìone, che ritengono da lapefte ; wrìaltro fpititofarà analogico con il fega- to nelle conditìoni della materia > ma contrario , (fe antipatetico nella forma, & farà che fifianchi con tumefatione a feudi emoniorìj, che fono tìnguìn agite, ìlmedefimo s*intenda anco del capo per non molti- plicar dtfouerchio, &* fimilment e dell* ambito del corpo : vv Di più altri forte di peflesattroua con fibre intenfa, nuche-* Unente per copia, (fif apparato di bile, che fi corompeyèd altra con he- #dytaf lenta fibre di mòdo che aldi fuori non fifeopre alcun calore : ' Finalmente lepiFkhtftQe fra fi fivffe fonò differenti quanto ah le dtfpofitiom de corpi j poiché in vno di loro fi manifetta inconta- nente, in^vri'altro fi trattiene fe folta, e celata in qualche \ « parte lontana dal core, ma eccitata indi da quaL «Vwtt > t!j che errore efierno, s1infìnua ■ i d, de repente al principio * \ wj « vW Modella r fi tw«3\tvr> «V *0 cYtoì Mi *\'n;ccide wji Dìftinto dalla Pefte fimplice. \A J 1 J \ Segni antecedenti, & comitanti dellapefteAm- plia* Se contagiofa. . ' . Cap. io. 5jk «VT] | v h < i \ S «\r< . u. _ k ' « WtM' . \ì-. ■ ■,, Eli'ìntimo delle caufe , (fif differente efplìca- uri ! W te delLrvnit> & l'altra. pe Bilenca fi contea- , l\¥Ài i gonopienamente li figm pre-, fp| finti delle calamità pendenti,poiché quanto à M quell*peHey che featorifeedall'ària, ella è |vj IN lignificata fempre da tuttel'occafioniychepon- Ipd no farcì cpnofcer quell'elemento rìmojfo dalla fia conditione naturale, (ff alterato à coruttela , come à dire da fla- gionì dell'anno corotte, venti australi efuperanti\ mol-y tiplicatìone di caldo, (ff d'animali nati di putredine , morte de pecu -. da ù* de iumentty caduta delle fiondi > &* figlie d'alberi avanti tempoy maffime dì perficaro, O* di olmo , fetide, &* copiofe effala- tioni de lochi declivi, O* paludofiy ò d'animali infipoltì, inondattonì frequentiy terremoti, carestia, mortalità ffraordinarta di donne par- tenenti, & inditi/ tutti dipeflilenzjt ,o epidemia coma mune, e.% generica, nell*mgreffi yO* incremento della quale figgo- no li •tic celiti & nafeono facilmente la muffai e i rvermi nel pane y oarne, ed'altri alimenti efpofìi per pocofp atto,all'aria, nel qual tempo fi 'veggono fiejfi ne Ih huomtnt mali heutjjìmì tn apparenza x di po-\ cbiffima accenfione , e calor eftemo, deprecai fufficata dalla co- pta deirbumido la forvia, tfi energia del calorenientedimeno rie-x fconograipiffimìy e mortalli ■ \ * K Altre evolte fuccedono 'vigilie, deprauatione di difeorfo, tenfione d'ippocondù], paffiom di core, che tendono allapernitiey & fi co- me quedìi figni con altri di confimìle conditione fono communi à tutte lepidemiey ò cofiitutioni de tempi morbofiy mentre fi feopro* • 'k 'm • * Trattato di Contaggio . no rime fife ne Ila loro forzai cofi fe [arano frequenti, v continua- ti di molto tempo, gjr majfime in Ragione d'anno feruente fi fanno proprij, ò peculiari della vera pette fempltce, che proc e dedali'aria gravemente corotto : * » All'incontro la pefle contagio/a , o fa contagilo dlhuman apro- prietà, non ha più nuerace te Rimonto, quanto la morte edere diruna, o più perfine, che fono di fano apparato fenica caufa eftrinfica mani fetta,eccetto cheper filo vicinato, ftfi cohabitadone di perfona, o robba infetta, laquale nella fua natura contiene attitudine di com- tnunicatione a più foggetti, & per più evidente dichiarai ione, fe il Medico troverà mn wf rmo opprejfo di febre ,mordtcacione d'occhi 9 effe fa di tetta, & del dorfo, debolezza di tutta la perfona finzz pre- cedente oc cafone di laffi indine, ò tur bat ione d'orma , (£/ femili paJfioniyS egli eviene da loco fofpetto,deue fubito dubitare di pettt attacattcia, come fe coniaconuerfattone delmedepmo s infermar2 indi ‘-un'altro, & li rvenghino macchie nere per la •vita , ò t urne fat- tine delle giandole, è tenuto già dipronon tiare per fermo lapette introdotta, O* reale, & maf ime fe la perdita fuccederà in iena, o poche cafe dìnjn feto filo della città, mentre nell'altro circuito non fe fentono eventi di fimtl natura : Auuertifca in quefea parte il Medico che tai evolta la pette e cop fiera, ft) mordace, che affalifce incontanente lo fpirito analogico del core, toglie la vita che p fegni d'ale un a forte con trafmifeloni alti emontorij delle nj fcere, o deh'ambito del cor- po, et nientedimeno p perdono 1‘infermi di pepe, et perciò dpi Gale- no al terzo delle crife che molte volte ne* mali grandi, e maligni [uc- ce de la morte enfi per fiacchezza di njirtù potta in paragone alla grandezza del male, and mentre concorrono le altre condittonì efprtjfe, et il mate ccide l'infermoprima che la natura faccia qual- che efpulfionc del Veneno contagio fi dal centro alla circonferenza, è ragionevole di credere, che ella sij delle maggiori, et cofi *x/ehemente, che habbia in fe il fe minano di fare col progrejjo di tempo grandifiìma Strage [Iche mi par fi necefeario di ramiti t morave,perche Diftinto dalla Pefte fimplice. io che molti de Medici prendono in ciò errori gravi filmi > e et altri an- cora accìecati dalprauo efimpio delti profefjori dell*arte cadono ect efi* fi nella medefima cecità conpregmditto notabile delpublico, (pff pri- vato inter effe. Ricercafi con ragione da alcuni per qual cagione nelle peftilenzp apparifeono alt infirmi gran numero di t urnefatt ioni dietro torec- chie 9 fitto li fcaglì3 &* nellinguini, nei quai lochi dalla natura fono fabricate fiottane fpongiofe, che ricettano ogni mala qualità, & eferementi delle *vifiere > O* fi feopronoparimente macchie nere veli*ambito del corpo, O* particolarmente in tempi caldi, o carboni 9 o pettecchie3che pano» A queflo quefito io rifpondoyche ogni tali'apparenza è effetto di fpì rito alterato, (pff corotto, trafmejfo dalla facoltà efpultrice alle parti- celle più rariye molli defluiate dalla natura a gufa difintine, e cloa- che del corpo per ricever in fi ogni forte d'immonditie>& qualità perù ni t io fa d‘eferementi 3 & perche tl me de fimo fpiritoper fi fteffo e atto di elevare, & gonfiare li lochi tutti fpongiofiy e glandulofiy de quali è pieno tutto il corpo, come lafiiò fcrttto Hippocrate nel libro intitolato dellegiandole > quindi è che nella pelle Vniuerfiale in particolare nel contaggio, che nafte da fpiritopiù fiottile, fi *vedono eieuationi, e gonfie%$e moltip lift 3ch e fiotto diuerfaformayet apparenzjiyfannofacil mente riforgere ogni commune3eproprio fintoma peftilente è cotagiofi. Pronofticodcll’vna e l’altra pefte. Cap. n. ANTO la pefte femplice 9 che dipende dall'ambiente corotto 3 quanto la contagiofity che fi fa da proprietà di fi fianca •vccideil Tj) maggior numero di quelli > che inferma : Ga- eno dt fibre pe fidente al libro cita- P2£>N to deprefaggi che ficauano da polfi3 due che quella la quale è fondata nelle parti folide del core, toglie la •vita fempre alcun riparo, & alt incontro tal - Trattato di Contaggio Volta è fanabile quando la fu a fede è collocata foto nel/t btmon con- tenuti nelle cauità, ò 'ventri celli della mede fi ma 'v fiera, (fif difc or- rendo egli pure del contaggio 9 afferma 5 che non è di minor pericolo il conuerfare con gli infetti di mal pefiilente contagwfo, di quello,che fa con U rognofì, & aggrauati di lippitudine : Hora f? alcun curiofo mi ricercarli per qual cagione la le- pramalt atti alla communioatione non fono pericolofi, ed!il contaggio malatiapure collocata nell*ordine dicommunicatme apporta co fipre- fi a> & formidabile pernitie i > ffo lt rifpondo con Ari fi ùtile ne1 quefi ti, che il cont aggio della fca- ble j & della lepra e fondato in humor efcrementitio craffo , O rui- fcofopoffo piu,e meno nella fuperficie del corpo,condiiioni <&* laltra, che tanto maggiormente rendono il male ftcuro, quanto che lo fpirito nutntiuo,0* •vitale in que Hi non ha vefvnofò poco patimen- tojtsr grandiffima alt incontro et off e fa dello fptrito nel contagio per •parto modo d'alteratione chiamato naturale, vitale3 o animale. Nella elafe de mali contagiofì di peggtor condttione per certo e il tnal Frane e/e,e d'altri del medefimo ordine, ma pero anch'ejfoc mala- tia lenta per lo piu ne li'operar e,et di pochiffima attutita per effer ripo- fi a medefimamente la fede delfuo rveneno in flemma corotto hu- mor craffo flemmatico, e tereffrey onde conchi udo afiolutamente, che tanto meno fono pericolo fi li mali, quanto piu reHadlefo, et intatto lo fpirito mìni ff reprimano d’ogni no fra operar ione. Altri defìder anofaptreper qual ragione d c ontaggio nel fu o princì- pio fia co fi mite, et lento, che rare 'volte viene conofciuto 5 et nei pri- mi tempi occupa per lopiù Upiu bajfa parte del popolo , effonden- do fi indi pian piano ad ogni condttione dtperfonefi che nelle Città po- polate la Hragge del fecondo anno rtefee più grande, et vehemente delprtmo: A quelle curiofe interroga t ionifi rifponda, che il cont aggio traua- gita ne t primi infinti la gente più humile della Città,perche fi come ilfuocofacilmente fi accende nelpabulo arido e /ecco, cefi il cont aggio più ageuolmente s'annida nelle perfine mal nutrite, et habttuate, che Diftinto dalla Pelle fìmplice. niellibuomini chili, et citconfpettialledififefe loro3 quando mafifime ■ s incontra ttrettezga Hraordmaria delunto • onde fpefio amitene che molti de Medici attribuirono facilmente li primi auuemmentt del male alla pouertà, & patimenti della plebe 3 O* quella pur anco *volontari fi lafcia lufingare dalla cupidigia di non defilerà da l proprij rutili, & mterefifi ; Ma quefti tali che poco conto fi fanno delle cofe piatole finauedu- tamente tengono foprafatti dalle maggiori , fiche per fuggire l'in- contro di cofigrande inconuenìènte > nelli primi e u enti dubbio fi dì que Ha natura, doneranno li Prof efori noftrt, fermati nella douuta fpeculatione ricorrere altor acolo d'Hippocrate,dal quale babbi amo,eh e tutti li mali nei loro principe fino affai deboli : O* dopò lui Annoti- le difife, che vn tenue principio contiene fpeffo facoltà di fufiitare no- tabili progreffi, li quali moflrano di vantaggio il vigore, &* efficacia della fua origine , O* per dilucidatone della verità à me per bora njengbi permeffo di argomentare con molti indiuiduì della me de fi - ma fpetie quello, che fece ilFtlofofo apunto da un intiera fpetie al- l'altra nell'ottano dell’iti ori a de t Animali al cap. 2 9. oue dice, che li morfi delti Animali Venenofi fono tanto piùgraui , e pernitiofi, quanto che uno di loro e vorace dell'altro, imperciocbe dt doì ueneni fiparati fi ne forma un terzo molto più fafitdiofo, O* mente 5 ffn forma d'efempio la vipera deuora lo fior pio, O* indi quella me de firn a morficando introduce nel ferito accidenti più feui,& tra- uagliofi di quello foglia fare comifuofilo,e proprio veneno. fi rac- conta finalmente net frammenti del Filofofo, che ejfendo gra- ta alle uefpi la carne della vipera', che pur anche mangiano in Staf- fa fitta dell'Arcipelago nella Grecia, le medefimc vefpt tirano a fe il veneno della vipera, onde fi poi finfiono alcuno con il veneno raddoppiato, eccitano tanto male, (fif dolore cofi atroce, che fiupera di gran lunga il morfo, O* afflittone ordinaria della vipera : Cofi al mio propofito la pefie coììtagiofa dijfemmata, & inuigorita per via dialiti corotti attaccatici;j di molti tndiuiduì wfieme fi ren- de affai piu efficace di quello che sij m Vno, c dot fili [oggetti, & fi Trnteto di Carnaggio commvnìca facilmente attutala fpeciefi'acendofi&nahgUìndifferen- te oltre U contenuta nell* forni* 3 anco quanto alle sondi turni mate- fialiyche fono acuti*) mifcidità ,e calore appropriate qualità co fi alla peti eccome fegvaci dognt fi fio , età ,0 comp le filone 3 per ilcbe rute- ne ragionato Iwenteil c omaggio ad aggravar fi malto 30 da fi ftejfi di ragtone è f limato peggiore delmorfo della rpipera, ed'a ltri ferpi, perche il •veneno di quefli fimfee l'effetto Mila fui perniile nel corpo dell’huomo. J animale ferito ,0 lape He di proprietà fi communio a, & dittribuifce da nan individuo all’altro per infinito numero , 0 fapptamàgià con Anfiotile cheper taufa di [punto cerotto conprefiez- %agrande fi communicala pette3 0* comparata di qualche radica- zione y & pojftfiopiti malagevole di rimedio è la contagiofa, che U fempiteci ($T tra le contagio fi più travaglio fa e quella che fcatvrifie da /pirico acre, 0 fiottile dal quale fi produce il conteggio talvolta con il filo fguardo, come habbiamo nelle Stampe che facce fife nel mille trecento quarantaotto à Roma fitto Clemente fitto, fgfi ne dice la rela rione, 0 hittoria efpreffa da Medico e Chirurgo pontificio* che £ infermi mortuano con grandi/firn ceìmtà per U meno mire giorni di febre ajfidva,0 fiuto di [angue }0 mi prò gre fio ogni ac- cidente ficonuertt in antraci, e tumori dello gondole, cioè m carboni, e mortuano indi Cipfermi,in ftnque giorni >* E cofa chiara, che dura U ptfif prodotta dall’aria fipoche firidu- ce il mede fimo elemento alla fia conditione nattua, C7* m tengono diffipate , 0 difimtte Ceuaporationi corotte 3 0 annichilati tutti li fomiti delle cavfe antecedenti \ firnilmme il carnaggio per fitte fino alCoflttmo etterminto 3 0 ettmttone d'ogni mimmo [minano con- tenuto nelle 'vifeere deih huomtni 3 overo conferuato nei fuppelletili molliy e fpongiofi d’ogni forte \ Onde ben fi può conchiudere, che tape Bilenca fia il maggior fla- gello che habbia formato la natura nella per,dirione eie li huominr, per ciò Ezechiele il Sauio al quinto3 e fitto capo della fia profetica, e [anta pohria minacciò la patte per e frema afiltttione all’ imb e diente CittàdiGicrofilimayigf fitto ilgoverno di &auideal z. (fif *0. Diflinto dalla Pelle fimplice. ìì de i litri de Regi tengono paragonate infieme la fame danni fet~ t e Ja guerra di tre 0* la peBe di trefoli giorni poiché / » tre foli giorm apunto la peBilenca ha forila di eccitar tanto male, quanto le altre calamità in longo fratto-, fiche *veramente ella e la falce fopre~ ma della natura 3perche miete in vn tratto indifferentemente ogni grado 3 e condizione di perfine ; c'F ben poffiamo dire con le leggi, chi nonfa conto della pefie3 non te me Uba di Dio $ _ Ne mi fi apponga alcuno dicendo 3 che cono fiuta la' natura della pefìe> deficiente farà la medicina, fi il Medico non vi trotta opportuno riparo oltre la fuga 3 impercioche UBeffo Hippocrate parlando tn gene- Tale di tutti i mali, rìfpofe à quefi*obietto 3 che molte volte è ba jìante il Medico à cono fiere ; ma non già à fanare, ancorché dottoro} efpcr- to 9 l'impoffibilità nafce tal nvelta per fola* incapacità de corpi difetto y ò mancamento dell*arte y 0 perche troppo tardi egli *vengbi chiamato adoperay oueroperche in alcuna forte de malori co- fi pr e fi a è la depreffione del calor fluente per l'efficacia y (fif att tutta del male, che tjfendo già ruinta la natura all'introito del Medico non hà loco alcun rimedio ; di queB ’ordine apunto è la pefte, ma fi fime il cont aggio, che per lo più precorre > njince ogni bumano in- tcadimento ; ’ . \\■■■• j <* km.1 ' t SaS\ vfo xZ Anco quelliy cheprofejfanoperitia nei mali de bruti fi trottano tal Volta nel me de fimo laberinto, lo conferma AriBotile all ottano del- li Bori a de i Ammali al capit. 24. oue dice, che li Cannili gregali fino foggetti à tutti quei diffetti 3 eh*tnfe fi ano anco gli h uomini , O* alcuni di que fi ifono infanabili per lo più di loro condittone, nulla gioua larte, quando dalla natura fila fpontaneamente non fi rtfiluo- nOy cornei ordeaceo cofi chiamato, C* la p afone cardiaca 5 Onde potiamo ragioneuolmente conchiudere queBo capo , che là mede firn* difficoltà di fan are la & maffì- mamente il cont aggio fu incontrata fempre dalli huomeni di ogni paffuto fecolo „ Trattato di Contaggfo Intcntioni neceflarie al Medico per preferire, & fanare la pefte fimpljce, & contagiolà. Cap. 12. 01 fopì principali donerà haucY il Me dico in tempo di y di questi hàn- V guardo à corpi , t altro alle cagioni effetti-' r u€ efterne » Per quello che s appartiene alprU moytanto nella pefte fempltce,quanto nel con- taggio rvfarà ogni diligenza pofiibileper le-* g> uare da corpi ogni diffetto, 6°" immonditie cbe tui s attrouhr elìdendoli puri,($ liberi majjime ctcfcvernenti trat- tenuti di qualche tempo,poiché in quefii per mio credere fi accende facilmente fcpetted'ogni forte> & di qui e che quelli li qua- li fi trouano in affiduapurga in tempo di quefia calamità 3 mero fo- no fiati lungamente medicati di freficofe difendono d'ordinario fio- praogrìaltro'* v§) <vw t \tu^a Si che per ogni modo farà ottimo configlio di render li corpi tru- ffi ir abili, netti da ognideprauaùone , C* validi molto per refi fiere » fiali* e fi ernO-ingiuri a d'ogni cagione auuerfa , cofi nota Galeno alprimo delle differenze delle Febri al capo 4. Auicennaal trattato delle affettiompe fidenti, (fy tAuerroe al cap, io. della fi* tonda fettione de Collettami : No» è cofi uniforme il modo di alterar li corpi in tempo di pefit quanto alle prime, & feconde qualità3 impercioche fé bene nella pe- fle fempltceche fi fà dall'ambiente corotto conutene ftmpre per fe~ gola njniuerfiale e flenuare, e>* efiicare le<vifcere e l fangue piu> e meno conforme alla de corpi dentro dei confini della fanì- tà, ciò per refitfìer altambiente craffio, pteno di turbolenta, nel cont aggio però altro fiudio non de uè bauer thuomo, che di conferuar fe fleffo nella propria> & naturale fua temperie, ne fipenfarà dim- ww - , • Diftinto dalla Peft&fimplfce# ir mutarla, fide theper /chiù are tecce fio dì qualche qualità efiranes £ morbo/*, onero fi fi nuderà che il cont aggio faceta celére deper- di,tioneper fomite di alito troppo fìttile, &T* mordace,nelqual l afo po- vera con alteranti moderati, fjy alimenti quotidiani, (£/ famigliari* incraffan alquanto, & attemperar li corpi, Cri majfime le compléfì fiorii caldeo* coleriche in Stagione t fi tuoi, perche fi come n; e dia- ma, che la pe cont agi afa intempo de llaprim attera, 0 Au- tunno fa maggior firage tn quefìe prouìntte, co fi fe noi nforremu confonderei* fcopodelt operare di quefìo male, con quello, che fil- miamo convenir pittila nata dàlt ambiente,e efficando li corpi,renderemo fenica dubbio il tontaggio più acuto, formidabile; * guanto daffetta ali*int emìone di ye fi fi ere alla caufa efficiènte efhrna dellapefle, que fi a mede firn a tanto e quanto ance per noi è differente la commune dal cont aggio, imperdocbtt nafiendo quella dall’aria crajfo, e cor otto, gjr dtpiu in ff irato ' fitti' forma df eie mento,ogni noftra ìnduftrià*far* che fi coregga, e emen- * di l'ambiente medèfimo, efienuandolo, f£ipurgandoli da craffe, 0 copiofe effalatìoni per ridurlo alla fiia temperie, Qp naturai condirte- ne, 0quanto allapefte d^humanaproprietàèhi am atacont aggio, al*4 tro fiopoprimario non deue hauer l’huomo, che di Star lòntano- dèi* commercio> di per fona, o robba contaminaia, peccando più to fio nel rigoreycbcnciU fiduciarilajfatione? Tale è il me: ho do di difendere licorpì daW'Vna, fg/tallrapt- Be', il methodo apunto è fìabilito dall’arte, ftj diquefitt i proprioil* fapere,perche rimira f vrimerfiale, & la cagione d'ogmeuento, and* ìt artefici Valenti vengono fiempre dal mondo honoratì', 0rtpuHtÌ, nientedimeno li efperimentatori,che chiamiamo communementeprat- v tichi, et empirici fono fempre più fortunati, et ficuri nel confi* guìre di quello, che sìjno li Artefici y poi che il Medico non efèrcita la Medicina con la perjona di Socrate in quantobuomo, eccetto, ebe- per accidente, fèndo l'huomo oggetto più to fìo dèli*Artefice, ma li ap- plica and il rimedio come a individuo fognato, impcrcioche tutte' le $6 Trattato di Contaggio Attieni fi fanno intorno a corpi /ingoiati, fi che lìfvno, et l’altro di loro verfano intorno alla medicina, et congregati infiemé la rendono compitamente perfettdyCome Ìartefice dtttifo dall' Ojferuatore 3mlt’ ap« pheattone delle fue fpeculattoni fpejfe uolte decade dalla confetti- none del fio fine, et non ha franchezza alcuna di operare, co fi anche il medefimo prattico y et empirico da fie folo la teoria dell'arte , opera da cieco, et infenfato nella gufa, che fanno le cofie inanimate, come à dire il fioco ficalday con/urna, et nonconofce-ypo- feiache t efperienza. s*a qui fi a con atti frequentati di fola o/fema- tione3 indi dall* ojferuatione già riabilita 5 et confirmata per /officien- te enumeratone nafice l*arte,eh’e Vnopinione njniuerfale compofìa di molti /ornigli antt concetti intorno alla medefirna cofia $ fn forma d’efempto à Socrate, à Calli a 3 et à moli altri hà confe- rito nella febre ardente il beuer dell*aqua, ò la mìffione del /an- gue , eccoiefperienzz > veduto di rvantaggio in molti altri indtuidui , che ilrimedio non hà l fallacia in alcuno della fpetiey indi riforge <vn concetto commune, che forma la regola, et la generalità deli arte : tutte fono pofitioni delJFtlofofo efprefj'e ne/f ingreffo del- la diurna Filofofia,et $onfirmate pienamente da Galeno nel libro del- iottima fetta à Trafibulo, ne fife condo, et terzo del Methodooue conchiude al mio propofito, che per rettamente efercitar d'arte della Medicinale neceffmo,che \l Medico fi v agita vnit ameni e per de- bellar i mali cofidelle ragioniy come dell* et'foggmge in con firmatone della fentenza d’Ari fiorile, che quel folo fi- può chiamar *v(ro Medico, il quale cono fi e non tanto con moltiphci y et ben fondate ragioni lmtentione, che fi detti hauere per fiperare Ìinfirmiti 3 ma che infieme con inueterata ojferuatione a-aleper ap- plicare 3 et porre in effetto nf mali fanabili l’adempimento di fa- iute y Di queflì fi doueranno calere li Prencipì nelle loro occorrente, et maffìmeper affari di tanta importanza > quanto ricerca lo fiato di pefhknZfy che cofi fecero li antichi Regi, et dominatori del Mondo, et battendo io fin bora imefìigato quello che fi conuieneper dtfjen- Diftinto dalla Pefte femplice. I* dere li huomini dalla calamitàpeSlilente yfeguendo il mtttodo della rfiolutione propria deli'tnfegnamento dell'arte per Ari fiorite al *$• T e fio del fettimo libro della Metafifica yfigue già con modo dt com•* p fittone eh3io faccia la raccolta d'ogni rimedio, & raccordo approua* tocofiperconfegutr il fine della falute nell'inferminone per la con- feruatione de fant3 & quella è la ficaia del tranfitoy che coSiumA di far il IMedico mentre pajfa dalla Tcorica alla ‘Uranica » Cautela de corpi per la preferuatione dall* vita » & l’altra pefte con purga vnìuerfàlc» & antidoti communi per via di qualità manifefte. Cap* < i j. COSI angufio lo /pàtio di tempo in che fipui. /M operare con frutto nella fiato effetttuo dì MJj ptffdcnzji') che none dimarautglia [equafi del tutto frufiatorìa fi <vcdc Copera del Sf Medico in quella calamità ; Ver tanto io lodo > che hauuto ogni matti» ro3 & douuto riguardo alt età, compie filone , &> tempo d'anno 3 &* non altrimenti alla qualità dellapefie, o con- faggio come notai nel precedente capo 3 fi purghino diligentemente li buomtni, che non fono di totalfalute in tempo di. Primauera, O* Ah» tunno per il meno3 & in particolare quelli, che per pub lic a & pr ma- ta amminifiratione fitrouano in necejfità di trattenerfi in loco di con- fagiane con euidenti3(gjf continuati pericoli : Quanto alla pefte femplice non è dubbia y che donerà efier tratta- ta con alteranti efiemtant't, & ejficanti, & di mediane fluenti* che purghino li humori aquofi e terrefiri » come nel primo ordine lofi- mele ) il mel rofato} il decotte di dt perfemolo, il (troppo dì Trattatoci Confaggio méntd+càpiluenere, betonica, e fcorzj di cedro , tra ' folti enti /'agari- co , il mel rofato folutìuo, la manna ffialappa, il diafentcon , le fpetie tlefcopb, le pillole aloetiche, ò fole, onero con mirrale croco: in d'habiiiforti, di molto ctbo,&pieni df e frementi,fono commendabili: pur anche li e Bratti d'ognì forte, le pìllole efficaci, tefuta, fiantimonio la gotta gomma, e'I mercurio di vita 3 che motte ìnfieme il C5feceff $ Ma notifì che quanto più s'andiamo necefiariamenie dilatando in quefla forte dipeBilenzgt nellcfpurgatione del corpo, tanto meno, fi deue penfdréàlla mififione del [angue, del quale perciò Baremo molto cauti ,o afiolutamente digiuni, &* quando pure ne faremo eccitati da' imminente offiefa di qualche ufcerà ,fifarà fckrfa euacuationc dalle uene fuperiorì 3màperauuentura fi tonuenirà più abondante dalfiinfimey ò fedali,ouero de. piedi) maffime fi [fiero pregrefie fùp~ preffionì dell*emorroidi) ouero della matrice. guanto s'appartiene al contaggio $ io dìffiche bifognapaffare con moderala grande nelle comm ottoni della temperie, &* compie fifone dìciaficheduna)precurando di trattener e ogni/oggetto in Bater a del- la fua natura) poiché acce fi di \fiuerckto, et agitati li hu mori,difgre- gato indi) Ó7'* difperfòilcaler nattuo, fi fà languido)&perde la di refiBere all'efficacia dell'alato contagiofif come congregato,et Vni to vale molto per efpellereedoppugnarfi utgorofamente contro lapra- uità del medefimo alito putrido,e communicabile ; -fin forma d'effimpio nell'e fìat e,per tetà gìouanìle 5 in loco diaria fittiley et pefiìlente, che •uccìde in poco tempo) fi eleggerà il t amar in- de, ii frappo rofatofolutìuo, illenitiuo, e fintili placidi foluenti, et quando pure fi [copra copia di bile diffonder fiper il corpo a modo di {urgenza con molta deprauatìone, à ragione di perfetta purga )fi po- tra pafiar in fine ad una comteniente dofie di rh abarbaro, ouero an- che d'eBr atto dt fugo di rofi commiBo con li rammemorati medica- menti, Btmando io in queBo cafio molto minore il danno de II*agitativi ne fattaper via dipurga yche di Ufilare il corpo nello fiato didepra- iiatione profiima caufa,c condii ione della contaggioneger quello, che Diftinto dalla Pefte frmplice* 41 ne fcrìffe il Pilo fifo nella, dtfcuffionc de problemi ; . v Attemperanti del fangue faranno decotti\ o eque, herbìyradiclt e fiori d’acetofa% cinque foglie, endiuìa, fegatella, iatagani 3 aranci> e cedri \ . . * La redondanzg della bile efcufa non foto, ma anco ìmpedijfe la mifpone del fangue \ ma doue queHo e folito di eccitare qualche im- peto morbofoyfi cauarà da brazzi, ò dalle manìypoiche nelcontaggio come dtffi nella foria più nociuo e il fangue follile, cheti grojfo, et quello ha per fede lap artepiù alta del corpo comelafctb fritto Ari* fiatile a l capo fecondo del fecondo libro delle particole de i Ammali ; Quefìa regola pero con tu filo che commune,patiffe tccettuationene, cafi di fopprejfone, ne* quali fi dotterà fupplir albifogno dalle uè- ne fidali, o matrìcali, perche con lapertura di quelle fi purificò non altrimenti il /angue dell a regione . x[ Di queHo modo fià efpedita lapurìfic>attoif%del corpo, dopo la quale figue per ordine, che fe difcorta delti antidoti, o fi a prefer- uatiui efficaci per noia dì calore, attemperando, ,ficcità > tenuità, b craffitte , de quali fin bora ti Scrittori tutti hanno douutopajfar in confufone, facendo communi li mede fimi nettvna, O* l'altra peHè\ v f per lo contrarioper nonmi dipartire da i fondamenti pro- poli nella difiimiwe ejfenttale delle caufe,pronuntia affolutamente, che nella claffe di tutti li alleffiterij pianto lifimplìci, quanto li compo- fi di tenue fiHanzj di molto calore, e ficcitàgrande fonò confini 9 (ff propor lionati nella fola peHe fempliceycome-à dire il Dtttamoja Gentianalb Stordeòftaruia, It fighi col fate, tra compoHt il Mitri- date* antico 3 leletuano d'ouo fmpltce , o campotioi appreffo li Amatòri della deHillatione,l aqua tenacale faglio diginepro,il T$aU forno del folfore ,1 effewzjt de radici di Pimpinella, d'Angelica, e Ze* doario, ò femtgitanit, ne quali io non mi doglio obligare con lunga, e t e dìo fa cantilena \ filo io dtuo annouerare in quefi’ordine la T ertaca fermentata di molto tempo, della quale con nome ajfoluto sparlando Galeno, ($f nelpropofito dellepeHe applaudendo al gran Legislatore della Medicina Hippocrate mentre fcrijfe à Fifone,dtffexcbe comeU 42 » Trattato di Contaggio pepe famofiffima£Athene fù di flruttay annichilata col foco , co fi egli contro la me de firn a lue fommamente commenda l <vfio della Teriaca y la quale per effer in certo modo <vn foco purgatilo, preferita i Sanìy &* fana gli infetti. * Antidoti delcontaggio nelle facoltà attiue contemperanti 0 mo- derati 3n e Ile paffiue perpetuamente epicanti faranno il corno di Ceruo, il magift ero de Corallina terra figillatay la galega}ò fia ruta cafrana, il penta filosa tormentillafiàcetofa3 la conferua di tutto cedro3 U con- fettìon di giacinto fialchermes fi e firatto di Scorzonera Ja conjerua di garofoli fiori, l'elettuario 0 giuleppegemmato edyaltri infiniti [empii* ti,ò compofh di virtù, è qualità non dtjfimile. Modo dicoregger laria corotto, & di relìfler alle caufe della pelle fimplice • Cap. 14.' S RESTAR AT l alla dtffefa li corpi ìfe la peBe farà fetnplice, inueBigata con ficurezga lo- *riginefua3paludifpeloncbe3cloacbe3 corpi da~ ni ma li insepolti, 0 altra impurità dell aqua 3t ftj della terra , immediatamente fileutil fondamento principale di coft fatta ne3 (ff indi per limpurità già introdotta fi accendano fochi in ogni parte della città 3 ftfi maggiormente ou e pii* apparifia il principio, (ff origine della pe Bilenca, come anco nei [iti deBituti dal beneficio del fole : \ Et perche laria fi conturba, & s’tngroffa facilmente anco tal •volta da numero fi arbori, che circondano la città 3& da quelli muffi- rne 9 che fono nodrìti di fugo & glutinofo3 e [fendo che queBi refi andò nj e fi iti delle foglie in ogni Bagione dell anno 3 €$* più ombro fi) di crafie euaporatiom, e d*impedimento alla njentilatio» Diftinto dalla Peftc fimplicc. 43 . ve dell'ambiente, facilmente pereto coromponotaria, lo riem- piono d'ogni impurità,da che mojfo ilgrand'Hipp ocrate ,comandò con decreto Reggio, che sabbruciaffero le [lue intiere della TeJfagUa , con la quale, ft) altre opportune proui[toni, libero (come dicono le Ho* rie) quei popoli dalla p e Bilenca ; v v f '-{w-a cìV‘ t\ S'accrefce oltre di ciò la prauità dettarla da nienti auHrali, che portano et altronde fetide, O* craffe ejfalationt $ in quefìo cafo pure baueranno loco le accenfìoni frequenti ne lochipublici, f£f primati con fum /gattonile profumi ad*ogni Cagione proport tonatile onte ne II*e fiate lerofey i [andati, le •viole fi coralli, i fiori di cedro, daranno* 4igranati in poluere, è [otto forma di trocifjì i t\ r. _ Nell’inuerno il cipreffoflginepro,tincenfò,il laudano fa mirra, fa* coro,iticipero, i garoffoln il rofmarino: tra compofiti It trocifci di ga- Ha, & di legno d'aloè, [chinando nelle Hanzg delle donne ilmofcho È e tambra per non eccitare reuolutione della matrice ; 6, v 4 v. Si chiudano li fivirami yO* fineHredèlU ca[ cofi dal lato del- (offefa, come del mezzogiorno, & occidente ,tenendo aperte quelle del Leuante, (fif Settentrione,[epero da quefla parte telemento fa- rà puro, fereno : Le habitationi [ano baffé e terrene àipoffibile ne9 [Iu- te ■> immotando in ciò lì che ammattirati dall'ifiintqdi natu- ra m tempo di coruttella d'aria defeendono alle pianure ,anctqgn uno fi guarderà quanto può di efponerfi fuori\de Ileproprie caje pali*am- biente noniofit4to,fjt) da fuochi o fumigatimi non cor et (Ot, quin- di fi legge in tìippocrate al fello de ,i Rpidemi alla, fettiope f et* ttma, nel principio, che in certa pefiilenz* quelle Matrone, ferue piu ciuìli, f he fi conteneuano nelle proprie, cafe erano preferuate del tutto ò poco offefe, come all'incontro grauemente percojfa la parte pii buffa del popolo,che fe n andaua girando per ogni parte della cittàfen- Za la douuta circofpitione, àf il me de fimo oracolo di [perc,& di [per nel libro intitolato della natura delthuomo raccolfe in fuc- cinto per li corpi, O* per (ambiente ogni pii[no, & necejfario docu- mento, dicendo • J} >n • c\*ihv u v i > . si! di Còntàggicr -«■ njitto à poco àpoco nella fola quantità mangiandofei bette fido con tanta il carpo fi renda liève, & .e Henuato nei confutai fanti & -caftigarìdo la et affitte dell'ariane ciò quanto manco fi pofiafi Spiri copiò fi) den~ fi Spirito,poiché queSlo ('«•volfe dÌYe)fi{fifxai <2* diHrugge facilmente con U fha impurità *Graffine il caior +vita le . )-A -,J * v Quefic regole mfignamenti d’Hippocìate fino preferita foto per quelHycbe a forzai d'ajficrilo d’ob e dionea fi trattengono nè lochi in* fetùjòkhe delti altri £ runici) rimedio è la fuga dallo fpatio tutto del- (ambiente"torbido, èsxvrvtyóz \ A A In fatti li spoeti fitto-miUenofe inuemiom tacco!fero femprt faggi documenti, onde Platone nel dialogo elei furor poema dijfe di lo- roy che fino interpretide.Dei, ed!ecco apunta che Virgilio nel mio prò- pofito al ler?to dell Eneide defcriuendo lo fiato infelice di generica pè~ fttlenzjt dopò ftauettanquilhtàg^godimento de pòpoli5‘confutian** do al rimèdio penfiero era il darfi'alta naniga* itone} O* ftp.ar.arfidà lochi infetti Era fi te Naui in sù l’arena addotte wùuVAw -uìhn Vi a più parte èra la gente intenta ; n «Vcfottfcù à la a i matitaggi i Ad ogni affare, ed’io lor miniftraua • Leggi; eraggiòni,e faceatempij, & ftrade **'.• Qiiando fera improuifa peftilenfcà A Nc£oprauenne,&ia ftagione,e fanno Et li h uomini,& li armenti, & l’aria, & l’aqifà , Ei tutto altre infettonne, onde ogni corpo - <•> cadeua, ò knguiua, & la fernet te, r .£ i frutti, & fherbi, & le campagne (leffe -H»\»0a la rabiedi Sirio, & dal veleno wi'AW t De fhorribil con tage arfe-& corotte Gi negauanoil vitto, il Padre mio DHHtrto' dalla »Peftefenìplice* 'Perconfiglio nediè, eh’vn altra volta Rinauigando il nauigato Marc Si tornafle in Ortiggia, & che di nuouo Ricorrendo di febo al fa nto oracolo ? . ' a : Perdon li fi chicdeffcj aita, e fcampo Da fi maligno ,&venenofoinflufiov • ' V t. *V '' v “ ' • • • Modo di fuggire il colaggio con documenti appropriati, & antidoti communi à tutte le malarie peftilenu. * ■ ■ Cap* i ' ;‘>j- * & 'Editto ìntenfornente coretto 3 &* analogico * deil’humana forma i la caufa congiunta deL twtagronci cotnegià e flato efplicato, farà partmnte '~uero 3 c^e lìrvmco > Ór* in fallante h\fo!L /referuatmoa^ro mn * c^e di foggia il me- defimo alito outinque egli s'attrout $ Co fi 'volcfie*T)toyche nonfojfe divertita bm ffiejfo da publici ,(tf frittati inter e/fi la rigorofo e fiec ut ione diquefia ben tntefo propofito 3 nelche fagliami dirti mero patifonotaluolta li Prencipi nell'affittitone de fuoi popoli per fola taufa de , lì quali per addolcire le male nuoue, mentre li tingono le labra,& il pa- lato con grate lufinghe, gfofalfe introduftfanh pian piano fi ma mol- tiplicando # feminario della calamità> ed in fine s’auueggono, che li fuporto da quelli il calice amari(fimo dei inganno con strage, O de- (Irutione de fudditi'f1 A *4 . \\\ - Et fepièr alcuno ttà'attendendo, che dall*ingegno human0 fcatu- rifea ahrorìmedtopiù equiualènte al conteggiò di quello, che fii la ri-, gorofa feparattone co/i detti huomtni, come delle robbe infetteper im* pedini'effetto di male co fi formidabile >farà al ficuro derifo non al- trimenti , che quello ilquale slima d’ejferficuro dalla fcabie3 mentre s*affida di corner far e prettamente con h uomini infetti della medejt- ma bruttura ; *4} t<j;uWu«u Mk'j 4* Trattato di Conteggio Cormilo Tdeito al quinto delle lìorfi nel principio fopra /'origine de Giudei parla in queHo modo (Molti Ruttori contengano ,che nata ìn Egitto runa contazione 9 che macchiaua bruttamente li corpi) il Rè domandatone rimedio all'oracolo d'Am mone fifpofe9 ch'era nf( effario purgar il Regno; trafmettendo in altra parte quella raT&ad'huomini come odiofa adì Deiycofi raccolfe con dtligentia quel r<volgo 9& lafcia- tolo in abbandono nei deferti d'iArabta folo il cuftode diluì ($fc ) t* Nyùfiw queHo loco y che appreso la Gentilità era in coHume Citi» _ troduttiowffd apparenza diparlare con falft Delude quali riffe"iuti- no fpejfo à fuot popoli mendactjfme rifpofle, accommodate però mollo all'amminiflratione de publtci intere fi ; t r Co fi Homero lodando la nobiltà della Grecia y (fif della gran Città di Gnofa fua Metropoli Jl tutto conferendo al buon gouerno di Mime il Rèy dijfei ch'egli htbbeper anni 9. continui, colloquio famigliare col fommo Giouc, & al ficuro non erano inaueduti li Principi delti an- tipaffatifecali nella fai fa adorazione de marmi ; Et per quanto alla Boria di Tacito 9 conobbe il Re icbe per liberar quei popoli dalla peBilefàg communio abile, non era maggior rimedio, che di leuame ama gran parte, fiafiin tempo di guerra, al- tro non wfenfee il preferite comandamento che. la dtfgregatione delle genti popolari) è militari: & a vv __ Et fi come nel dtfearfo delle eàufeieeoncbiufi) che I4 contagiane fi *~^faper moltitudine 9 {? agglutinamento ethumani aliti infume com- mi fibet cor otti,co fi per l'incontro LI PRENCIPl nelle nego tiat toni di guerra doueranno commettere con grande infidi? za a III Reggenti de li Eferetti, che tengano d'ordinario difgregate le mtlitiey 0 m lochi piu fpatiofi,e venttlatiychefia pojfibile, e quando pure per, neceffità fi con- uenga militare ammutinamentoyciò non sij commejfo di fouerchio9ma anci fi leui9& fi difeiogha ogni congrejfo, quanto piùpreHo fip°ffa dopò le debtte font ioni 9 che in quefìo modo alficuro fuccederà di raro il contagilo flagello atrociffimo in ogni parte del Mondo , 0- maffimt nella delicata Italia il Giardino dell'Europa: < wsu» \V, Vediamo parimente introdotto, che nel gouerno di quei faggi padri Diflinto dalla Pefle fimplicc. 47 . del Te fi a mento rvecchio per legge efprejfa nel leuitico al i-j+0 al IL bro de numeri al capo quinto di fie Dio à Mose (commetti in nome mio alli figlioli tutti dlfraele, che efpeditamente mandino fuori delle mu- ra nella (fitta tutti li huomini macchiati di lepra, perche non'voglio y che per tl contatto di loro pacifichino altri la medefima infiettione i Per tanto fie nelle paffioni contagiofie di poco ò di nìunperìcolo 9 con diuìna ammonìtìone in vano fiperano li huomini di prefieruarfi fenica la peparaùone affilata, quanto maggiormente douranno temere della communio atione de mali, che per lo più apportano la pernitie ? . Dififi) che principaltfifima tra tutte le malatie è la pefle contagio fa , come fi and la Regina di tutti t maloriy de Ut quali perciò fi come non fu trouato mai per li p affati tempi, co fi non farà pojfibile di ritrouarfi nell*auuenire altro fcampo, ò riparo dalla fu a pernitie 9 per fonarey e preferuare, che la dfgregationc & là fuga $ fio potrei addurre altri oracoli delle fiacre carte> ma 'voglio effer contento della fola affertione del fouìo Ezechiele al fettimo capo delle fue prò fette, oue minacciando lì popoli inobe dienti à le leggile predijje d'ordine del 'vero, ptfi omntpotente 'Dìo, che perireb- bero col ferro nelle battaglie , 0 dentro della Città farebbero deuo- rati dalla fame, & dalla pefle yfaluandofi folo, (nota il te fio) quelli che per fua diurna infpirattone fuggiranno à imontifj' in altra occa- fione di fife Dio peri' Angelo à Loth non ti trattenere nei lochi circonui- cini del pericolo, ma fuggi al monte per non perire in fie me con altri , GenefialìQ' Appiano Alejfondrìno al quinto libro delle Guerre cimlì afferma y che li popoli Antarìj fi difcaftorno quatrocento, 0 6 O. miglia paffi dalla della patria. Si legge de Prancefi che in tempo di cofi fatta calamità fuggirono dentro alli monti Pirenei < eQueftì, 0 fimili efempi induffero Alcuni ad efilamare contro noi fft altani, li quali dalla Città contagiofa d'ordinario facciamo fuga nelle ville, 0 camelli con poco frutto \ Perciò daquefti fi con- clude ragioneuolmente chebifogna paffire à lochi foni,0 remoti \ 48 ' ‘ trattato di Conraggio ° Da tante ) & fornì gitanti offeruattont potranno facilmente Yen- *derfiperfuafi li Principi, manifestato che sìj ilcontaggio, per beneficio di fe Beffi) O* de fuoi popoli, di lafciar in libertà le perfine ciudi ìnfruttuofe per allontanar fi da lochi infitti, o* ditrafmttter à for- via li altri della plebe pili firdida, come pm facili à-coromperfi velli pYoprij anheliti, &■* immonditie \ Purificata in quefia maniera la fitta potranno inanimirfi cofi li maggiori, come li fudditi negoùantì, £f* mini siri di trattenefuifi con coraggio, quelli per itmpofitione delti ordini, (fif leggi di pubhca qu'te- te, O* confiruattone amando li fuoi fideli, come il padre di fami- glia Bà follecito rverfo li proprij figlioli , li Vafiallì alt incontro douranno efercitarfi njolontieri con piena obedtenza, & teBimoman- tga dì buona) perfetta fede nver fi il loro Signore, impercioche fer- ite à Dio, chi ferue al Principe conforme al detto dì fan Paolo men- tre ferine à Tito còl lume dello Spirito Santo / depoBìper ciò li ran- cori) intereffi pfìtiaù,fvfar anno vicéndeuofi carità,& amore tra fe Bcjfignducendofi à me moria,che CriBò Signor noBro nel Vangelo di $• Giouanipronuntiò che chi beuerà dell*aqua della carità, non ba- tterà mai fete,con lequaliparole njolfe fignificàre, chi farà Maritate- noie alproffimo con purità di finito, ffij fen%a fmì> il Signor mede fimo lifaìuarà da i pericoli3 & da ogni male : ' - “ S'impedtfca oltre di ciò ripartire di c afa à tutti quelli fifa firan-\ no liberi di mìmBeropubltco, o priuato importante duri la con-* tumacta confinerà legge per fino che fi conofca liberapeffiettamenti la Città, & rtf&rpendo nuouo male, di nuouo fi ricórra al me de fimo efpediente, come à fila, CF* equiualente anchora di quefia calamità} Intanto tutti li /appellatili delle c afe fifpe'te fi ano purificati al Sole, all'aqua) ed altri de Brutti col fuoco, rnaffimele pelli , pan- nine Vecchie 5 g/ acciò non fia nafeofi alcuna cofi infetta per auantia1 dell'interefiati) fi douràresìaurar il danno*/ farà di poco Valfente, O* cuidente colpa deli infermi à fpefi della me de firn a con. trada, fe li domicilij infetti faranno molti, fi potranno pro- portionatamente aggraffare anco le contrade ctrconuuwe, CF* finale Diftinto dalla Pelle fitflplice. mente fe il male fi fio (Se già diffe minato non filo in più cafie 3 ma anco in diuerfe contrade, ne dotterà batter ilpejo tutta la Città con tanfo Vniuerfiale trattenendo in tanto cuSìodi tiuili,& incontaminabili cor fi alle porte della Città, come anco fu i confini del dominio, acciocbc d'altronde non fi a portata con perfine, o robba nuoua in fiutone. Sogliono in quefìo mentre li huomini netti da erudita, perfit- ttonata la digestione dello ftomacoprepararfialla diffiefa delcontaggio con antidoti Stimati da Medici di molta rvirtù > fé/ efficacia moffida avarie iSpcrtenze, & dalla floria famo fa del Rè Mitridate, il quale afiueto alla confettione del mitridato apunto, che da lutprefi il nome per dtffenderfi da rvene»i>cbe li f ojfero Siati apparati da fuoi emuliy vinto finxlmenre da Pompeo > &* rifolutofipiù tolto di morirei che di capitare con ignominia nellefue mani \ prefe con animo forte duplica- ta do fi di njeneno efficaciffimo, del quale incontanente 9 (jff volontà- riamente m or fero le fighe>m a in lui ejfendo inferiore laforzai del •ve- veno alla facoltà del antidoto , con che fipremuniua infinite svelte d'ordinario co fiume,non fece in lui alcuna operatìone 3onde imp attente difiprauiuere nell'incontro della mala fortuna, commife à Pifio fuo famigliarei che fupplijfe col ferro alla neceffità 3 ilebe ejfequì pronta- mente , ed'egli finì i fuoì giorni con Stoica9o più toSìo con barbara in- trepiderà $ - : *\\ •. u* v w ' ‘ il cont aggio de II'human a fpetìe è <vn rveneno forte communìcabi- le , contro del quale è tenuta in grandifìma eSlimxtione la me de firn a mitridatica confettione 3 co fi anche la teriaca , & il poluere de firpen- ti3 antidoti che nongìouanoper caldo, o freddo accidentali 3 O* alte- rabili della mistura, ma per la forza di molte qualità infìeme r acolte, craffo>e tenue, raroye denfo3fredezzz9 i calore effenttale di fermen- tai ione 3 compofitione inconcottile 3 dalla quale rifarge facoltà, che chiamano le fole di tutta fopanz# a & di proprietà recondita, ($f di quepa pure parlando Galeno al quinto della datura de femplici al cap% \ 7.d1ffi efpreffamenteiebe li aleffiterij à antidoti fi deuono bufare Con molta moderanza, aggiustata do fi,perche fono poSH nel mezzo tra la natura del rueneno dell'bumana compleffione, : "Trattato idi Contaggio altrimenti perturbano) 0 ojfindonògr andem ente ; *TH maggior fono in quefi'ordine £ elle ttuario formato ton diuerfe fpetie de/angui, predicato da fcntton.comro^eneni,, e maialine pendenti, i gufa dipretiofififimo te foro, ne dobbiamo porre in cbfparte la uera, x 0 leghi ma : Alcuni portano alle Belle la calta detti calendola, o fon d'ogm mefe $ apprèffo li lìara- celfisìi il ninnolo, ò fua efienza, la celidonia maggiore di .Diofconde nominata da loro dono peculiare di Dio : Qaleno al nono della facoltà de fìmplici diede [ingoiar p re roga ti» ita al boli*armeno contro tutù li affetti pefi denti, bebbe à dire , che quando con l’nifo fuonon fi funi quella forte di malati a,(ì può proferirai ficuro, che fia del tutto immedicabile : Stufiquel che(i •voglia di queBt. portenti di n/irtù , nell'ufo, 0 amminiftrattone cCogw internopr eferuat tuo,auuer tifi a il di <valèrfipiu tolto della forma liquida,che delle polueri, ò bocconi, à fi* ne cbf £ Antidotto njt righi facilmente attrattoy 0 dbforto, 0 le Ve* ne tufi'e roborate,0premunite dal pericolo \ •• Attenda parimente, che non fiano cbiufe le *vìe del fecejfo y del• lambitoj Ù? dell orina, perche pofia facilmente evirare dal corpo ogni franiti > & njirolen^a, il che ‘volfc figmficar il Filofifo ne jQuefiti quando dtjfi, mentre intendiamo difforrc il corpo alla falute, è infie- menecejfario che lo rendiamo per ógni parte raro30 difficile • Motti conuengono, che nella pelle degni forte, & in ogni ftagion danno fi conuengano fochi pub lui, priuati,ma io fono di parerebbe come conferifcono queBi al ficuro nella pefie fempltceper la purifica- tione dell'aria corotto,cofi nelcontaggio fiano porlo contrario molte molte nociuti muffirne in tempo c aldo fanno tanto più facilmente ehuare, 0 inagrire li aculei del male, & li rendono per- ciò anche maggiormente permeabili, 0 mordaci, onde confi gito che in questo propofito fi puffi molto cautamente. Piùperrmffibilty& accommodatc faranno lefumigationiì&> odo- ri grati,foauì,perche rauuiuano lifpiriti,& li accrefcono fotta di oppugnar fi al£ alito nemico,perciò in queBo cafo ogn<vno fi [ari for- Difilato dalla Pelle fitnplfeej n mare di proprie polveri per vfi dìdrappamenti» (ffi dèlie fiatile »■ Ma thi dirà dittino eh9io mi trouo nella dìffìfa di paradoffobauenà do quella mia opinione contraria l'auttorìtà cf buomini granì) an%j la medefima efperien%4 3 ìmperciócbecommendano quelli li fvffùmigij dentilo* fetidi anco nelcontaggio3 ftfi fimilmente le accenfionipubll- tbe^epriuate3& coti in effetto fi vede, che li fochi molti- plicati in tempo di contazione riefeono molte molte di [ingoiar profi- tosoni e ultimamentefucceffe 3che liTedefebì entrati in Mantoay ac- ceferofochi per ogni parte della Città 3 0 s* e [linfe il contaggio per la perfetta tonfummatione d'ogni feminario : Ma a cfatta intelligenza diquefìo punto è neceffarìo di faperfi9 che la firage continuata del contaggio è folttapartorire confufione nel- le Città3 (fif penuria de mìniflri dell’infima plebey per li quali rifpetti refi ano fpeffo infepolù c ad atteri per qualche tempo nelle cafe, 0* fi* milmente al tumulo 3{tfi fepoltura trafmeffl in tanto numero, 0 cofi fupcrftctalmente3 che per mia di putride) 0* affi due efialationi fi conturba t ambiente 3 0* fi dìfpone alla putredine 3 0 tanto piu perw che di raro nelprogreffo del male vengono purgate le firade dail’im- (gff per la fame comtte della pelle fi trafportam per ogni lo* cograni3e quotidiani alimenti corotti3condittonì vergenti alla genera* tione dellapefle fintplice, nel qual cafo devono anche effer complicati li remedij delfmnd) 0 C altra calamità3ilcbenon effendo penetrato, et attefo ) ma paffandofiin tutto con confufione nelle caufe, quindi corre contrarietà d'opinione merace l'mrìH*ct [altra 3 ma rifpetto à diuerfi fini effentt alti i Per tanto s’io nel contaggio non conuengono focbi3 odo- ri troppo acuti 5 parlai del puro contaggio, et per fefoto, poi che quando infume non fi faccia la combustone delle robbe infette) noi in certo modo non volendo procuriamo con l’arte l*effetto cattiuo che la natura partorifee nella Sagione efiiua, nel qual tempo pappiamo pur troppo, che fi acuifcono li feminarij del contaggio 5 et fi fa più mehemente il male del confueto: f* ' t fTftttafo di Contaggio' Ma fi fi parla del conteggio continuato, Uguale ha fempre com- piile condtfioni della pette fimplice^topure coniglio3 probo t'c- Bcmaime* 0 incalefcen%a dell aria fatta perrvia defichi,e> acu- te fu mi gattoni co/i nelle cafi3 come nelle noie publiche, nei lochi perd> pe quali fi sì che l'ambientefi sij fatto impuro, e crajjo per le cagioni rammemorate j ■ E però ttarìocculato il Medico d'inclinare in una parte della Cittì molto più a remedij commendati per Cambientein altri fitì per il cont aggio filo, & altroue finalmente andari /chetando con li *vm , & con li altri conforme alla mifcela de cafo 3 che ne portavi U necefiitd, fi attengano li huomini da quelli errori majfime3 che poffono facilitar li bumori alla coruttella3 come dal troppo mangiare3 0 berey & dall* ufo dimenerei . Accefi 3 & rifcaldati i corpi per qualche firaordinaria agitatione* aperte indi le porofitì, Qfi tumide le uene3 non s accodino per alcun modo ì robbe dubbie d’infittióne, Non fi approdimi l'buomo fopra caffo, 3 ò forciere aperto di f refio, chepoffacontener in firobba di mala qualità, 0* non entri inlococbiufiy nel quale fia morta per fina infetta> fin^ache prima ui perfettamente purificato, 0 coretto Cambiente mal con ditio- nato* 'Decorrendo alcuno con altrifihiui di fi are a dirittura dell'anhe- htOyCt di toccarli la mano calda3 ò drappo rtfealdato dalmedcfimo. Di più come li Mondatori da grani per impedir il tran [ito del pol- uere alpetto tengono con utile vna fpongia in bocca 3 co fi in occafione di non tanto fimplice, quanto anco commumcabile, conferi- ti grandemente di tener la me defi ma fpongia in bocca 3 leggiermente afperfa d'aqu* rofa, di cedro3 {fi acetoper diuer tire 3chel'alito corotto non pa/fi cofifacilmente alle vie della refpiratme3 Cr s'intingano pur anco le narici del mede fimo liquore. Celfi elegante imittator d'Hippocrate ttringendo in breue dicitu- ra li notili documenti contro ogni pefi tieni e auueni mento cofi dtjfe. Jn tempo di mentre l'buomo è fino30 non e ficuro di Diflinto dalia Pcfte femplice* Sì conferuarfi tale, b fogna che vada peregrinando, è navigando* e non potendo nafetre dalla Patria infetta5 conviene che fi onga, et teffercttl moderatamente fchiù andò lefatiche, le eruditaci freddo, il caldo, & la libidine, ttattenendofiin qveSle cavtioni tanto maggiormente fentiràgravità del corpo : . La mattina non dover à levar fi di letto molto per tempore carni- nar àptedi nvd 'ty et tanto meno dopò cibo entrar in bagno : c."Parimente donerà aSlenerfidal rvomito in tempo di digiuno5 (jjf dopò cenarne muover il fe farà rtlaffato>b fogna rafrenarlo9 quando però non sìj ripieno dì foverchio ; Schivar à il bagno,il fu dorè, il finno di mezzogiorno, mentre bab- bi a mangiato la mattina5 (gff in propofito di cibo, quellifi pr e fervano maggiormente, che mangiano moderatamente, et per yfo *vna fola Volta al giorno • . Nel reSlo l'buomo non fi doverà fcoSlar molto dal confveto del yittoyetbeuerà alternatamente <vino9 ftj aqua • Prouifioni per la Pefte contaggiofa già introdotta ♦ Cap. i<y. * SPANDO non ottante ogni diligenza wfata fi veggio effetti di contaggto fparfi per la Cittallotterà incontanente IL PRJNClPEy o P attor e primario difporr e le menti de Rid- diti a riconofcere ogni auuenimento dalla dL ulna mano, et il fintile di continuo doueranno fare li Reggenti 3 et padri di tutte le famiglie, detettando li vitijy O* ogni cattiua operatane, fi che non ceffìno cri~ ttiane efortationi per fino che non fi regganole loro gregi riuolute à Dio onnipotente, alenale noi fiamo tanto maggiormente tenuti, per< 9 r- Tfattà€ò di Cotìtàggfo thè cìhi dato lume di camìtiare per il fenderò della <veta religione l H nondimeno talvolta (i la fumo foderare nel ben operare da {toniStraniere cieche della Vera fede, ancì dalla SI effà gentilità, la qualeper efiirpatwne di calamità co fi grande,ricorfeJempr e alla facrì- ficattone de proprij Dei : Jntenti dùnque tutti àgarra alla placatane di Dio con effetti di ri;era pietà, et di carità verfo’lprofilino, fi metterà fubito ripiego, et efpediente per fare che ognvno reSlt medicato, et conflato con ogni pofilbile fffraggio t . . Lafcto le prouifioni ordinarie V fatate dalla prudenza de Premi» pi, che fono fempre le medefime * fi eleggano Medici Fifa, e fhirur- gl cofperii lavare tù, quanto per la Città, quelli per non vfiirc dalli Sì effe clausurefenzj rigoròfa contumacia , et di quefli altri faranno per lì fini folamentefitto giuramento, & efprcfifa mtim adone,perche fipcjfi1*20 éftttidèr liberamente ad ogni cafa netta da contaggio, ed'al- tripure del mede (imo ordine della Città per infermi appeflati con ca- fa, et <veSìito indice della loro carica, facendo fi à queSìi da Signori fentità comminatone di fchiuare la pr attica de funi', Et perche in generale de Medici9 e Chirurgi,quelli che fono patrij> ò hahitanti di molto tempo per efier cengene't all'ambiente, et alle com plefiìoni dei infermi per l'Uniformità d’alimenti, fono infume anche facili di contraher il cont aggio v'tcendeuolmente l'njno dall 'altro ; per tanto farà negotio della clemenza del PRINCIPE dì com- miferar in queSìi il pericolo, rincorando con honorato trattenimento altri delti medefimì, thè Volontariamente, et per diurna voc attivi $ offerifeono dipreSÌar ogni buon firuitio 5 ammettendo in tanto tufo ti li rventurieri di natione flr antera come più fteurì di preferuarfi, ri- cònofeiutiperò idonei, et di foff dente pernia dal Magif rato della Sanità,auuertendo di non moltiplicar di fouerchlo il numero de Me- dici, e Chirurgi,perche s'è <vero afonamente quello che diffe di loro Platone al terzo dialogo della Repubhca, che quando fono congregati in troppo gròfio numero nelle Città,eglino per lo più con larga mano dì medicare, et il popolo coll’arrender fi à troppo credulità, di neccjfari4 Diftinto dalla Pelle fimplice. confequenzAVÌene ad introdurp facilmente ne Ili buomini notabile molline, O* debolezza de corpi $ . -V ,. /, Al [curo molto piùgraue inconuenìente partorifce taggregato la- ro Joprabondanteìn tempo di contaggio, perche praticando indiffe* rentemente:per varietà d'aneliti, O* mifcela d’indumenti yfegue che come il mare fempre diftrtbuifce, (fiff riceue nel grembo il pròprio ele- mento >co fi il Me dico con moltip lici,t£/ affi due «vìfitecolloqui}, di xontimo dijf6mina,fj£l raccogliealiti c ortaggio fi $ • v . v Si che quando dal principio della calamità fino all vltimo fuccef- fo non sij fattarigorofa di lì in tiene eiett ione di fe daticordati operarijjfienzji dubbio 'vengono più toBo ad ejfer fomite, (fif eccita, mento della medicina all infermi ; Et perche anco tal'volta nafcono dìffivfioni fcandolofe tra Me- dimi in fimili occafmì > & dt grauiffimopregiuditto alpublicà, e> privato intereJfe, dovendo ogn<vno efercitar la Medicina con ogni pu- rità 3 et oggetto foto di falute fenzg altereationiyò contefe, come perfuade Htppocrate nel libro dell Arte-non farà difdicevole, che fi faccia elettone dlarn Medico 'venerando, il quale per dottrina> e> longa shabbia meritato il concetto 'vnìuerfale, O* quella hàb&ia il carico dì rapprefentar alli Signóri Prefidenti alla Sanità di tempo in tempo tlmodo necejfario delta medicatane à fine che tutti concordemente h abbiano da effeqmre con prontezza tutto quello, che farà Bimatoifpedientei Et per non mi dilongarepiù oltre dalpropofito,farà carico del Me- dico di leuar immediatamente delle wtfeere delixinfermo ogni e fere- mento, Z2 fangue agitato, O* corotto, ma per ilrvero in quella cala- mità ogni rimedio e inuoluto digrandijfima difficoltà ; La m'tffione del [angue fpeffe Volte impedita, perche conia corvt- tela dello fpinto eh'è tnHrumento di tutte l’operationi difficilmente per fi Bono le for%e, fi sà quanto Brepìto fa Galeno acciò non fi ca+ ut [angue nella penuria di forile ò prefente, ò proffima, maffim me quando la maffa e co inquinata da qualità praua,e deleteria ; Pericolofo è anche dt purgar if corpo, perche crude fono le materia Trattato di Coiitaggio chepeccano, & quefie difficilmente fi lcuano,come bendijfetìippo- crate nelle fentenze a [fori Eliche, et m affi me alla zi. de lUpnm a par- ticola , et Arttt. al y. della 4. fettione de problemi , oue dichiara , thè l'huomo non deue ne provocar il vomito , ne lo tternuto, ne meno mandar fuori delcorpovn filo flato fel’efcyemento, 0 vapore di lui per fe tteffo non fa impeto a qualche parte per sfarne, et foggionge che quando la natura non e turgente, fiamo fimili alle fiirpi3 colle- ttrattione de quali fi eradica anco quello che non e di nofira intentio- vey Ó* della pianta medefima che intendiamo di leuare dalle radici , fe ne lafcìa fempre qualche frufio, 0 pontone, con la quale fimtlitu- dinewolfe inferire il Filofofo che quanto ànoi s appetta purgando il corpo fenzji promotione,o irritamento della coll'euacuationc che fifa dell h umor corotto>s’ettrabe wfieme anco del più perfetto, et atto alla nodrit ione, (fif di più retta fempre qualche portwne dell'bu- more già mofio, et agitato che conturba maggiormente di quello, che prima non faceua ,leuato che fia dalla fede fua cQnfueta : .< Onde non fi finifeonoperfettamente li mali, ne ben fi purga Ihu- mor in condotto ch’è vna mafia di qualità fincere, & dtfparate, U quale non cede fenica all attrattone de farmacia gr all'in- contro per la celebratone della digettione fa di me fiere,che dalla na- tura: pano inf rante, & comrriitte infième le qualità tutte il caldo col freddo,il tenue coler affo fi amaro coll'acido ,et con tmfi pi do come lafciò fritto tìippocrat-t nel libro dell antica mediana ; Dall'altro canto non operando il Medico con la purga, smualidifc e lacaufadelmale,quettaaggraua i cor pi, indi sinterna, et corrompe il tono, et l'armonia delle vifcere, fi che il dubbio è fiffittente, circonfufo da tante anguttie, quanti fono li corpi, che Rincontrano da medicare : Nientedimeno in quetta perplefjìtà, io mi faccio à credere, che nel contaggio la peggiore dell'infermi sij di lafctar il calore naturale con- culcato , &* def refio da immonditie dffeminate, congregate nelle vifeerex ttimò Arittottle fana la Città di Mare per la Ventilatone affidila dell’ambienteyCofi fi fà fatto anco il corpo nottro, mentre fi Diftinto dalla Pcfte fertplice. Ì7 *dd re/piro al calore di lui per ogni lato, ne ciò fi può il mez£p dell'euacuatione ; il documento è pur anche d'Hippocrate'ul decimo della 4./ettione de t afforifimi > oue difife che tanto importa di dardi mano à medicamenti nelle malatìe molto acute 5 che anci ene- ceffario dì purgare il primo giorno , (fif ne rende la ragione al 29- detta feconda particola mentre diffi (Nelprincipio de mali) fe tiparey chef a necejfarto [appi che non conuiene di tiare con le mani alla cinto- layimpercioche inuigoritoy che fi trouiilmale mede fimo >bifogna Bar cheti perforzy,perche tutto ègraue, & molefìoycome per apuntofog- gi unge al 50. della fi ejfa particola : . Si che nel principio fi può facilmente incontrar dalla; natura l'aiuto dell'arte, perche quella non è gran fatto agitata, &* all'incontro nei progrejfiyéd' ine amina mentodel male9 ella fi riduce a tanta angu fila> deprejfione, che tutto li dà mole fila, & tutto aborre : * Bora per diffinitione dì fin e fio punto non fi dobbiamo di fio fi art per alcun modo dadi oracoli d’Hippocr ai è yil quale ne Ut affari piu im< portanti dell' Arte se e fi e fi atta me dotta di modo che non ha lafciato co fa indici indifiuffa 5 Lodò egli che [i afpetti la dige filone ne' mali che lentamente offen- dono, O* fi chiamano tardi, ò cronici,perche in quefli la dimora non è pericolofa y& l'e flratione dell'humore che pecca fi configutfife più per* fettarnente col della coti ione,cedevo* fifepara dalla m affa per* ehe dalla natura èfupera ta già in lui ogni praua condii ione ja 1. v j ' Ma ne' malori di celere mouimento, infi dio fi, di facoltàpeflir- lente, e mortifera, ben pensò egli, et conchiufe \che non fi conuiene di fludtare al vantaggio della dige filone, mentre il male impetuofi, et di molta forza fià per affalire de repente le fedi primarie del noflro con efltntione affolutà> impercìoche in quefli cafi molto mag- gior e il danno che fi riceue di lafcìariuicaùfa cofi attiuay (fif everte- natay che di eradicarla incontanente à forzai ancorché cruday & ìndi-, gefìa, anci potiamo dire fondata in atomi minuti> ò mole dimateria del tutto inconcottile ; Per tanto io con figlio che nelprimo principio dì mote fio fenùmen- ft Trattato di Contaggio io, & con la maggior celerità che sij pofflbtle fi procuri U purificatio- ì»e delle 'vifcere con adequato medicamento all'età, compie filone, f£) tempo danno, et parimente s attenda alla mifiione delf angue nella dofi, et dalle fedi corrifpondenti alle regoletfffi cautele della proferua- tionegià efplicata, che non e decente dt farne tediofa repetit ione : Preceda la medicina al/angue, O* alla purgatione il tagito della avena, come più parerà che ricerchi la re don danza delle crudità rac- colte3 ouero il [angueprauo ,priuo di rventilatione, et nfireito in an- guHo [patio folo eccitamento ad tìippocrate di capitare alt apertura delle rene; Giouarà non altrimenti di mouere torina co femi, & con le pian- te di moderato calore, & di facile digestione che fono le due conditio* wt ejfentialt d queBo effetto > come notò Ari fiorile al 4 p. della prima fettionc de problemi> et dopò lui Galeno in altra forma al 12. capo del quinto della facoltà di [implicò dicendo ( Quelle cofe che mouono Co- rina non folo deuono e (le mar il[angue 3m a di più anco fonderloyet fe- pararne la por rione ferofa> come fono in grado di moderanti Capto3 il per femori, Cafparago y il fenocchio, la nvaleriana3 et nella fcola della ieftillationt per conditione eterogenea lo fpirito del calcamo : Segue già per domar il contaggio, che fi faccia menttone di quelli antidaticele spengono rammemorati diproprietà peculiare3 et recon- dita inuentati con la fola à immitattorie de bruti, liquali (vagliami dir il nvero,) guidati da fori inerrante tfiinto, medicano fenzf fallo la maggior parte de fuoi malori ; la Cantera dopò hauer mangiato il 1reneno aconito, pardaliancbe co fi chiamato dalla Bran- go lattone, chefa detti Beffi Leoni per effer deleterio putr efadente per Galeno alfe fio della facoltà defemplicijicerca perciò lo fterce huma- no3 et con queBo fi rifarne ri dijfe AriBottle al nono de Ih fiotta dei Animali al cap. fe fi oy parimente afferma > che la tefiu dine dopò hauer trangugiata là vipera 3per rimedio fi curo fi Vale della c unti/a ; Jl Dracone offifo nello Bomaco per mangiare de pomi 3fi medi- ca col fugo di lattuga filueBre : Forfi non è cofi fortunato Cbuomo nella fanatrine de fuoi malie Dipinto dalla Pefte fimplicc. 59 perche compenfando la natura tutte le doti, quanto egli foprabenda nellefacoltà rettrieijanto è inferiore d'acume, etperfettione nel reg- gimento , tfquifìtezga defenfi; fi che in quello che non è poffibtle di penetrare col difeorfo, cerca, (fif ricerca col mtzg della fperienzA y ma fpejfe evolte invano $ E Voleffe Dio per apunto, che vanità non fojfero quelli arcani, che da Scrittori vengono celebrati perfugar il cont aggio, imperciocbe fe tanto s'ettende l'humana curiofità quanto importa la grandezza dellt affari no fi ri, ben è credibile che nonfia fiata intentata alcuna co- fa fritta : orfero alcuni alla pietra cauata dalla vefica de II'h uomo. Altri alt orina recente delthumana fpetiegiornalmente prefa $ Auerroe col confenfo d’Auttor graue commendo l'odore dell'orina ircina, ne man- cano altri Scrittori eleuatì, che portano in encomio grande l'anelito de bruti affiduamante ifpirato, {£/ maffime de Cani, 0* de Caualli, ma Dio sà lui fe tl contaggio non è r tpofio fra quei malori che al fentir d'Arittottle fonodifua nat ura immedicati li però dalla naturale refiBenzf delle compie [ponifpontaneamente nonfi rijjoluono • Accidenti famigl iarkofi della peftc fimplice come del in generale. . , Cap. 17. aOLTI fono lì [intorni, ò accidenti confccu- tiut della pettilcnza fimplice, & cont aggio* fa, flujfi di rventre dtjfenteri- ci9 fetta dì fangue dalle narici, copta de y&. c J timbrici 5 dettruttone di gatto indrtzgato w allanodritione, improuifa mancanza di for- 5^, che chiamano deliquio, ed'altri malori ìmpreffi nelle njfcere inferiori, fa fatati anche facilmente dalle correnti eptdemiali cofiitutionì de tempi 5 Trattato di Conteggio 60 Altre «volte fi [coprono offe fedi capo> accenfton d'occhi, facit commutata in forma dipaffione erìfipelatofa* & interna infiamma- tione, che mone à delirio intenfiffìmo, nel quale li buommi fpeffb cor- rono alprecip ino di fe Sleffi prima che re Stino iugulati dal male, ma perche non fi conuiene * ch'io puffi dallefplic ottone della pestilenza al- la natura delti affetti particolari * ho Stabilito di parlar folo [opra quelleperturbat ioniche fonopiùfamigliatili quafi di perpetua con- fezione alcontaggio * nella dichìaratione de quali fenzg dubbio Sa- pn U cogmttone fojficientemente anco à tutti li altri : Quelli fono la febre celereimpetuofa, ouero lenta* et ofcuray femplice, o accompagnata da pettecchìe; le macchie ni gru ami mag- giori> che compar [cono nel dorfo, o altra parte dell ambito* et fi chia- mano carboni * & la gonfiezza delle giandole commune mente nomik nata lagiandujfa, accidenti veramente mìfieriofi* degni di acci*- rata fpeculatione « * Febre pellilente, e crifiper via di fu dorè » iSt A febre, che nafcéda fumìgationi corotte b JP 4jfitto fujfiMente di fua natura, et fabdica- t0 c°l Amaro, nel falfo, 0 we//*infipi- *4 doy ma in quanto foccede alla pefìilenzaytie- ne loco diptero accidente 7& di fola concorri- La feto fritto Galeno inpiù lochi > efe & pe fi denti ali non fono njehementì ma piu toflo ofeure, (§jr infi- diofe, auuertimento JIngoiare per li Medici menprattici li quali men- tre non feoprono ardenza di calore > 0 impeto d'accidenti, fi rendono troppo facili àproferire falute nei infermi, che corrono alla pernitit con danno, et ignominia graue, & in fatti la fentenza di luì j ve- race perlopiù cofi nelle febri pe fidenti, che n afono dallambiente Dillinto dalla Pelle fimplice. 61 corotto, come anco in quelle che fono fparfe, &* dipendono dà corpi di moltaflemma,0* ripieni di Superfluitàfredde, & aquofi, impacio* che laredondamy dellbumido fede della coruttela,contende, e vìn- ce lacuti e, (fjf attinieà del calore 5 Ma fiper l'incontro fi parla, del filo contaggio, che indifferente- mente occupa, e ferifce tutti li corpi d'ogni condii ione, e* nafu fot to cielo netto di craffe>($ corotte tffalatìoni, il ne gotto della fpeculatione e molto dtuerfo,perche fi infirma d*efimpio s annida il male in tempo ealdo ne*corpi giovanili >&* di copiofi bile corotta, lafebre che ne rtfòr- ge, fi fa fintire impetùofa,e vthemente con interne colliquationi,agi# tadoni perpetue,ardore, delirio, e> fomigltanti argomenti di fp) acuite*, Si che per Varietà d'apparati3copìa, e qualità et*efcremmtì, co- ilitutione de tempi vengono ad introdurfi ne* corpi no Uri accidenti dì tanta varietà,che benfipuò dire la pejle in tutti fi c<muerie,ts fi trafinuta: Perìcolofa > mortale è la fibre che naffee deli vna, ialtra pefltlenza,ma fatta di loro comparattone, peggiore per certo è quellay chefcaturìfiedal contaggio}come affidala da qualità vene nata com- mutile abile >cont ut t celò vnit amente confìder atei feti caffo s* incontra , che il fondamento della ffebre s4j men forte, O* inferiore al vigor del- la natura,congregata, & inuigortta in ffe fieffa,prende lapugna>& vince le materie peccanti, le e [pelle, & con la fepa rat ione di quejle, bua da corpi la combustone, &* lafebre ; Quindi tigloriofo legìslator deli Arte Hippocrate nei popolari, O* alerone di ffe ( le nature fleffe fono i Medici) oracolo non tntefo da Vili profefffori, liquali ofientanào molte volte più di quello, che fi conuiene alla purità deli Atf e>profe[ano portenti di inuentione in ogni male po- co, ò nulla difhnguendo il mìniflerio del Medico dall*àttmtprimarie proprie della natura : Et per non digredir di fiuerch 'io, quando ilcalor natìuo è valido per Vincere toggetto della mobilia febrile,pian piano lo vuà este- nuando, indi [egregate, O4 domate le portiontdilui, dilatate pur an- « : Trattato di Contaggio 51 che le •vene molto più del[olito, lo trafmette dall'ampiezza delle vìi fiere all*aggiuHata [emina, O* colatoio di tutto[corpo, c lo è la porofic circonferenza ; .V, Et fi queft'imprefi e tentata dalla natura nelle febri acute, che nafiono da humori tenui, e fcruenti,come pronuntiò Galeno al fecon- do delle Crifi ver fi ilfinestra non altrimenti attender fi il fiderà nell*nona, O* L'altrapeHe, tmpercioche come fu efplicato in altro non confifte la calamità, che nel rvapore corotto, ilqualeper •-uniformità , proportene dittando infieme altro fptrito coptofo nel corpo, in fine per vfeire dalla carcere m che refi a alligato, altra •via non trotta più commoda,e porportìonata delle porofità cutanee ; Jfhéindi e che’l Filo fi fi nella ferie di tutti liquefiti attinenti al [udore,tutto afcrìjfe alla Uffiz&a, O* rarità delcorpo con rvalidità di calor naturale in fi He fio vntto, @d raccolto per l'efpulfione dì mate- rie crude, 0* corotte, e Galeno pure trattando delle conditioninecefi farie alla crifi fi refir infi nell'acutie,ò celerità de mali, di facoltà,&* digcHione della caufaja quale rtceue li rudimenti nell'in- cremento, O* fi rende compitamente perfetta nello Hato, nel qual tempo corrono ìnfime con egualconuerfione la digestione con la me- de fi ma enfi, che mentre fi celebra con la trafmijfione ajfoluta della caufi peccante al di fuori del corpo per mezgo del[udore, rimane pu- rificato ilJangue, (gr libero da ogni crudità, immonditìe, alt bora quando emulando il Medico la natura demoaia ,0 fia mìHerìofa et0- gni buona operatone, è tenuto di porgerlifolteuo per le •vie coment e ri- ti,mentre non *vaglia perfettamente dafi He fi a à vincere Chumore, che pecca, il tutto operando in conformità della dottrina d’Hippocrate alialo. & 2 [entenzg della primaparte afori Hicayp romouen- dopur il [udore con affi due fmattoni, & internamente co’fi triplici, & compofiti di tenue rammemorati nella medicatone della pcHe fimplice : • Attento però fimpre di ponderare la Hagioneyetade,&) compie fio- rii, come à dire per le conditioni collegate di calore, oltre tv fi medio- cre di grano fi indumenti,conferirà taqua in molta dofi di tutto cedro,, Dipinto dalla Peftc fimplicè. *ì dìfiorzpnera, di cardo fante, di fcabìofa, & per le qualità contra- rie taqua dt camomilla, la terìacale • le confittioni maggiori, ftj lei* lettuario dono,che dicono [offe *vptato da Maffimiliano Imperatore » Febre con pettecchie, &curatione. Cap. 1 p. aOLTE evoltela febre nàta dapeltilen%$ è fondata in /angue, gjr bumori p*J/*tt à tanta grado di cornitela, & dt tanta to che nel genere di materie fittili) che la natu- ra non potendo liberarfene affatto per via di /udore,perche lhumore non è molto colliquar- le, re/olubile, nientedimeno con la maggior intenfione di che può, caua dalle •vene quel tutto che vi sattro- ua di corotto, lo tra/mette pur anche alle carni efterne, da quali non potendo v/cire,b ejfalare perla lanterna, rimangono iui/otto la cute materie corotte dtui/e, O* rt/per/e, jormano macchie minute, che (i chiamano pettecchie, le quali in rifiretto altro non fino che /an- gue corotto indice dellebollitone, che fifa nella •vena caua, & juc- cejjiuamente nelle minute del corpo ; Altre di quelle macchie fono copio/e, più follo rojfegianti, che Imi de con di forze j Altre di loro negre,e poche con languidezza di •virtù', differenze, che rt/ultano cofi dall*humore che pecca, come dalle flint ione del calor nat tuo più, ò meno importante, quelle mollrano condittoni di futura falute, O* quelle di prella, (fff affo luta pernitie per copia di venem valido, et vittoriofo trattenuto à depreffìone del calor natiuo grande- mente agitato ; Ne II apparenza dì quell'accidente febrìle lìnduftria delMedico confille nell ampliare la via dellambilo per leuacuatione in/enfibile , & euanefeenza d'ognì materia iui congregata, (fff corotta ; per ile he » - *b * X *2 ' t .. ” ? :f' " liticato à Gòhtàggio - oltre l&fifòuifiòm *vniuetfalì opportunamente rammemorate a fuoì lochi* fi convengono ruentofe tagliate, fé? inquèHo cafo fi* fra tutto il Mèdico douerà efier mèmore d?ójjèruare il documento fingolare di Galeno al il. del metodo , oue dijfe che quando in mali graui con prefenytd'humon co pio fi erudire corotti^nonfipub per penu- ria difor%e capitare ad alcuna euàcuatione-dì momento (-volfi dire al ficuro di medicamentopurgante }b fangue della vena per non afenti- re d pericolo fa r e trocefilone) e almeno necefiario di fupphre con fitea- fìoniafiidue fatte Conpet^e.alfiere dàlie cafcte alle gambe defeènden- do}&* il me de fimo indi dalTinueftìbulo de III ho meri a t fine alla parte pofiìca deldorfo <xjfando dopo le, fécche fricationi anco le molli con ogho di natura, aperiente,& rilafiante : ' Ed?ecco che nella febre penilente ftmplke?Csrcontagio fa fanabile co fi nuda d'accidente ? come accompagnata con petecchie fiefinera U natura dalle materiefittili &* Venenate, cioè à dipe dalla bi- le % et dalle portiont più fittili dèi fangue ; • Re Ha che fi dichiarino le due pafitonì e Herne própoHe famigliar i più al cont aggio che alla pelle fempUce , & fi sì e mite da gratto fi bua morì, che fono laflemma, l'atra bile, da quella in predominio dì mole fi eleuano legiandole} che foììh ano le et da queHa fi fabrìca tl carbone. e- * - ‘ Antrace> o carbone, & ìua medicatione. ■ v Gap. to. ■ carbonco/o, ò carbone, che dir \ Vogliamo è tumore cruflofo fatto da atra bile accefa, ilquale con fuma la pelle à modo dì com• buHìone la filandovi tal njolta minutijfime puHulette, b brozgtte dette dei volgo fimili à granì di miglio? come à quelita che fi fanno Djftmtor dalla Pefte fìmplice. dal foco j onero il carbone è campo Bade duriti e cruttofa con prurito * 0 dolor e y inde fi rompe, 0 fifa njlcerofa, (gffedt colorfe non negro* almeno ofcuro>ò etneraleuto conrojfor d'ogni intorno difplendorofitr ro che s’affamigli# alla del bitume giudaico 3fi che è malatia compatta di tumorefufiequentepiaga, defrittione raccolta dalli, dottrina di Galeno nel fecondo libro fritto à Glaucone5 in quello deè tumori morbofiy alquanto della compofitione de medicamenti, & al- troue: io fteffbper commune intelligen7ga)0* per quello ciibo <yedì4~ to in attopr attico poffo dire eb’è à gu fa d?*vn frutto di carbone, ù bronza nelmezgp ettinta, 0 d*ogn intorno fortemente & in epilogo potiamo dire rima muffa dt materia rvenenata trafmeffa dal- le Alfiere per le'vene alla cuteaccompagnata da febre inten- fijfimxye di ettremo pericolo co fi per ognifiatoy 0 muffirne fcaturi- ta da communicabile ; ... Per tanto è neceffario di refitter al rveneno, 0* di fermare là co- rutteldyponendo fopra l'ulcera non tanto effiganti, ma 'validi medica- mentidi facoltà proffimi alla natura del foco, proc arando non al- trimenti di rimettere tinfiammatane con rimedij in grado rimeffb reprimenti, tff mediocremente difcutienti • Galeno al j 4. del Metodo s efiende deligentementenel modo del- la medìcatione, (ffi afferma che il principale rimedio /opra tutti eia mifjtone del fangue fatta in ab ondane#, quando non 'vi sìj condito- ne dell'infermo che timp edifica sparlò egli del carbone affo luto y eh et fi genera anco per fola deprauat ione de’corpi) fé/ perche quello che fe- gite al contaggio s'e Fiende tanto maggiormente di momento in mo- mento con altijfime radici corrompe, estingue il color rvìt ale ypct* ciò incontanente darà indino di apparire, 'valido il foggettoper poter vincere il male, fi tagliarà nana delle •vene che riguardi la par* te off e fa, 0* indi fi fcarificarà con alte tncifiont, quanto comporta là xrajfiìie delthumore chepece aspergendo>egtìfoggtonge >1'<v Itera con medicamenti •validid!Androne >e Pafione liquati in'vino dolce ) f binando per ogni modo di non applicare nella piaga remedij y che babbi ano del digerente> ò conccquente fitti ad accrcfcerela co- 66 Trattato .di Conteggio lunetta, &* s*rvfera alle parti infiammate refrigeranti5 trattemi e- rati repellentijcbe habbìano anco qualche forza di difftpatione, come à dire nelprinctpio vriimpiastra dipiantagtne, e>* poi di lente cotta in- fteme con mica tenera di pane mfcellaneoy ò diciamo di tutta farina cotti in aqua ceffata perfettamente l'infiammai ione,fipaffa* fa à cicatrizzanti come s'offbrua nellaltre piaghe : Hoggidì fi fa lauacro alla fede della coruttelacon aqua falfa caldaie Vino, & s'onge con Vnguenti ifide, egectiaco, ouero con quello chiamato delli ApoBoliper leuarne quanto s attratta. di corottoy $5* d'intornofifone empiaflro con farine d'eruo,dorzo,dtfatta, di li- tiOy (fff in riguardo della qualità cont agio fa s aggiunge nell'application ne qualche portione dì teriaca, mitrìdato, b troefei viperini con vmo9 ò fapa, edm fine per introdurci la eie atrio* s'adopra ildiapalmafb la cerujfa. Bubone peftilente detto la gianduffa, & modo di medicarla . Cap. v, 21. peJhlente detto dal Volgo tenone, desf tntola, o giandufia è affetto di glandola, dettata piu del fohto con dolore ,ò calore per c auffa di commumeatione, o contatto di per fa- na9o robba infetta di pendenza contaggio- fa, Cr naffeeper lo piu da materia graffai vi- ffeida conpor (ione di ffangue ,& fer a fità bi- hoffa che la conduce tali bora fiotto le ajcelle ,ouefono fituati li e munto** fìj del core, in altri nell ingumaglie, o dietro l orecchie per tInfestione maggiormente commumcata allena che all'altra delle vffeere, le quali per la loro naturale robuHez$a rendono le ffpongie, ò gUndole fjfejffe volteffoggette à tumori morbofi,facendoci depofitione delti hu~ mori corotti, (gjr della fede del <veneno, che per effer fondato in ma. Diftinto dalla Pefte fimplìce. *7 Under affa, &* tenace, non li tiefcepoffibile di efpurgarloper *vla d'alito fenfibilc, o tnfenfibUe fuori delcarpò $ < ' ‘ Et fi come bor tvna, bor l'altra delle gìandole, horpiù di loro fi gonfiano per la debolezza, ftfi apparato diuerfo defoggietti che re fla- voferiti, co fifempre il cafo e graue, (efr di peffima confluenza a pro- portene della parte offe fa de Ila pienezza, ò depravatene eth abito nell*infermo ; * <«> Galeno al 13, del Metodo infogna, che bìfogna emollìre,{£/ rila fi fare il loco deli"offe fa, Gr* mitigar il dolore, per tanto fuppoflo, che giàfia ejfequita alprtmo fpontar della paffione ogni debita euacuatio- ne vniuerfale cofi difangue ycome di medicamentifluenti,l'applicar à alloco del dolore lana molle intinta in oglio caldo il primo giorno,come in altro tempo mi fio col (2* indi empiaflrofatto di farine & di frumento incorporate con aqua dolce 3 O* *vna pocaportìont doglio: • Vrt v \ V-W*\ ‘ A nofiri tempi quantifornii op&tarijxtante apuntofono le forme della medicaùone, che tutte rimirano la medefima intentane : Altri biffano pez$e calde, oglio commune, O* di gìglio bianco con afiongie, e graffi 5 parimente empiaflro di malua, di altea? & cuci4- meri agre (hi . * > <>**»** *•. - Alcuni nelle renitenti maturatìoni afeendono alle flammule, al ra- nuncolo,ò cantaridi con fermento, e croco, ajfongta fuìlla,onto fot* file, &* cariche con miele: è vfitaìkavco f ammoniaco, & ilgalba- <tOyla teriaca col fugo di cepa cotta, (2 oglio: Non mancano altri che paffano non falò albalfamo del folfert,mdWcp alla fleffa calce C2 fapon gallico : ; ì fcflid eJflòIoV mu: Vi fono finalmente alcuni, che impatientì di dfpettare l’opera- itone de ò mineraliperfuafi dall'acutieY & celerità del male al ferro candente, aperto il tumore, O* fatta piaga, fi medica come tutte l'altre ,&* fi tiene longo tempo aperta per ficu- rezza, fe tal ‘ivolta riefee cofi doloro fi il male, che tengbi in conti- - tiuo crucio ilpatiente yfi dourà lenire la parte con oglio rofato, O* roffi cCouoyouero fpongia imbibita in oglio dolce è latte tepido : fpirito/ày €% Trattato di Contaggio gpgloueuole ì anche tinnendone del pollo nttuo applicato alla fpongix offe fa colftto del podice pelatoypoiche ì rimedio anodino y et moderata- mente attrattimi Oltre dt ciò è già pajfato in co fiume di medicare quefét tu morì con materie venefiche, come che per njna [ornigli ante [ottani habbia- no di tirar à [e putriday&* deleteria qualità ritrouata ne corpiy à qualirvengono applicate ; Teofra fio Paracelfo commenda il buffone detto ro- fpo, morto in aria> et gonfiato fi dopò Ccffer flato applicato al male, ne rinuoua 'vnaltro> et altri fucceffiuamente [perandò con queftodi le- var daitemuntorìo ogni veneno, ilmedepmo afferma tutta la [cola di lui delle carni che deuor ano[erpica ga%aytanguillaia rana, la t e stu- dine ff anitra > la cigognay la tignola rvtuay e morta,O* amplificando quefìa[cola la facoltà difanare con pmilit udine difo fianca, hebbe à dire che ogni pmtle fi fana col fuo fintile in efimpio ne fuotprm- cipijfeIxfebrenafcedafolforereiremedijfulfurei finfxnaf? lama* lattagallicafifa da materia mercuriale, il palo fanto la fanay perche tonitene molto dt Mercurio : Il mifiero non fu ben intefo da quella fiera Donna recitata d't/lu- foniojaqualc hauendogià preparato il veneno per attofficar il marito, affida di prefi amente l'effetto* al primo altro 'venerzo aggi- onfeych*bebbeevirtù d'antidoto ficurOtO* contro voglia lo riduffe àpiu perfettafaluteycbe prima jorne fi legge nelt Epigramma elegaute, che fegue+ * Quam pia cura Deurn, prodeft crudelior vxor Et cum fata volunt, bina venena iuuant. La Prouidenza è fi pietofa in Dio Che moglie cruda (oh gran virtù del fato ) Col velen doppio il fuo Marito fana. Ma che farlo de Paracelfifltyde Poetico d*altri ,fe Galeno dijfufa- mente ha infegnato quefìa medefima dottrina di medicare con fimili- tudine di foflxnz# leggxfiparticolarmente il ló.et j 7.capo delqutn- Diftinto dalla Pcftc fimplice. 69 to libro della facoltà de femplicì, ouero Ulìttcrde cornerflotte, et efiefa nel modo, che fegue • ?> Ogni corpo caldo bà fon# di tirare,et majjlme compofio di parti ,3 tenui', & queflo fa perfe Heffo nella contùsonefua naturale, oue- 3, ro anco trafmutato à contitela,come rvediamo nelfermento,&* fi- li modognifpetie : fi trotta •un altra forte de corpi, che hanno 9, 'virtù di tirare à fe per fimihtudtne di tutta foìlau\a , nella 9, maniera, che vediamo in noi flefifi ogni particella del corpo attra- ,, ber à fe nodrimento fomigliante, per ricuperar ilperduto, &c* Di „ più to pronontioy che fi catta dal corpo ogni veneno per l'applicatone „ eflerna d*antidoti, li quali hanno forza di ellraherlo ò colmez&o 3) di fola calidìtà, ouero con fimìlitudine di ttitta foHanza ; Dottrina confirmata dall'esperienza,poi ché fi 'vede, che la 'Vipe- ra contufa, (gfi applicata, e antidoto del fitto ntenenofittejfo dell ara- gna, &* dello fcorpio : S e alcuno qua ricerca fi e in che confila la virtù dì tutta f°flanz£, queflo per certo è quefito altre tanto agitato quanto difficile, O* im- portanteAlcuni la rtfferi/cono allaforma fpecifica, altri à con ditto- ne di fertilità cele fi e, per mio fenfo fi può dire, che la proprietà fca- turifce inficme dalla forma, ftfi dalla materia del mifio, per forma /intende la mifceladelcaldofreddoyhumìdo,e [ecco in quanto fono ejfenùali della compofittone, perche dtffe il Fìlofofo al 4. della Meteo- ra, che tutte le attìoni, Qfi pajfioni de corpi nafcono da quefle qualità, Rinchiude anco la materia, ò condizioni materiali, raro > denfo, grane, Itene, crajfo, e tenue, da quali riforge la facili- tà, 0 difficoltà di operare> la familiarità, 0 diffimilttudine co9 no fin corpi , tic he per auuentura hà voluto fignificar il mede fimo Annotile al capo fecondo del fecondo della generatio- ne ottedifife, che l’aggregato dì tutte le qualità tangibili fono le prime diffe- renza de corpi* Trattato di Conteggio 70 Locali prcferuatiui» & curatiui deli’vna, & l’altra pelle. Cap. 22. ONO cono effe dalla natura à corpi inanimati Par(tcolart di finare, ò preferuare con la ' /#/<* Appkcrtìonefatta alle no fi re carnt\ quefii ’ fino antidoti> che fi chiamano amuleti, f%J per /rìCM*3i hffSt nei libri della natura de fimphci ope- • rano Per froPrtet* di tutta fi fianca 3n e II* am- mìnifiratione de quali non può il M e dico efer~ citarfi con ragione > ò metto doperche fi trouano gioueuoli coniafola come della pietra, che ferma incontanente il fanguectie- fce dalle feritele dalthemorrotdt l’indica, ò ieracitide9 & altrapure che appefa allo ftomaco debole di apporta inflantaneo benefitio. Con tefimpio di quefie proprietà fi fono immaginati li huom 'tnì antichi9e moderni, chepojfanogiouar nella pe/ìilenz# (fogni fpetie le gemme pretto fi portatefopra la per fina 9 come il topatio, tl rubino 3 il giacinto 9 ed*altri : Lauidità de vili Operari y ed*in altri il de fiderio di giouar e hanno introdotto coftume di portar adojfo minerali deleteri * O* dall argento +vìuo fino pa fiati aitar fenico, & rifigalloripo fii in fachetto, o in altro snodo, fperando forfi che come li Animali 'venefici, o loro carni fino commendate à i tumori peflilenti eflrahendone ogni mala qua* lità y cofi pojfano conuenirfi li mineralipenfili al corpo con oggetto di fila prefiruatione 9 Ma per mio fenfi quefii tali fino in irrore grauiffimo, & di ?jo- t abile detrimento à chi s affida delle loro dicerie 9pecche fe fono collo- cati lontani dalle carni nonpartorifeono atyun minimo effetto, fendo che lattuatane della corrofione non fi.fi il di calore 9 (gjr all’incontro fe riceuono calidità fofficiente da nofìrì corpi per at- tuare la loro facoltà, penetra il nseneno con sapore 9 ò qualità per le t)iftinto dalla Pefte Semplice. 71 *vene alle uvìfere, otte non trouando incontro dt fimihtudm di fò- fianca deleteria, altera, (fif corompe l'humana propor tione, produce affetti cardiaci, O* continuata finalmente tapplicai ione di venem minerale corrofmo, altri de Ili huommi riduce in anguHie, ed*altri <vccide • VESSICATOU. Cap. 13. Ell'ordìne de locali fi taf preferita U confiderà* jpl I §f Mone de a>eJfioantì> e cauteri> h Antichi efpe- Il cimentatori delirarte ne* mah di capo9 di fon• Jpj m lo ***&>* cornato fi pendenti da aquùfe, O* 'A ferofematerie, fltmorono fauiamente conue- Ìli *v nifi le verberationi delle parti e freme, (ff , l'njfo dell'ortiche 9 o attr herbe mordenti$ Al- tri fi de fughi dì diranoncolo con fìnapì^efer- mento Vecchio, eccitando nelle partì remote mor dicanone9 &* dolore per fu fatar infieme lefpultrice delle rv\fcere à hbtrarft valentemen- te dall'opprefìone delle caufe morbificbe : AnoHrttempi fonopoHein<vfo le cantaridi, {&} frequentate non tanto ne* mali cronici, e fporofi9 ma anco nelh acuti ,poco atte fa di fi agone 9 bile dominante, e copiofa, e> la perturbinone, che rende il rveneno applicato in tempo3 che la natura Ha follecita al- le digefilonij tant'oltre èpaffato il co fiume 3 0 ab ufo9 che fé alcuni medici tal evolta fe ne aHengono per non offendere > <2 per non corre- re al corfo della turba9 fi rendono odiofi alle cafe3 & rvtlipefianco dal popolo 3non oflante che ne II’epidemie gratti fi Veggano portati alla tom- ba la maggior parte de cadaueri con quattro 9fei otto *veficanti : fuetto è vero> che li abufiinueterati hanno di legge3 & k leggi per AriHotilefonofpeffo commìHe di falfe tntrodutiont;ma per- thè tal volta li coHumfabricatt da fijfa mmagtnatione d*vno3 0 pm Trattato di Con raggio n /oggetti credutili piu intendenti y non hanno fondamento molto n/ali- do nell*arte di eoniettura, nforgono india qualche tempo altri di con- trario parere, It quali conconcetto, che [i fono aqui da ti difìruggono U prima opinioney&*la pongono in oblmone nella Città3 & altroueper doue s* e Rende la loro fama-, soglio dire che fe à no Ciro tempo viene fpefio ’vfurpata con importunità ìapplicatane delle cantaridi,la reuo- lutione del tempo darà lume ad altri di qualche moderatane ,• Et quanto s’afpctta alìvfo loro nella pefitlenzjtfo fono d'opinione\ che fiano più permifcibili nella peClefe triplice pendente cioè dalì aria y perche in queCìa li corpi abondano d’bumori aquofiy(fff fero fi, ma nel conteggio per me credo effer bene, che il Medico fe ne vagita di raro , incontrando majfime Ragione e situa, compie filone fcruentey (fff acu- ite di maley ilquale come dtfifi ricerca piu todo attemperanti, & ink truffanti} che mordaci 9 0* vellicanti applicatiom « Cauteri , ò fontanelle. Gap. 24. ■ LATONE al ter%o della con og- getto primario di deteCìar l’otto nelle Cittadi, afferma che ìhuomo è tenuto di riputar fi à roffore dìinfermare per altroché per intempe- rie delì aria y fgj per contufiouiy 0 ferite fug- gendo 1 mali delle deftillaùoni, & l’impeto, à dello J[pirite interno a dire toppreffione del talor n attuo da crudit acquale da altro non rìceue no- cumento magfioreyche àcdÌotioy&i molliuey&in runa parola da pef- fimogouerno dt <viuere,per ilquale auuenimento li buominipieni, O* tumidi d’aqua,e flati, d gufa di tante lacune furono forcati di chia- mare per aiuto h periti fucceffbri d'Efculapioper fonare mah dì que- fìi nuoui, ejr troppo afiurdi nomi defiillatione,e catarro y Et fe per opinione de lui non erano folto tlgouernode Troiani* Diftinto dalla Pefte fimplice. 7$ tanto meno lì cauteri) ò fontanelle, nell’innuff ione de quali, lì medici dì quella nofìra etade fono co fifacili, ftfi celeri per ogni lieue rifpetto in ogni poco male d commendarli, che tacitamente fifono ridotti à da- re unagran mentita alla natura,come fcarfayftj diffettuofa di prò-, uiden'ga neceffariaperche habbia fatto manco fort,o fintine a corpi di quello che fi conuenga per l'humana conftrualìone : » Hìppocrate fi ualfe delle •ufiioni trattenute à tempo per diuertire u alidamente fanar e lev fiere:* ,v ‘ .v fioper me non voglio in tutto dannare l'ufo de cauteri in quelli , che fino affretti altotio,m all’h abituati, oppreffi da perfeuerante , (fi? faffidìofi dejlufof) precipito dì eruditi alU occhi, alle nariciyal- la gola,al petto, & muffirne quando non fi pofano eradicare con accorri modata norma di uitto $ Ma quanto s appartiene alla ingenerale, io non finto di promettere di loro quel frutto 0 ficure^a, che viene affermata decantata da molti, ne mi deue effer imputato aparadojfo ilpenfare » thè la natura non fipofifa molto meglio esonerare, con la moltiplìcatiod ne de forami aperti, impercioche in ogni modo una fila è l'efpultrice , la quale ne mali urgenti,& acuti tenta fimpre le uie communi,& apparate dalnaffimentopiù che quelle che fono inuentate dall'arte , O* queffe per l'incontro alfentir mìo altro frutto di momento non ap- portano }che nelle mainine rammemorate pertinaci, capaci dì di- geffione 5 llcheè quanto me par fi di poter dire con fidata me àìtat ione, ne intendo che mi fetua per argomento di debole uirtù, ebebabbianoin fi li vefficanti,& cauteri fla finìffra riufcitaychepotrei addurre/uc- ce ffa con li medefimtnella reuolutione della mia cafa,poiché olii zo* dAgoffo dot anni faranno reffo effinto di contaggio nella Rtuìera di Garda mia Patria il Stgn, Marcantonio Lancetta Medico Fifico, & Padre mio d'honoranda memoria non off ante yche portajfe ìnuffo un cauterio nel fintffro con copìofa operazione, et haueffè per vfo continuato le pillole d'aloè medicate diligentemente ogn anno con copiofo ficco dì yofi,affidalo/ forfè dell'opinione commune che confon- 74 Traciató di Corneggio de ìapefle con ilcontagia yet dì tàgiorni prima il Signor Lorenzo *2><#< tote dell' <vnayct l'altra legge,& V-mcìt fratello mtodiletttfiimo,an> corche fi /offe appo Moda fe quattro <"v efficienti à tbra%fi,et alle gam- be,che porto intrepidamente,per quìndecifè vmti giorni prima-,che re. Baffi affililo dal male, fi che l'atto per fatarli amici fe Befioefimfe$ et l'altro attendendo meno le mepr e ghiere chela fietn- pre alla, foga,,che di fieguire con. r inerente >et affittuofopenfierò la moglie f lpadre,colf e anch'egli di frutto i><vltima vece fitta • Fomenti, , & Vntioni Cap. 2 ji *B R non dimettere c&fa chefia firn afa dì finità tonelTyna,et l’altrapeBe fegue già Tardino- ttone de fomenti,et ontiom alle Per tanto nella pe He fimplite à proporr ione delle Magioni y et apparati de corpi fi yfiurpar anno con larga mano Taglio dì cedro, di figgo, la te- ri ac il mitndato, et alcuna forte S Tpefie aromatiche attenuanti, et difcuttenti, dtamofcho,diagalanga, e fimi- Ikon aceto /pintifio alla regione del core, et al fegato il fugo d'ofi en- fio, d’eupatorio> et di radicchio con fipetie di fiandalt, et di ar odone Ab- bate sfacendo parimente fomento deltgente a ì granelli, drefiicoli con maluafiafò roino 'vigorofio tepido : contaggio, et mafiìmenelTeBade,et in età grouande contiene- noli faranno t’aqua rofia,et de fiori d’aranci detta nanfaper tl core , come per ilfegato li unguenti rofiatofandalino, fugo d’epatica,et aceto; àgr anelli per efifier componi di materia neruacea sappile ara njino pure tepido di mediocre fippuro, ò mtflo con aqua di cedro, ò dì cardo fianco ; 5\e- alcuno fi dia à Bufere, che io faccia co fidehgente mentione di queBe p-arti mirili, perche fono di grand filma confequen\a al refpi- Diftinto dalla Pcfte fimplice* 7f ro, et ampiezza delle •vtfeere ,fabrkati majfime con notabile miftéU rio 3 O confienfio colprimo fenfiterio oltre l'intento della generai ione > come noto AriHotile al primo della generatone de i Animali al cap, 4. anco li effetti5 che fifeoprono ne Ili feriti di contaggio ,fono testimonio di quefia *veiità,perche come più evolte ho ojferuato9 apparifice spefio in loro liuidezzd ò negrezza notabile. ’ Nella nata dall’ambiente, fi potrà *v fare alle maggiorilo* emdentì del capono delle mani foglio di fioratone com- porlo,non cofi di frequente nel contaggio,come in fua nvecefi potranno rvfurpare aque cor diali,(gf foaui,che attrattelo infpirate ramina- no li /piriti « Regola di viuerepreferuatiua, & curatiuaper Tvna,& lalcra pcfte. Gap. &(»• ■ E7{ d'Hìppocrate ne mali comma* ni, non fi conut evo l’immut adone del njitto, commumffìma è lapeHe fimplice,0 commu- ne di fpetie è il contaggio, onde l'huomo in al- tro non donerà alterar la fitta confuetudine y che in riguardo delle caufie esteriori , non difie fiejfo,come ficonuiene nei malori fiparficagio- nati dalU tnala regola del nj 'itto : Per tanto nella pefìe,che nafice dall'ambiente, li alimenti tutù fa- ranno di teme fgfi ejficanti, O nel cont aggio fi conuiene più' toHo nodrtmento di moderata molto eftenuante> ì calori- fica, à fine che li aculei pefiilenti non fifacciano più mordaci, & rve- hementiet maffimein fiagtone e situa, anci più toHo doueranno incli- nare altincraffante, O glutinofo, conlequalt qualità potiamo farci à crederebbe fi ritardi il moto, O* simptgrtfca la arirtù dell*alito pe- fi ilente. 7* Trattato di Contaggio guanto al molto,ò poco cibar fi,io lodo che l'buomo fi contenga nella Mediocrità , Variando leggiermente tv fi inueterato, & conferente a fi Beffi ,fibiuando con molto Budio dì non dare piu mole allo fio* maco di quello, che vaglia per tra firn ut aria nel debito tributo del corpo fienaia molto gravame d'tndigeBione. Di quefìa maniera fi reggerà l'buomo in (lato difam t;à intorno aU{ la qualità, & quantità d'alimenti, ma l'tnBrutione viene are Bar imperfetta mentre non fi di eh iati quale debba effier il modo, C> appa- rato loro > (beforfi non ameno importante per non aggregar e fremen- ti y O* fcbìuare la dcpravatioue deItbabito projjìma difpofittone al conteggio y come fu efpltcato, cioè à dire fie fi convenga cibare con ali- menti mi Bi, O* adulterati con odoro fi condimenti come s’offerita nelle cafe opulentii (fi? fignorìltyouero con cibi fimpliciyfipidiy& odorati del filo odore-fèJ fapor naturale fi nz* miBurefò infperfioni attifkiofe aU f vfo de Boici, nella fcolé de quali facilmente s'ttnparay che la natura fi fatolla di poco, Qfi tappetito-naturale è fimpre da fie Beffo fioauìjfit- mo condimento alibuomo : AriBoùle l'interprete fiourano della natura naidde queBa difficol- tà, & inpafiando con Filo fi fichefpeculatiomfu confini della medici- na fie ntntmfie alquanto lelabra > del proprio finimento laficto re- gtftrata memorabile fienten7$ nel libro intitolato del Senfio delli oggettifcnftbih alcap. quinto,oue afferma, che dot fino Le fpetie delle ,, co fi adorabile altre di queBefono à tfiapon, la fioau ita, „ ò contraria conditone de quali fono accidentali, (fif pure paffioni 9, dell'oggetto nutritiuo commune à tutti li Animali, di mpfi, che il >y medefìmo alimento fragrante, Crodorofo farà gratofioaue à quellixcbe fono netti di fiomaco,& in Bata di fana appetenza, co- ,, me all’incontro non apparirà di rveruna fiauità ad’altri, che fono yJ già fiat oth, et in tutto de Bit ut i d'appetito ; Altri fino li odori grati, et foaui di loro propria nata ra,fa.bricati 9> à beneficio dell'buomo filo per alterare moderatamente U fired- 5, dez&a di capo,come à dire la fragrava*, che featunfee da fiorala 9> quale non ba punto che fare coll'oggetto della nodritione,et per niurt ftiftinto dalia. Fette femplice. 77 modo eccìtd o accrefce il de/iderio di alimento, onci più to Ha lo cor* » ro mpe,impercioche è Vertjjimo Pedaggio di ttrate contro Euripide* » (Quando kns dccoquiturjnon infónda# vngucnrum.^ 55 C toe nell'appo, r ato de cibi non Infogna far violenta alt appetito na- 55 turale,0 di dot[enfi feparAtigJutto,Qf odorato formarne un fa» » loyà fine di/abricare fiamia^allettamento: Cane biade al mio propofrto, che l*alimento bumetfante 3 o effican- te j quando sij foaueper adort incorporati njolte nefee danno fo 3 ey* fomite de mah, 0 per lo contrario quello eli e foaue per odor naturale3 0 t turni fio nei me de (Imo ah mento fa di qual facoltà e (lev fi •voglia,per regola vntuerfiale fempre è mite, (gip faiutare, (§Jr far fi dal midollo di quefla dottrina è fcatunto quel detto commune (Quod fapic nutrir ) nodrifee fempre quel che piace ; Per certo non è punto fallace Cmfegnamento delFtlofofo, onde in tempo delirante, & l'altra petti lentia mentre l'huomo non è fkuro da «un momento all*alt rocche dal cont aggio non li uenghi tagliata lo fi a* me vitale per tncaminarfi in campo di verità fotto la cenfura di più •verogiudice che Minoe, e Radamanto à render minuticimo conto de fatti fi*ot,egli non deue ttudiare alla molli tie, 0* lautezza d'alimen- ti , ma douerà contenerfi nella moderatane de condimenti per man- giarfio quando Ìappetito naturale, 0 i cibi netti da fuchi, 0 da fragranza arti fi ciò fa lo chiamano alla menfa. Contefo è parimente tra Medici il modo dà nudr 'tref infermo ag- grauato dall’vna, 0 l'altra pette, imperciocbe da mn canto quanto maggior e iacuite del male, per regola d’Hìppocratc alt manto tenue •vitto fi ricercai 0 à poca virtù poco pefo svguaglia 3 dall'altro canto languide,e cadenti fono fempre le forze nellt affitti pe fidenti3 & fo- gliono rtpararfi non con altroché con buoni,epieni alimenti ; In quetto cafo ben differo li Mae fi ri dell'arte, che fi faccia foffi- cìente riparo della virtù con moltiplicate •veci , 0 con nodrimentt di molta forzjt ridotti in poca mole $ «Quel ch'io dffi del mangiare, s intende Anco del bere •vigorofi, e pieno di fp trito, ma non molto in quantità nella pette fimphee, 0 nel ■ Trattato di Contaggiò 7* contaggio moderato, di vigore nmeffoper oggetto di preferuaio- ne,co mepoco9ò nulla in flato di effettuai , (gjr maffime at- laccatiti4, eccetto che per necef/td grande9per penuria, di forze* ò per deliquio , *Douereì già de fender e alti alimentiparticolari * ma io promi fi di non effer molto tediofo* ne 'voglio mancare di par ola* tanto più, che à me baflarà d’hauer tagliata la mejfe più importante * nel re fio ognuno da fe prenderà le /piche dtjfeminate nell'ampio campo de Praticanti. inft v.va o\ Solo lo fento di metter in confi derat ione che in tempo di peniten- za 3 quanto decrefce il commercio, tanto s'ingrandifce la necefiìtà , la fame, fi riduce il popolo ad alimentar fi d'ogm for di- tte , che dà fomite notabile alla calamità * farà dipublica attinenza ilprohibìre9 con ogni feuentà li grani* carni* vini* & horartj alimenti corotti9 et accio anco le pouere genti delle ville * che per auuentura s attrouano libere da male, mentre (i dispongono per far danari , (/f affienire al defìderìo delSPrencipe dipajfare nelle Città infette conproutfioni alimentali cL’ogni forte 3 non corrano alla morte fenzj propofitopcr fe flejfe , et con molto defeapìto de Mag- giori* vendendo nelle pubiche* et /olite piazze* farà necefarloper mio fentimento di affignarli habitationipagate dal pubico fané* et fpatiofe per la loro ficurez&a ; Et perche anco pojfano vendere conia debita difianz* fenzjt al- cun timore di refi ar fopr afatte 9douer anno fulminar/pene grandi à chi fi fi a ardirà di darli minima mole fha. IL FINE- v> DIA LOGO- SOPRA L'OCCASIONE OPPORTVNA CHE MOVE IL MEDICO AL SALASSO '{ y Y k «Al f Q ry 1. 1 OGNI GENERE DE MALI. DIVISO IN DVE GIORNATE. • 1 ‘ r - fi”"/ : : . INSTRVTTIONE A LETTORI. SE grane 3 & impùttanU'contefa è fufcitata da Medici intorno alla miffione dì[angueper debellar li malori acuti> Ùf di cattino coti to- rnei rifeto ante di degna d'ap- plicatane è quella3 nella quale fi reggono il- laqueati > & tramiti in tempo dieffettiua , impercioche contendono tra da [e lipiu dotti5 O* pregiati Scrittori de no fin tempi 3 & deli’etadi de- corfe; Altri di quefìi temendo la caduta impromfa delle forzp detefiano grandemente il falajjo ; altri per allegirire incontanente la natura op- prefa dalfacutie del male, filmano ptr cofaxertay che non njt sìjpiù> ifp e diente riparo del taglio della *vend y Ma perche la coni emione è ingombrata da grandi firn a ofcunta, 8© Delfvfo retto di Salaffare Giudici adequati nudi d'intere(fe, rimane fempre più im- plicata, O* tndtcifa; argomento nella, c£<? nella ttcjfa epidemìa petti- lente > 0 contacio reale ognuno di loro pone alicjfe catione il proprio proposto s fui campo del duello non attendendof ad altro, che al- la fola riufcita di quelli, che foprauiuono} o fa alla profferita de fa- lutart auuemmenti fen'zfpenfar punto alla contingenza de tempi>& alla delle compie filoni > in fine chi fi fi a re Ha più inclinato> che mai alla propria difciplina ,0* fi da uanto > che diede la falute à molti ì Sopra quefie difputatìoni è capitato auìfo importante rijfertto dal* la per fona di Patroclo fecondo del tenore, che fegue. f \ o n A -7 A r:i ir h lettera da viso ESTRATTA DALLI ARCHIVI D'ESCVLAPIO Nella quale fi vede vnadiftintarelatione di Patroclo Secon- do , Compilatore > in proposto di Cauar Sangue col Taglio delia Vena indrizzata alla Medicatione delli affetti Peftilen ti. Patroclo Secondo,Compilatore. Ve fono le fcole famofe, dalle qualifcaturìfco- |P| 720 lt prof e fori tutti della Medicina,, di ||| V (luefi€ * tenuta aperta dal Venerando w- Jg y cbio d’Hippocrate 9ò fuo Tenente grane per / A £ttà9faccinto nelle fentenzg, ma dipochtjfi- £! W0 feguìtoper caufa d’un breue ngorofo af- fifo sul fronti Tritio della fola , prote Ha a tutti li fuoi difcepoli,che attendano allo ttudto con patien- ftrepito 5 In ogni genere de mali. si bali altra fi trotta mantenitore nm •valoroso feguacedt GatéHo àrdente dt dicitura d'ognigenere y callido in ognìabb (fff autdo di gloria con libertà grande di dire à quelli,che lo feguono 5 lo fono flato femore auido indagatore dei andamenti, £sr [uccejji delivna, & ialtrafola, et trouo che la maggior parte di loro s*intro- ducono alla cognizione nobiliffima della medicina con li foli primi ru- dimenti di logica , (g7f <vna fetida corteccia di Filofofia 3 con poclÀJfi- mo decoro dell'arte > &* pure quefli mede [imi con <vn pelago di di- flintiont, & con perpetua garrulità filmano di poter riufcirt buomint fingo/ari , e grandi ,* *2>tr vero non mi fono curato molto d’intrin/ìcarmi con qùefla fe- rie di per andò dir di loro alli amtct(col Poeta,guardalepaffa} auuerttto anche da chi fece il gran commento} che tmteletto di quefli faràfempre incapace, et di fi orto alle buone cògmtioni : \ -\ Conobbi altrt pochi fe dati nei difcor fi )facili ad arrender fi allevar gioni auididt buone in flruttìoni\ * A quejìì io màcco fi ai >et maffme à Meneffeno, et Lifide prefanti dafpetto j et d'indole mode fi a, & fentij dir loroy che per profittare neIf arte della medicina teneuano bìfogno grande di faggio ammae- tiramento, poiché la fcola d Hippocrate era fuperiore cCaffai alla loro capacità, {£/ che quella di Galeno è piena di tanta confusone f che fe bene rtconofceuanoil Maefìro degno dt rveneratione, non era poffìbtle poteffero intendere f accordato d’~vnagran maffa di conclufoni con- tra pofte almeno in apparenza Cnjna alialtra ,• Pertiche riffolueuano andarfene incontanente à confulto da bra- cone bere de d'E fulap io per rapprefentarli il loro flato, & rappor- tarne ffetente ripiego 5 Mi parue, che il con figlio foffe buono$ \>olfì feguir Hcamin loro,et effequito prefi amente il dijfgno3 giontt alla cafa delfamoftffmo Dot- tore, non tardò molto à comparire inperfona, njefìtto in habitograuey (gr moderato, et benché fi nvedeua dafpetto melancolico 3 lietamente lì accolf) et fattili diede animo à dire. GIORNATA P R I MA I NT E RLOCVTORI. Mencfleno , & Lifide Scolari. Dracone Maeftro. Patroclo Compilatore. 01 /tanto fcolari deflirtati dai no fri maggio» Ér S rial/e fpeculationi della Ftlofofia,& Mede- jl citta, (§Sr dopò batter attefo à quella contenta |p 7% piAt ione tre fi agio ni di fiudio , nel qual tempo À ci fu detto, che fi aquifia perfettamente, fi m fiamoincaminati alla Me decina, (fp di dot ; fcolefrirnAYiecbes'attrouano tn quella Cit- tà , runa è lontana dal corfo chiamata Hìppocratìca,frequentata filo da alcuni pochigiouani maturi qua fifempre taciturni, mi fentite al- cune lettioniproferite congrauità, & ridotte infintene, e> tffortf. mi,poco, ò nulla intendendole ,fi ne (turnofempre partiti mal conten- ti,0* con pochi fimo frutto-, riuoltiperciò à quella di Galeno polla fui corfi piu frequentato, &* piu famofi della Città ,tballiamofempre trouata ripiena de fcolari 'viuaci, contentiofi, li quali dicono con- cordemente , che per aquifiar lode, O* t efori al mondo è necefario di tiare in evnaperpetua loquacità : Hora e già pafato più dt(zm anno , che p affattìchtamo anco in quella fcola, ma trouiamo fempre più in ogni fiato di malatiapro- po/ittont , O* remedij tanto implicati, che fi diffidiamo di poterne •tfitre con bonor del Maefiro, ftf rutile di quelli, che col tempo fi af- fidar anno delle no lire confultationi ; ricorriamo perciò alla 'uoftra per fina grande di fama, & di 'virtù, perche troppo ci duole di perde- re ilfiore della nofira giouentù fen%* frutto. In ogni genere dematì. *5 Dracone à Meneffeno. Atemi parte per cortefia ò Menefieno, che ìmplicationi I illfSn fiano fi* V impedìfcono ilprogtejfio dello fìu- I J. dio, come per efiempio fi fi parla dell'operatìonì, pii importanti del Medico, Tona de quali è la miffione del fiangve col taglio della *vena 5 che documenti, & infirvttionì bautte Voi in quefìo propofitoì Patroclo Secondo. mEbbe gran guflo Menejfcno di qveflainterrogattonel perche di molte lettionì, che bavetta fentìto in qveflo | | genere dì rimedio , »o*z li parve mai d'haver aqvìfla- t0 tant°) cbe fi potejje metter in ficvro di capitar al fiala fio, gli rìfipofie in quefìo modo . Meneflenopà Draconc Maeftro. HO so Venerando Precettore, e Padre et affetto, che Galeno nel libro eh*infiegn a à medicare col mesclo del fialajfo proferì nona fintenza generale, che quando il male è grande ò preferite, o imminente,> fgj le for- %e confìflentipfempre fi conviene il taglio della vena, ma incontanen- te refiringendo quefla generalità ,/òggtunge che fi eccettua l’età fe- nile , la giovanile, quei corpi che fi trovano pient di crudità, ey nel- trvndecimo delMethodo eccettua ancol'babito lajfo, e molle, e pìn- gue,,e bianco, di naenegracili, parimente la regione efluofk, & la Magione efltua ,0* nel nono pur del Mctbodó quelli cabalinolo flo- macopieno d'amara bile,l'orifìcio fuperiore troppo imbecillefò fenfibt- le, '& quando anco in qvefit cafifi cavi fangue per neceffitàgrande y avverti fi faceta cautamente-, & tnpochtjfima quantità ; H Dell v/o x&todi fala (Tare. Se per bora io debbo dire quel che propofitionì à me pa- iono molto trrefolute mentre ruoglto batterne ildouuto riguardo , rn afiicuro , che non trouaro forfimai in attoprattico alcun incontro, thè pop habka 'V.na , ò più dt queHe oppofimm, pertiche non fard qua fi mai pffibile in alerte mpo di capitare al taglio della PO'tpoJfo capire comequesio modo d'tnfegnare fu •vno coltura della Medecma ch’egli profejfa al nono del Metodo d'batter fatto alla dot~ trina naniuerfale 9 fp* con fu fa dUli Antichi con la fimilttudme di T r aiano, ilquale rifece, 0 ri sì auro tutti Le rute d'Italia eh’erano afprC) (gjr Ufficili. Patroclo Secondo. Oleua profeguìre Menefiino con altriparticolari, ma 2r (T>r*cpnei che vedetta Lifide tutto ardenteFpiri- \jsS\fl tofo da do aero, mortificato di trattener fi infileni io, U richiede à dire fe haueua anch'egli alcuna co fa che lo trauagliaffe in quefiopropufitotonde Lifide incontanente fi leuoiri piedii et con atto di gran modefiia promofic ragionamento dicendo, Lifide % Dracene . {à 9 che mi 'viene conce(Jh licenza dì poter r appresti- la tdrg * cofi &rat2 Maeiiro le inuoluttoni del mio mte- rim€C^10 > conuengoproferire, che pormi non foiopiù, che vero quello, che hà detto Me- ne fieno , ma molto più mi che •veggo altre propofìt ioni partico- lari & applicate òcme al genere delle fibrt, che mi paiono anco di maggior difcrepan%a impercioche trono all ‘vndeumo del Metodo, rimedio f aluberrimo in tutte le febei putride il tagùo della vena non tanto nelle firn he, ma anco in tutte laltre > che nafeono da ha m? In ogni genere de mali. */ corotto,perche alle gerita, la natura dalla farcina,vinte,tip* fupem tanto più facilmente il fomite, che 'vi rimane, con or dine, che fi caui „/angue anco à fettuagenari quando jaffetto lo ricerchi ; 'Nientedimeno nella cura della ternana fimphee al capo nono del > primo libro frìtto a Glaucone non parla punto di falafjo, (éf nella v ternana[puri a chefegue ne fa commemoratone con molto dubbio, et eonditionatamente, indi nella quartana che fi fa da efiremento terre- lire per lu\> (ff ricerca più totto purgatane, commette affilutamente jltaglio della *vena , cacando tanto maggior quantità di fangue9 quanto maggiore apparirà in lui la negrezza ,* V Ma quetto non so come fi poffa intendere , perche imparai già da Anttotde net (f? nei frammenti naturali, che la tumide delle svene nei melancolici non nafee per alcun modo da [angue y ina foh da foprabondanTg di w&porofa ebollitane terrefire\ che fi fifone nell'ordine delle crudità , chiamata communemente cacochi- mìa, la quale impedifee la mtffione del Jangue . . Dì più all'vndecimo del Methodo nella febr e fnoca, U quale non fuole effere con debolezza di com'egli e mal grandi fenzj, dubbio# dà per configliche il Medico sij riferuato di non cauar quantità di [angue, perche fa meglio di lafiar nodrimento alle partì yiuenti, che d'hauerpoi da fupplire alla ‘virtù con immoderate for- bii ioni 5 g/ alimenti} & nel libro citato desinato al falaffo dice , che d'humori crudi auanti, che il corpo fi renda effettua- mente morbofo )paf]i il Medico con gran circonfpettwne nel falaffo, ma fi Cinfermo farà fìpr afatto dafebre afferma, che per niun modo conuìen cauar[angue $ r • - \ , Veggo anco nel libro nono del Methodo oue tratta pure della fmocay che bifbgna eferpretti à cauar Jangue non hauendo alcun riguardo al {efio, jet timo, o altri giorni critici, tp* cafio che vi [fiero Medici, ò j Infermo, onero anco gli Affittenti, li quali non volejfero acconfentire alla miffione del [angue fi poffa mutar parere , & dar di mano alfa- qua frefica, ancorché fia molto pericolofa, perche indebolìfee le parti , incrudìfiegli humon, eccita conuulfioni, tremori; difficoltà di [pira-' Sg DellYfo retto di falaflare -itone 3 ed*altri accidenti, che metterebbero in terrore ogni 'Valente Medicoperdouerla sfare $ ±Modo etinftgn&ie poco condecente alla riputatione di Galeno, che fe nella fodetta forte di il piu /duro, & dio e di cauar [angue 3e gli per tincontro con gran facilità concede, che ftpojfa mutar parere per incontrar folo il gemo d’altri altro rimedio men certo , £2T pieno di pencoli 3 & tanto piu mi par Brano % perche nel primo del Methodo lodò molto li Medici Antichi3 che com- mandauano all'infermi, come li Capitani à Soldati, & li Prencìpi à fuoi Sudditi, O* biafima per l’incontro quelli, che con ogni termine di solubilità, CsT* leggerezza concedono aqua3 ò sino, ò altro all’in- fermi à lorgufìo, ed’efo fcordatofi facilmente di quello buon dotti- mento, cade non meno nel mede fimo errore : 'Dipiù al quarto del Metbodo affermale la redondan\a del fan* gue non indica per alcun modoy che fi debba capitar al faUjjbyComefe sn fino ne farà abondante, non per quefto bifogna fubitopenfar al taglio della sena 9 ma più toslo farà neceffarto di rimediar alla pie- ne ?z* con l’inediarmedicamento 5 bagno3 efrcttio, ò ‘ fncationi3 £?* mndtmento nel libro contro Erafifìrato , al quarto 5 della òffe fa della fanitày O* alcroue afferifce, che quando fi troua di[angue fe ne può cauare coptofamente anco fino al deliquio d'animo, & nel propofitopure dell' euacuationi fatte dall'Arte dijfeal terzo delle cau- fede Sintomi > che tuttel'e[erettovi di fan gue erano fuori dell! or* dine naturale , eccettuato quellepurgationt , che vengono daltv- tero , O* nientedimeno ne i libri contra ErafìBraioper feopo di fio- la impugnatone , fi lafcia intendere citò conueneuoìe d’tmmitat la natura ammaefrati colftnanittone 3 che fa tfitjja dalthemo- roidi 5 J iti fiowma io non finirei qua dt dire fe non fuffe la riveren- za, che porto à tanto degnoy ó* famofo Scrittore > penLhe fi ante tutte quefte condii foni implicate3 ò contraditoriCy che fiano tra di lo* Y_o ytaluolt a io dubito fe l'arte fa Ver a, ò [alfa, & quandopu- re babbia certa fujfifienza 3 io non fo, che mi credere intorno alla In ogni genere de mali. ir tntffione del /angue y Qf come potrò mai aggiustare in atto pratile* quello nmedto con le fodettepropofitmi. Patroclo Secondo. % ROFETfJTE tb'hebbe Lifide tante dubita- Jtìrff tioni,et auuiluppamenti de!fuo animo,eOra- cone*l Mae tiro mottrò hilare afpetto,0 difi ilvini fi (fcoPro il voPlroingegno o Lifide,) ne vi \Up>A f^oni tntate , che il dubitare nonrè punto muti- tilt, anct tefiimonio di attitudine à poter pe- netrare ogni profonda cognitione, come f che feguìrà dalCvno , 0 Cairn di *voiw qualche tempo, 0 già c he concordemente *vì contentate del mio coniglio, volontieri *vt dirò alcuna co fa, che vi farà cara di ftpere cofiper la •verità della me- duina,come per la retta amminiHr adone delfalaffi $ Jn tanto vi e/orto con pieno affetto di parlar femprecon ogni ritte* renzj, 0 ojfequio verfo huomint di concetto grande al Mondo come fono Galeno ed altri del fuo grado ,0 fe vi fete auueduti, che nella fola dHippocrate non baueuate tnftrutione fujficiente per capire U grandezza delle fuefent etisie, douete pur credere anco che la dot tri- na di Galeno è /ingoiare, ancorché compofìa, (èffi intejfuta da varìj fini tra fe ftejfi differenti j in ogni modo egli fu di eleuato ingegno 5 gran vorator de libri-, fi che non fenoli raggione s'ha aquiUato Cauta vntuerfale della Medicina, f£) attendete ho- mai il mio di- fcorfi. S8 Dell’vfo retto di Sglàffare ; / j r* > Bracone Maeftro * A MencflTeno , & Lifide. JKfifMH 'Arte dell* Medicina e 'vera>&4 / u quelli pa rUno in contri noy 4*fi ficonfondono, & la confermi Sii no iterando, & roborando li proprij corpi ta- y|J l'bortolabo.yaltrekolte col moto , O* con l't- nedia 5 &* quett,a apunto e l'arte infegnatA . v. fiall’iftinto ineffabile della natura , e£* i«- ufhtata , cotti .£‘V\v) y u • chiaramente annotato, e>* èfprefio da Hippocrate nelli- Irò intitolato dell'Antica Medicina, onde Platone nel Timeo 'volen- do dar ci ad intender e eh’ella non confitte in una moltitudine , O* confi ufione d'ordmationi fatte all infermo, lafcio fritto che eccettua- ti li mali acuti grauemenU pericolo fi ,non bifogna alterar li corpi con remedij di notabile commozione 3 come fono in ef empio le medici- ne fluenti ,à quali per niun muodo fi lafciano perfuadere hbuomi- 73i difano iute letto fetrzaeuidente necejfità, altrimenti facendo, diut- riamentepreuede, che le paffioni morbofe di picciole fi fanno grandi , di poche molte ne rfurgono, pereto conchiude che più tofio fi debbano correggere li corpi, & medicare le malatie con la fola regola del vitto, che quefia è la vera , & primaria medicina , quindi It me- dici della buona prof pia furono fempre ficarfii di noiofe applicationi, fnauano Vn infirmo con mn purgante filo, mn altro col taglio della mena folamente alcun interno rimedio,altri col latte folamen- te, (fif Vn altro per conchiudere conia fola ritorninone, à con l'inedia> modo di medicare non aborrito, O* non contefo dalli buomini • Ma hoggidì il negotio dell' tArte è ridótto a tanta con fusione, chi a* mata per fiutone da moderni , che per lo più vn foto infermo, e>* per In ogni genere demali. 89 ogni lieve male è legato a tante ordmattont* & leggi * che fe la malà* tìa non e più che breve* (pi fpontantamente fan abile* rutene tlmife* yo artieffer non falò lacerato da barbieri con coppe* 'veficantt* et taglio dellaevena* ma riempito anche a naufea de molte fetide compofitiò* tri* edaltre eBorfiom3che lo riducono in nona tedio fa*et njiolentacon- vale fenica, qua fi chefacciano mentre il Ftlofofo * il quale nei primi rudimenti di Logica prometto 3 che non fi dd metto reale tra la fini- tà e i malori, & dtqut naffe * che [arte delta Medicina dal mondo è fetnpreptò mordtcata*o* lacerata* comefe piu arile* &* far di da ella (offe eh tutte [altre $ ■*•••• ' Di qui anco in ogni tempo fono ri forte* et faturite nuove fette* che pongono facilmente ogni rime dio in dubìt attorti * et abbati™ enti* perche oltre la norma del <■vitto naturale medeema * cernevi dtp* dà hoBrì corpi* le opinioni tutte cavate dalla debolezza delf arte conict- turalefono molto rvariabtliì et caduche* pereto ti Troiani* Budiofi età tificcare ogni fomite di molhtie ne ipopoli belli co fi* non hebbero per. legge altra parte medicinale * che la maritale o chirurgica in riguardo delle milttie * i In altri tempi per l’incontro fiero dico Mae Brode Soldati effendi cvaletucUnarie* & medicandofe fi e fiofempre con variaforte de me- dica menti inttoduffe longa* .{pi te dio fa me deeina r Altri mediconi fi mali tutti col latte* (fif aqua ; Era fi firato co bagniQ? con fmedila fenica fangue ± ecf altri come Voi fapete fanno mentirne del falaffi qua firn ogni male,fi che una nuova opinione radicata con [auttorttÈ d9 b uomini dt lingua, (fif accreditati al mondo* è ballante di diBrugr ber [antecedente > {fif fvcceffiuamente la nuova da altra piò recente * che con quella revoluti one apmto paffono te cofe tutte nu ari ab tir* & toruttibih dt quella baffi* mote del Mondo .* Oa le no ciohebbe il Padre * (§jr li Ma e. fi ri grandi £ erudmonenon meno callido * {pi fagace nelle attioui * che aitò alte contemplattoni* andò à Roma Città piena* avido di aqui fila r ricchezze e gloria con ani* nto franco di metter fi dopò le fpalte ognuno della prof/pone ; gì onte* tmaghtio delle grandezze * O* opulente detta gran fede ri trofei * J>© DcH’vfo retto di falaflarc &* di corone 5 deliberò di tratteneruiff y et effeminat i ddrgentementt gli affari della medicina3trouò incontri, & affaceli di •‘varie fette fa- tnofe radicate3 et tra 1*altre quella dErafffirato che li poteva impedir molto il fuo dtffegno y Onde comm fio il zelo, & ardore deproprij interefff alt efercìtio, infognamene dell'arte ,fipofe in animo di deprimere, et annichi- lar quella fetta, fperando egli che effendo d'ordinario acci tu l'inno- uatìone alle Città di gran Popolo, Jì farebbe anco facilmente amplia- to, Gr* magnificato il nome > et conditiom della fua per fona, ilche gli riufcìpienamente, perche non li mancando quella parte di dialettica» fé* lorendeua ammofoper incontrar volontieri ogni contefa,prcfe nei primi abbattenti contro Era fi fi rato, et fua fetta y il felo cafo din- fi ammattono delle vifcere per convincerlo, et darli à divedere, che in molti mah importanti fi conviene la miffione de Ifangue, da lui afe folutamente in ogni cafo rifiutata 3 et non hebbe timore dt proferirne fentenza, perche hauendo di già imparato ne Ih oracoli d'Hppocrate % che il falajfo è rimedio necejfario, et prefentamo deliinfiammattoni più importanti y non dubito che lipoteffcro mancare fondamenti per ingrandirla9 et foftenerla pienamente in publtco arringo : Non cofi ti diede animo in quel principio d'impugnar Er aff firato, perche hauejfe tralafciato la mtffione del fangue nelle febn, abfceffì piccioli y et altri caffi anct in modo d'encomio rammemora, che anco li siedici più antichi di luì fanauano i mah con altre molte euacuatio- niferina il taglio della vena,et l'opera rtuffava loro pcura,fe bene con qualche maggior di tempo : Fece radice pian piano in molti la fua opinione, et conoffendo cheli eveniva fatto di convincere largamente gli Erafffiracei, et di cofìt- tuìrff in grado eminente della pr offe [pone 3 pub li co altre conclufiumi at- tinenti alla mifffone delfangue, come nel genere delle febrtputride la di già adotta, che in tutte loroilfalajf è /aiutare 3 ma fé bene egli fa- peua che il dtlatarficon queffo rimedio ad altri mali era per conferir molto à fuoi diffegni, non afffdandoff pero per altro di e Renderff con franchezza per non <vederneefempio nella lettera dfhppocrate yfe- In ogni genere de mali. ì 91 ptndo egli nell*interno, che queHapropofittone non bavetta ferma fu fi fittene ftftforfinonfarebbe Hata acetta alMondo*,tanto la reftrin- fé, €$* contanti modi d'eccettuai ione ch’è quafi il mede fimo, come ft proferita non Cbauejfe,anci nella HeJfafcrtttura formata contro Era- JìHrato inttebife all audacia di molti, che capitando ali infermo dì febre nel bel principio per regola quafi infallibile commettono il taglio della vena non fen%agraue nocumento, & concbjude che per l'ìmpe- ritta de medici e mcefiìtato à dire, che dì tutti linfermì , che movono per errori de profejfori dell'arte, il maggior numero è di quelli , eh e njengono falaffati fuori dipropofto, che li altri ne9 quali viene trala- fiata t alle u ac u a t ione. '« Auicenna ancorché nelle cofe me dee inali fegue per la maggior par- te le pedate di Galeno, arrichito però molto de fondamenti naturali, conobbe di vantaggio, che molto import auane* mali, oltre l*in fi am- mattoni la rtjfolutione di quefio rimedio, O* abbraccia con grandtffi- me difficoltà nelle febritl taglio della vena fónde nel libro 4. allafen, l.al Trattato primo al cap.3 trattando dellefimera che nafte da oppilatione, & da moltitudine d'humori, dijfit in queHo modo,(libero che sij l’infermo di febrcjfe tipare caua fangue,ma fe faro, februt- tante 3 ti auifo ch’è meglio dilafciaril falajfa.,perche mette tutti gli bum ori in moto, & eccita confusone nelle venie con molto pericolo, O* al cap, 4 2. nella cura della febre caufonide configga, che fi pajfi con la medefima regola che fiofferua nelle terzane pura è (incera,inclinane do che fi tralafci ilfiala fio perche jorfiinfiamma maggiormente il cor* po , O* maffime quando nellinfermi nonapparif a l’orina piena, rubiconda indice di qualche wfiammatione • « * Si che per ritornar à Galeno quand’egli Hitnò d’ejfer ridotto à buon termine di quello che defideraua intorno allo H ab ih mento delle\ (ite fortune,andò fernpre alterando, cautelando, & glofando in vo- ce , ijr in fritto le primierefue propofittoni vniuerfiali nella mijfione del fangue, che finalmente m attoprattico fi riduf 'e à operare ogni cofa conforme all’tnfegnamento del fuogran Maefiro tìtppocra- te .dalla prof apia del quale io prendo origine,& fernpre più che legger s>l Deirvfo retto di falaffare rete lifcrittidì Galeno fatti per la maggior parte à frammenti, tro- uarete, che tali apunto furono li fuoi proponimenti implicati da pro- prie p affimi ich e poco attefe da fegu aci fonofpeffo in caufa de gravi er- tovi, ma per adeffo non e bene, che vi affatichiate m confiderationt, et difpute di tant a perplefilone 3 O* importanza 5 batta che quel chi bor a dtcop <-v\ ferutrà mirabilmente a fuo tempo , O* m intenderete facil- fffìnte ogni mt fiero. Patroclo fecondo fopra la conclufione della Prima Giornata. ctibebbero Mene fieno , & Lifide cofi dotta , & pregnante rifpofia fi njiddero TOr\ conflati, & allegri che non fi può dir à ha- leuati in piedi ambi dai y ton BitjF burnite inchino re fero grafie infinite alfapien- tijfimo bracone di cofi caritateuole attimo- viziane, (tfi fr ut tuo fi auertimenti, e Mene fi fieno come maggiore difiefih quanto noi fiamo fortunati, che dopò ba- tter caminato njnanna è più per le tenebre della Medicina > et. pare già di vedere Vnpoco di fplendore 3 che ne •ziiene communio aro dalla rvoHra <vìrtù benefattore, e padre noHro, ne tralafcierò dipani fi* carui che Pavidità chabbtamo di faperefe cofigrande, che fé non fofie per abufare la gentilezza Voflray zjolontierifentirefiìmo perfettona- to il difeorfio già principiato della miffione del [angue conforme al pa- tere d'Hippocrate} quale tanto defidenamo d’intendere & con quel piu 9 che douereffimo operare per penetrare anco efattamente la fua dottrina : « \a\cù x. ì. ■ Volentieri figliuoli mieti rifpofe il prudenti fimo ma di già Pbora e tarda, quello non e negotio da trattare con fretta, an~ date hormai alle cafe rvofire> et lafciateui vedere domanti che re fi a- retecontentìj con quefia chiufa fi diede fine à complimenti, siche e quanto e fuccefiom quefìa prima fefilone . ■ , • «U Fine della Prima Giornata. *} introdvtione D r P A T R O C L O Alla Seconda Giornata. ■ LÌ Affetto, & aI dìfcorfo io conobbi molto cori* tento Menejfeno3 0 Li fide partiti che furono dA bracone fiiringratiai che mhauefieroper- me fio d’ejfer preferite à cefi grato impetrai di poterne fentire tl finimento con la feconda fejfione $ onde quetta mattina mi fi* 710 lafciato nvedere alle cafe loro 3 lì quali mi re fero corte fi faluto, di- cendomi 3amico nofiro>quefia notte ci è par fa molto longa per ilguttoy che fperiamo d’incontrare di nuouo non di filmile à quello di hieri y 0* perche sviniamo tutti in anfietà di riuedere quello gran Maefiro# me sminiamo fi già, allafua 'volta 5 lo lifeguìtaì j 0gionti vnttamente ali habitatione del Mae firo , trouammo Ungrefio aperto 3& fruitori che ci condujfiro allattan- ti ttaua iuì Draconefiolo con vn libro in mano tutto meditabundo, ed?ecco che auuedutofldell'arriuo di Menejfeno , 0* Lifide, fentito l'offequto che liprettorono3fece corte fi filma riff>otta3 0* diffe : Aggetta vottra follecitudine e chiaro argomento che fete inclina- ti alla •virtù 3 tl penfiero è degno di lode, 0* vi efiorto di pròfeguire : Uteri vi promi fi di dtrui alcuna cofa dello feopo ch'hebbe Hippocratè in propofito de cattar/angue col taglio della vena, ne iofono per man- care alla promejfa, fuetto apunto, nf/ofero fiamo auidi difipere, ftfi di piu qual mezgo farà per noi accommodatoper intendere la fua dottrina tanto fuccinta, (gfr fenteniiofii fi diede fine à complimenti, 0 pott fi tutti à federe, tl fiaut/fimo Maettro cominciò a parlare in quetta forma. GIORNATA S E C O N D A Dracone Maeftro. * fcntenindubitata di tutti liprofeffo- TOogrl ri d* fetenza in alcun modo e lecito dipaffart a^a curatl0ne mali fé {Artefice non è per- fidamente inSbrtétto 3 & fnentiato intorni Ì7wi a^a natura de corpi $ quindi la contemplatici- ne della famtà, & de granami morbo fi è af-> * finente non folo à Medici , ma dentro à certi limiticommuneanco à naturali, (èjf fono confinanticontigue VA facoltà all'altra di modo che li piu preBanti , fgJ accurati Medici velli affari dell'Arte non ricufano di applicare alle loro atitncnze mol- tefpecùlationi allincontro3 li naturalipiù eleganti non efeono dal proprionegotto [e prima non arrtuano à i confini della me- decina, O* è quello apunto chepajfa in detto commune, (le pofitionì, e fi reme del Ftlofiofo fono la prima origine di negotiaiione al Medico ) da che nafee la fubordmatione delle facoltà, &* dell'Arti : ■i Ogni abelhmento eque {tre è indnz&ato al gouerno della guerra, la notitia che tiene dell'anima il morale per arrichirla de mnrtudi ,fe riffenfee alla faenza perfetta che ne pofiede il Ftlofiofo, cofi apunto il lume> (ef cogmtione che tiene il Medico del calor natiuo, della *venay & delneruo s'e fende folo à certi gradi nfpetto alla piena, et vniuer- fale notitia peculiare et appropriata al Filo/ofo com'egli acenna al 16+del fecondo della Fife a, et al fecondo della diuina Fi lofi fa al 44. et altroue. La fanità e lo feopo primario del Medico} et quella pure njerfa In ogni genere de mali. PS foto nella ccmferuatìone della natura 3 et la natura fleffa in altro non con fi He 3 che nelcalor natiuo, come dìfiero ArtHotile nei Maturali ; Htppocrate net libri mirabili della Dieta3 (ff della nafcita del fan- ciullo, & Galeno in quello eh*è intitolato del tremore 3 palpitatone 0 conuulfioneye rigore ; Jlcalor natiuofipreferua da mah ben nodrìto, (fjf •ventilato, per lo contrariofi diHr ugge fuffocato>&fatto priuo £alimento3Ì runa di queHe confummationi è naturale chiamata ficcttà, ò martore, che ri forge con la vecchiezza decrepità emulatrice dell'aridezza nel- le piante, alla quale non s'eHende la carica del Medico, poi ch'ella è auuenimento neceffarto meditabile della natura, l'altro difetto, g/ mancamento del calor naturale viene propriamente efpreffo fotto for- ma <te slint ione, £?* queHa altro non è che violenta in drizzata al- t e fatta cognitione del Ftlofofo3 O* fucce de o da fouerchia mole a e- fcrementiynel modo3 che fi eHinguono i carboni accefìdalla copia delle ceneri 3 ouero p difirugge„ e> confuma da eccefpuo calore, che li to- glie l'alimento auanti che habbia forila di tirarne deltaltro nellagui- fa che vediamo diHruggerp il nodrimento £vna picciola fiamma dalla maggiore \ Speculatane della quale fi valfe Htppocrate quando pofe la diffi- darne generica della medecina dicendo ch'ella non è altro 3 che vn dggiongere, vn leuare3perche da vn canto il calor natiuo operan- do fempre > continuatamente da fi He fio fi dall'altra parte con affiduo alimento anche fempre fi rinuoua, come vediamo far fi dì veloce fiume, che pare in ogni tempo il medefimo> <&* fempre da nuoue aque è rinouato3 conche nel libro dell'età increfcente3 della vita ci volfe rappr e fintar Ari potile 3 che il mantenimento no- Hro confifie nel confixuar facoltà al calore di tirar à fi fiujficiente no- drimento 3chefuccede à moderata ventihtione3 leuando noi dal me- defimo ogni cofa che li pojfa impedire cofifatto cor fi, acciò non fi ridu- ca à Hato di fujficatione} ò e finitone per materia ò caUa3 ò fredda 3 ò falfa 3 ò acida , ò amara > di lieue , ò di tenue fifiant[a ch'ella fi sij) con la quale fipofifi diHrugger affolutameute, ouero fi 98 Dell* vfb retto di c N* O perda Vaitiate principale della pane depnffa ; Jfigetto fu l'oggetto nvntcoO* primario d’Hìppócrateper capita* re à rimedio dt tanta importanti) quante la ?niffioue delfangue fat- ta col taglio della fvenaìonde <u e diamo eh*egli commette ilfdiaffo nei cafi tutti d'mfiammatione importante, nelle (ir angulatioui delle «vt* feri ) (fif intumefcen%a di capo come fi fecondo ed* altri di populart, 0* alterato de mali, Ufi elfo nei dolori intenfi delle njifcerey ed*organi rileuatiti alla perfettione del corpo, come per limmtncntt pericolo delti occhi all*afonfmo 3 t. dellafetta p articolarne II1angofeie dell' utero alle Donne vìrgimper fentenza tfprejfa nel libro appro- priato allt malori delle medefime, che nafeono per Tanguttia delie Vt* ne con perìcolo dt fuffioc attorie della matrice y - Ali*incontro legga ogrì<vt)o con diligente applicatione quanto et rituale la fua lettera dalla prima all'ultima verfeone , non trotterei al\ trofeopo nefuoi oracoli, che lo muotia al falafo, come à dire nell'in» fìammationi, (fif abfcejfi di pocomoment oy nelle febri intermittenti fimpliet, b continue,purché non flavo affoctate da affetto infiammato* tìojrepplico ch'egli non commtfe mai il taglio della rvena, 0 la cagio- ne altra non e foto perche non conobbe in quetti mah pencolo d'ettin- tiene ajfolutd del color naùuo yb deperditione di qualche importante attione per materiapraua dt qualità , b di mole che corra precipito feti mente alle parti, màpiù tofio h giudico mali nati da humori diJfemU nati) e ffarfi,che mommi'Artefice alla punficattone del fangue con purgationt fatte per <zna de farmaci ed'altra forte d‘ diofifjìmo fempre di trattar (arte nuda dt lattai toni) (éf con quella purità che fi ricerca, tralaficio à bello tttidio di far meni ione del fa* Uflo , come rimedio ami damofo, che opportuno 5 Et di qui fi comprenda in quanto errore perfino quelli, It quali fi perfuadono che Hippocrate habbia cauato fangue in mola affitti yan+ c orche non ne habbia mofjo parola ? ma dt molto maggior refrenfione e meriteuole quell'ingegno mordace, mal contento non fola dt Gale* no che parla dt luicqme di fimplice 'vulnerario, e chirurgo, ma dilàt tando anco lefimbrie nel commentano dt premo fi tei al 1 ; '-vedendo^ In ©gni genere de mali. *7 che Hippocyate diffuafi di tagliare, è facrtficar il gargalione per pie* dolo abfcejjcal i g.pcr cafo d'angina di poco egli <vuà mordicanolo il Vecchio dicendo, che in quei tempi non eonofceuano li profiffirt dell'«Ar te quanto beneficio apporti la mtfilone del /angue » onde la tralafciò co/t nelle febei , quanto nellipiccioli tumori> ma che poi m età fenile, auuedutofi dell’error fuo cantò la palinodia men- tre fcrijfe il libro del modo di '■vivere nei mali acuti al 4. (§jT commife il falajjoper caufadi febee ajjidua: 6)ue ili per certo fono racconti immaginari'jy ir ajfertìont porta- te à cafo s poich'egli fu co fi gran Mae Siro, O* feientiato ne Ut arcani della natura, che ne dijfe di fouerchio , e> meno ommìfe necef- fario avvertimento, onde t Grandi à lui filo per premio del fuo fa- pere concejfiro il titolo di Medico in testimonio di njera ec- cellenza j Souerchio per tanto è Stato il lenimento di carità dell* C>perche megliopoffiate restar auifiti della verità attendete, che nel libro citato del governo del vivere ne mali acuti ,( fe là rverfio- ne non e corotta) la fibre è connefia alla doglia costale, 0 fia in- fi ammattono del torace 5 che minacciala fufficatione del calore ap- preso all'origine della 'vita, (tfi quanto ?appetta alle febri ò inter- mittenti fi continue per fe fole, ejfendo il fomite loro [parfi y il /angue non tiene altro bifogno che d'effir depurato dall'efcremento y pereto non tanto lafcio Htppocrate di parlare della mifilone del /an- gue, ma anco in molti lochi la prohtbì chiaramentey come fipuò afede- re alla fiutone terza delle coacheprenotioni in infermo di do- lor laterale , mentre commette , che non fi tralafji il fala- fiypurche sij netto di febre } fimilmente al fecondo dei Epi- demia alla fiutone quinta in cafo d'ulcera tralafcia di ca- ttar /angue per laprefenza della febre, & pocopiù oltre nel defimo libro in quelli , che all'improutfi reStano priut di fauellaì commette il falajfo da efier fubit amente efiequtt coment refi troutno Uberi da febre 5 Et per confirmaruì maggiormente nelrvero tnten di mento della 98 Dcll’vfd retto dìfalafTìr'e foidótt ìttici, doùete foyer e chele fobnn a(cono da bile dettata3&* 4h> cefo3efcYemento che wfìeme cón le forbii t d adheventi tir ano à [e fo~ àlmente le 'vene ri[caldaie 3 c> tò'ajfitòe fo lì'fonnonjuote con mif- fione di fangue proprietà delie vene che lafoiò feruta. afo%de mali) et diCantica me decina \ anello fteffi Galeno la defcnffs al terzo libro delle facoltà naturaliyquindi riempite et immonda k producono ri- gori ) faldate le materie contenute _> eccitano incremento di fo- bre3acrimsmìa3([f njfetta di Jangue con'altri'accidenti3 che foghono ejfere di febrile cóncommitanzg3 onde ben njoKpoiete comprendere , che per non metter il [angue in moto fenza neccffitày com anco per* non riempire le vene di crudità , andò grandemente r fornaio Hip- pocrate di cauar fangue col taglio della rt>ena, C* lo dichiara amo il càfo feguito ,<omeper fingolàre e[empio della fedat* mungerà ch'egli coHumò Tempre di medicare col mesgpo del foUfjo 3 alquint-o de i po«> polari nelT ilqùale mentrèra fonsga cibo nello fon- tina femprefojìidiofa torrugatione, è dolore )pot che per fonar: qvìe- St'huomo rusòprimieramente euacuationi fupema , C3> inforna per' V}omitione3tgJ per feceffoficuro che il male non era fatto da impèìuofo incurfìone di moley ò qualità lofi 'effofefànte. dirti ai evia, 3 chepotej far celere ettìnttone delcalor natiuo fio leuarc m vn tratta allo sto- maco l'off tw della chihficatione3 ma indi nvedendo; cheper Irfodettt operationì nenpoteua la natura re fiar fofficientemerite aHegenta3de-' pò fio itti more de malt3 che nafeono dal fola fio, muffirne in 'nm corpo afflitto 3 ([f poiiero di fpirito naturale 3 temendo egli maggiormente » che colprsgreff'o dì te tòpo il fomite della paffione niorbofo, ancorché acrimonia }ò 'altra nocino, condì none Spot effe nien- tediméno render molto donno allo ttomaco nella funi ione della dige- stione per pienezza 3 che chiamano le f ole nfpéttiua alle forse*, fi Ytffolfe finalmente di farli tagliar le rvene delfina, &* l'altra ma- no, colla qual inanitione liberò perfettamente l'infermo dalla moietta corrugationé3g dolore: > Con quette cautioni3 & leggi fi fogliano regolare li Medici tatti dilla prof api ad’ Efoulapio oltre l'mfiammatiom ancone li affetti pe- In ogni genere de mali # 99 ftttentì3 Qd netti fi e fio cone aggio[olite di macchiare grandemente i corpi con macchie negre ò liuide dellambito dette carboni, tv* eleva- iioniy ò tumori dellegiandole nominategianduj[e} pajfiont L'vna , & /altra y che di frequente conducono li huomint alte jltntione del calor nativo ; Onde incontanente [copre il Medico profiimoque fio pericolo inal- eunap'frte delcoYpoficone al taglio della vena cauando e molto,e po- co [anfùe come richiede l'occafione 3 & perche hebbe fempre à core Hippocrate ne [uoì infegnamentt 5 che per qualche inopportuna opera- ìione non (i[cemafie la grandezza , cr nobiltà dell'Arte documento>cbe non i'adoprino li remedijgrandi, tra quali il [alajfòy in tempo che la natura {ìa vintalo*[uperata dal maledette ilpermit* lente de Moderni: Ella s'intende vinta per[e flefia, mentre mal grave 3 ò venefici ferifoe corpo debole y Gr pieno d efir emeriti, fi vìnce, & fidi tir ugge dal Medico quand’egli non atte[a vna gagliarda efoulfione[atta dal* ta natura dal centro alla circonforenzji,languida già per affidui cona- ti , il Medico per l'incontro con violenta euacuatione di medeetna , 5 [angue efficca le vene,C/d in onta della natura ttefia9 rètrahe di nuo- vo il fiminario del male alle vfeere ; confiderai ove import anitjfmà ancorché agitata tutt'bora dalla [cola commune ; À tìora perche nella cognitione della tenuità, ò foffittìerizfi delizi forze che il me de fimo à dire, che fi troui la natura in flato di poter vincere, incontri il Medico ficuro fondamento fece[peffìffìma com- memoratone, come per raccordo importante,che fi attenda, netti nfor-, mo l'atto della re[piratione [opra ogni altro argomento di quelli, che [eruono all' Arte di conietturaper bilanciare le forze con la grandez? Za del male : La refoiratione ci dà [lido ammaefiramento dell'agitationi, tS* patimenti,che incontra il domicilio del core con la forzjty che contiene il vigore di tutte le vt[cerc9 quetta [[atta pulfotione fu vera• mente tlpolfo legittmo dellaf chiatta d*Hippocrate perche riguarda U pur ili catione del calor innato nella [ua prima origine, & all'incontro Dell vfo retto di falaflare l©@ fa percoffa della 'vena pu fatile > effiendo puro accidente di digeritone Untava, ancorché dipendente dal focolare primario dell£ natura, *vn humidofempre rmouato, &* agitato in loco meno forte, Cr per naturale, ì auuentitia conditane/'oggetto à molti inganni, mifepe- rò il ceruello di Galeno a partito, che per agguatarlo, (gjr liberar fi dal? H equivoci di lui, compófi tanti libri de ‘Pol/ì, f£j. pronuntiò tante differente , che ben cordato fi può chiamare quel dedico, a(? tende m atto prattico runa quintadecima parte di loro, 0- puxpyefi f introdurne apolfi dijfe, che ilpolfo apunto 3 & la réfpirottone fo- no un effetto mede fimo, differenti falò > che (fucila dipende dafatei- fd animale, 0* quello dalla u itale, afatte andòfirn ogni modo perfor* mare fofianca di puro accidente \ Di quella natura dunque fono le leggi, &* fondamenti d’fiip- poetate, k quali ben coltivati con lo fiudio fono fofficientiffimt al- la sogninone, est* efferati* di tutti i mah, fi come anco per canuta* cere, O* ribattere le fafe pafitmi /ogni altra fola ,non hanno yerynaoppofit'me,anci fi forma di loro indumento da dffefa i gufa / una fpada fatta dipurgamffimo metallo y $ di tempra cofi affinata, che quello, che lapoffiede,0 f ne ferve prudentemente può incontrare con intrepidezza ogni duello fenica pericolo di re fi are con la mano inerme ; „ Per tanta ò Meneffeno,# Li fi de miti C4ri riduce reut alla memo* eia quello che fcvffe Platone in Protagora, che mentre fa /colare tv- offerto 'Viti alle fcolf per aquiSiar dtfcipline incontra molto mag- gior pericolo di quello, che fi facciano gli huormnt nella compre da di coffe mangiature non conofcmte,perche fatta di quefìe la repofitto- tu in altro Vafo, fi fa effame, (fff fcielta diligente fogni cofa da per fona perita, mettendo in difparte tutto ciò che ha qualità di poter offendere > ma fafcolaroper /incontro, che corre guidamente alfafole per imparare imbeuc l''muletto fuo di qual fi (la prQp.(/iuo'.e> 0fpef- fo non distinguendo il buono dal f alfa, rimane per Lpiu con macchia 9, .1 . *J)i que Sfar dine fono anco la maggior parte defeda n, che voi co? In ogni genere de mah « • lèi vofcetepriul di dialettica, & Filofofia, anfiofi d'oro, cólmi ctam« frittone, immaturi delle buone lettere,corrono allo Audio della Mede (ina, (£l mandato che babbiano alla memoria fjuatro lochi topici del frUthodo,0* lochi affetti,nugacì, & pieni di petulanza con Vnrecet- tano in mano, fi arrogano il titolo di Medici pre fiatiti, immitando li feguaci di T e falò che fi lafitano perfuadere £ imparare queji* Arte no- biliffima in pochi meji, & ne re frano fimpYC incapaci con ignominia di Je Affi, & deli Arte i Voi che fete nati con elcuato ingegno fe colete effer ripofri nel nu+ Piero di quei pochi che fono faputi, & grandi di meritof (jfr di concet- to, douete intermettere per bora lo Audio delta Me decina, O* ritor- nare di nuouo alle fole d‘Ari frotile, ilquale lafcio fritto nel fram- mento dì dif cor fo attinente alla fanitày &* a mali, che non può far fi Medico perfetto quello, che non è prima ben fondato nelle fpe- cutitiom della natura, della quale bauerà ben fpeffo da Valer fi quan- do p a] far a da donerò allo fiudio della medeema, & non guardate,che U Filofofia fi a •"una facoltà perlopiù abbandonata da Principi,fo- fremita foloper ordinano da buomìni laceri nell'apparenza, ancor che grandi, (fff fublimì, compajfionati però dai Poeta col detto del *■voi- go,(pouera,e nuda vai Filofofia) che in ogni modo ella e ricca, & or- nata di doiteforì li maggiori del Mondoy che fonala fapienza, (fff la tranquillità dell'animo,per lequdlt preminenza piacque tanto à Platone,che di lei dijfe ("Dio non fece mai la più pregiata co fa al Mondo,) Quando fondente mente farete infrrutti della Filofofia, entran- te nella fcola d'H’ppocrate, impercioche col mezgp della notitta na- turale fatti già babih per penetrare la fua dottrina recondita, & rmfttriofa, non la frudiarete in damo, & à quefio apunto,. O* con tati ordine '"Ut configlia anco Urne defirno Galeno , ilquale hà lafciato fermo che non può effer l’buomo Medico fubhme fe prima non è ù abi- tuato nella Filofofia,& di tale Filofofia ornatole contenga in fi non tanto la dialettica,mà anco ti naturale, O* ti movati,et aggionfi, che non è bifogno di prouare,che a Medici fi a necejfarìo lo Audio delti Fti Dell*vfo retto dì falaffarc 102 loffia, per che il piu delle uolte fi afede, che quelli li quali s'affretti no di medicare afine di guadagno fono piu toflo uc cifri , (gf carne* fict , che benemeriti dell'attributo de Medici : E fiotta perciò quelli, che vogliono ejfer ueri emulatori d'Hip* pocratty che fi diano con ogni fptrito allo Hudio delle fpeculationi Ftlo- fofichey lafciando li alletamenti, & mollitie di venere, (cip delvett- tre, altrimenti fono fomighanti à quelli,che furono aut di d*ejferfuf- ficienti netti giochi olimpici, ma per confegttir la littoria poco fi affa- ticauano, traforando anci ogni utile efercitiojQuetfo tfiejjò(dtjje) fuccede d molti Medici , li quali ejfaltano Hippocrate con encomiè grande foprdogn altro dell' Arte,ma per far fi à luì fi migliami ogn al- tra cofa (ìudiano che la fa dottrinay (fif quando pure li uiene animai di meditarUyfono cofi pocoficuri nelle cognitioni detta he leg- non intendono,cr* quando anche per fortuna incontrino d'in- tendere alcuna cofa, non riducono alla prattica Catto della fpeculatto- ne,et fi sà che mancando il Medico He II' un 4, ò dell'altra p arte,fi può certamente proferire che lo Hudio fio [ara fempre mancheuole del proprio fine : Se tale e Cinfirutiione y ammonitione anco di Galeno, uoì ui potete leuare colfuo proprio ajfeufo dalla fa fola per bora, (ef ritor- namene alle due primarie dCAri dotile prima, O* poi cC Hippocrate per il cor fi di qualche anno,perche fatti buonifondamenti,indi non vi farà noceuole di lafctarui uedere per ogni fettay gy colloquio de Me- diciyoltre la fola di Galenofia quale e buonay (£/ lo deu oley ancorché implicata per la uofira etade; (ff cofi ajficuratt nelle primarie ffiecu- iationi col lume anco delle topiche,et Jofifhche,che ut baderete aqui- Ciato,non potrete temere Ciri gre fio nei intelletti uofin di concetti fai- jty &l apparenti ; 1 Se con queila maniera u incarnirarete alla medicina , lafcian- do per adejfo C inuolutiom di difpute y (gf dette uar.ità communi, nel corfo di pochi anni ? al ficuro farete riputati al Mondo , ne ui manca- la Oro, & cArgento 5 & riforgeràper uoi la ucrità della fintene cC Hippocrate » che la me decina è nobihjfima fopr a tutte CArti, fi In ogni genere de mali. IOJ bene per l'ignoranza de molti, che la efer citano e riputata la più vile di tutte . Patroclo Secondo • RACONE fófpefó quìildifóorfó; Mcnejjc* éP no 3 0 Lifide (ileuorono in piedi in fógno di w V ymerenK* > & neo fidando di re fi are compita- li p mente confolatt3refóro infinite grafie al Mae- J li fìro di coficortefe, 0 rutile ammaefìramen- g| t0)& rijfoluti dt far ritorno ad Arinotele3&* c di pregiar in tutto minutijfima , fói poHo fine al colloquio >tl quale fó riufcirà di pi acimento yfar a facil- mente accompagnato con altri per l'intendimento di molte agitate d’Hippocrate > & d'Arsotele . IL FINE. 10/ DIALOGO SOPRA IL FINIMENTO NATVRALE DELL’HVMANA MORTIFERA CO?iTAG10${E. Prima Impresone. DI TRÒ IL O L ANCE T T A- INTERL OCV'TORI. • * . V . VIANDANTE, e compagni SOFISTA. PROCACCI 0: A a , VENETIA FLORIDA, Clitomaco Filofofo. HVONA fortuna, per certo, lo non voleuo ah tr i che voi 3 che fece rverfato nelle cognitioni di molte cofe curiofe, ed’io pure me ne rvado perii Mondo come amatore de nouitadi$ Oh temìper cortefia , come fe lapaffano quette Citta circonutctne di mal contaggiofo y (y* muffirne VECN^ETtAy chelansedeffìmo già Infieme doi ami fono cofì bella, e florida ? 1*6 Dialogo fopra il finimento naturale SOFISTA. jp ff 0 N <X'/ po/Jo efprtmere quanto me caro di rivederti^ » K /*f r aPunt0 battete incontrato il tempo 9 ch'io tengo tf VV dS Commodore gu Fio grande pet efier condor, ma per poter rtfpondere alla curiofa 1 fianca che migate;prt* *«4 di tutto è necejfmo, /# *£ che cont aggio intendete di par- larmiy pol che fi danno molti mali contaggiofi e gl an- di , come fapete 9 et tra queSlt quel famòfo% et conofctuto, chiama da alcuni Napolitano y da altri Francefty ecChora e fatto cofi Spagnaio, (£} italiano m ejfenza 3 che camma fino nei Je mi * faftie. VIANDANTE • r"\ ■■ * >, ' - 1 y. -* w_i jl \y si x jl viji jENr.RJJ fante difpoFlo di rtfpondermi con equino* ììkwMrf fC àifìéuro io caverò poco frutto delle mie imer- & rogationi : Non hò che cofi non fa del mal Francefe » da che nafte la penuria della cir.na > c?4 delle farfe, (pjf à queHe botteghe fi veggono fpeffo àrafparep*lì fanti y anci di meglio io maueggo ejfere cofi fattamente radicato alL i ojf, f h%à po/lo fino in necefcttà li Medici di dar tali al Mercu~ rio per farlo penetrare fino alle medolle\ ma rvorrei che rn intende* fi e per di [erettone> io parto del cont aggio ch'ha forza di distruggere, O" annichilarempoco fpatiodttempo e le famigliele 1 fastelli, & le Cittadi. S O F I S T A . ORtA *v intendo, ma mipare che fete troppo arderti 5 Ik-ÉS tcy&* frèttoldfo per capitare a <-vofin difi'egni ; e pur P^'a | anche il douere che fAgatela.curiojha.de con lapa* £ tienzj , tuttavia mi fete amicOy & mi perfuadoj Dcllhumana mortifera contagione. 107 che procurate quefla notitiaper qualche buon finey & per Vofirl particolari rtfpetti , perciò m'effebifcópronto à dirui quanto so in $»e fio pronto. . VIANDANTE. RO fine *° non c^e fapere fe moionopiù de- cene y centenara d’buomtni al giorno in quefle Città, & rhafftme in ZJENETlA per doue dourei incamiciarmi > perche mirvi trouo ne gotti digraucj w . (! >v ; . Y J * ->..2? importanti con tuttocio quando Vi fi male cont aggio come affer- merò alcuni , lafciarò di capitarui per fìcurezjt della mia vita j ma fermateuiper corte fa, e fiate à vedere, che forfi farà pron- ta foce afone d'intendere alcuna co fa : Ecco comparire *un Procac- cio, che s'io non erro, 'viene da VENETI A fpedito da miei ami- ci $ oh là GaUnt bicorno ? fónde. *vioni $ * che nouità porti del Mondo f, 1 \I \J C I V - PROCÀCCIO. 0 fon° Corriere fpedito da VENETI A con lettere d'aufo tndrtzfrate al Signor Artibano Viandante, & mi per fu a do che fiano buone, * propitie, perche in quell* Città ft fià bene, ne f parla più di male con- taggiofoy come fe non wì fojfe mai flato. VIANDANTE. all il benvenuto ; jfhtt apunto bauerai terminatoti tuo che mie fono le lettere, trattienti à que- fla cafi, & dopo che ti farai rimeffoper la fatica del viaggio, io ti farò dare la buona mancia . Dialogoiòpra il finimento naturale * ** - \ . k, . • V A , * "*! •* SOPÌ s T A . VeHl Corrien fino molto fugaci} procurano d’incon- trarii genio di tutti , (fif con quelli*arte ciuanziano 1 fiMptt qualche tifa 3 come fabttiracon ruoi quello ) Oaìant huomo : Vadiamo le lettere > dalle quali for fi non fi Jentktrino tanti miracoli di falute * . • •> j , V I an dan te . EnzA dubbio li auifi faranno reati, e fappUmo molti bene che li nofirt amici non bacieranno mancato per ri* teucre ini moltiplici3 & candide in/or mattoni ; le let*> 3W© terefm dì yuefio tem e putitele p er eortejì*. v A y I SO DI VEN E TI A. .« <4i*WiH\yìà AMICO TH. O ,K O R A N D O, *\j l O A O O ?I | ET CORDIALISSIMO ROSTRO, \!> t,iUù taì\ 0 ìunfimò ' in VÈNETI A atto dì fono con otti* ma fàu*e : e 'mormoYa,tion\ che fi face- Hy **ft° della ffità, dubita [[imo di *1vederla efle- mata, {gftbìe bauejje perduto la folta pompo- PkI fi apparewz* 3 (gr rvenufìàperlepaffute tur- bolenzj > tnafe dobbiamo dirne il ~vero} d noi pare la medefima dt prima3 5 adorna 3 O* ammiranda potiamo dire allieteròfopra ogn altra che labbia fittemi- to mai il /cetra della dvmtnatione driflocratica : fumo [iati tutti quetti giorni curio/ìjfimi indagatori dei JucceJJi della fama, & chia• ro conofciamo ejjerf esilino il carnaggio compitamente 3 ne fipputm» Dcirhumana mortìfera contagìonev come fi trottino bu omini dì fàngue cojiputrido, & mali* affetto > che ardifchino di diffc minar il contrario $ quefto è vero che alle male nuo- ve fi trottano fempre le orecchie aperte de mal contenti, ne mancane di poco pretto, $ qualiy purché ferivano, non fi curano pun- to diautfareilrvero ol falfo, mentre lirvenghiprefiataqualche at- tentìone, (ff fe bene alla grandezga del non con- viene dì por mano alla sferra per queHi ecceffi, non impedire però quelli che fono Telanti del vero, della publtca dignità di rintuz- zar ealt occorenza con la lingua, ep eon ia penna le nugaci motmora- iionì, O* qttetta mattina apunto fi fimo trovati (Manifesti) af- fi/fi d t pub ha marmi di San Marco affidi "Rialto della forma » chi potrete 'vedere dalla cannefia copiap Ho risòluto dì fpedtre Cor- riere in fretta per farvi confapevole che *vt ne potette Venire dì qui allegramente per attendere d Voflriaffari importanti , ficuri che non patirete perturbai ionealcunaper caufa eh cent aggio % fn tanta Iti /aiutiamo affettuofamente , O* *ui affettiamo » *Y» '»VVQ v '• Vi* AffttìanMìJjìmi, LiQ>llegitì, Dialogo fopra il finimento naturale • t • . V E N E T I A A' svoi haditanti Copia. MANIFESTO* 80 fonolaCittà di VEdfErhA> che nel mezf , ziMie'imrrnt agitate mi mantengo cottanter 0*itncpncuffa y non oftante la uiaffìtudint , delle cofe. a Non mi fgo menta di porre man» allat)fjù quante Vòlte occorre per conferiate U libertà che Dio mi diede: Ho [offerito la petti- yta w . lenza dtquefh anni a dietro con quella fran-> cbez&acbe alpiipJtnio $ Horam'increfe che dopol*effer io ttata da fputt Reppnfentanti publtcau libera di mal contaggtofo per via co fi di effettua falate> come di profonde fpe- culai ioni, fritturey tir* Offerti atiom minutamente regìjìfate de i tempipajfati, poco miJìa noalfo il ben operare, & il proferire con ogni fìncerità y che nel tempo della paffata turbolenza fi dif- folue per necefftà naturale in quefle prouwtic il <t>apor pettilen- te contaggiofo a ffòl* spelta contratto da negotio , ò guer- ra ( cof Dìo per mette ) & maffme non ejfendo nell’ordine dì quei maliy che fpoffa far patrio alla Città 9 in modo tale, che non e poffibtle il diffeminarf più oltre non tanto per mia caufa in aliene Giurtfditto- ni,e tt dii jffìproferità de quali per oggetto di buona Vicinanza forn- ir) amente de fiderò ) ma ne tampoco nelDomnw proprio > naque pero giujì amente la prefata deliberauonCy per la fede rectproca9cbe f ofjerua tra PRENCIPI amici, era già fiato conci ffo, & ordinato il tranfìto libero d’ogni forte di traffico 3 ma ecco che nel fne di Mar- & nelprogreffo del corrente3da miei medefimi habitantipriuati9 felina obltgo y ò carica imm agir-ab de s che tengano, rna da fola njani- tày& curioftà detettanda trafporiati, (oltre alcuni pochi auuilui Dell’humana mortifera contagione.' daipaffati terrori) concaufe * 0 fondamentilieuihannopoffodi nuouo la [fitta in confufione*et dato ad intendere à creduli cbe tutebo- ra refit comquinata di contagiane,procurando anco tallono dì loro con indecenti * 0 ìmproprij finì di far il me de fimo con lettere, 0 mentre erano tenuti dì affentire con totale fiducia alle pubhcbegìuffe determìnatìonì* quefli tumultuofamente hannodtjfemìnato il falfi con loro proprio detrimento * il che mi duole in quella gutfa , che [ite- cede al buon di famiglia* mentre vede li figlio li,ed* altri della propria cafa correr alprecipitio di fi ffeffiper trafgredire lì ordini* e comandi de fìtoi Maggiori* ma mt confòlo che dt breue ognvno cono- fiera infatti con quanta prudenza fia feguita la fodetta liberai ione : In quello mentre * chi malamente dtjfe,e fin fife, farà da me riputate neU'auuenìre dìpoca fede, & etintendimento frale : Il Prenctpe fi fà muto* e cieco, vede> e non *vede, 0 con mifferto fpe/Ji afeonde quel eh*intende* ma per conclufione fappì b delinquente* che de Grandi* tgfi dello ffejfo Dio lenta sì* màgraue e U mano wltrice« VI AND ANTE. BEnttte ò Soffia 3 che falfità fi raccontami inforn- ino, per tanti attediati potiamo già fermamente credere , che VENEZIA al prefente non fia macchiata di cont aggio, come da molti fi fappone, O* fepure shà fentito alcuna cofa, farà fiata al fi- curo o delufione di perfine tnefperte, ò male di cofi poco momento, che non haurà hauuto di eHenderfià quella communicatione y che pone in ejfere il contaggio $ per tanto ftamo afiretti à concbtu- dere , che opportuna, ftfi ragioneuole fojfe la liberatìone della [fitti digerita, ftfi terminata dalSerentjfimo Veneto Senato, e>* dal Ma- giurato fapienttjjlmo della Sanità. SOFISTA. Dialogo (opra il finimento naturale S O F I s T A . feto molto facile nel piegami ad ogni afiertìoi. Keì f° non so come tutto fa di poco mi fo~ no capitatili auifì continuati, O ho fentito quafi farnpre farft memionc di coni aggio con cafi foli- ti & travagliare nella Vera pette • viandante. V "rapsjJvw* V0 ejferui ben noto ò Sofifta> che ilpopoloper ogni Ir mÉr M teue occafione fabrica facilmente Centauri , (*f mW ma voglio dirui di vantaggio, che li buo #1 mini di rude ingegno p enfano ? che il contaggiò fa fempre il mede fimo, & anco fi trovano molti d'animo cofi fòrdido che avanzati alle difgratie, (fif acciecati dah'tntereffe hanno final- mente ridotto quetta calamità à di modo che ingordi del- le rapine, O* di faturarficol fangue altrui ,pronuntiano facilmente quello eh'intendono poter rtufcire di loro fcruitìo S O F I S T A . 0 N 'Vorrei ò Viandante mio che per e far 'Voi * ver fato per il Mondo , face fi e tanto del fagace ■ $ Per <^a,rtnt adyintendere che il male non fia delia con• fifa ditionei che •viene decantato: fi Sa che nel con- ìhk* taggio non accade afpettare Vn numero di cento per afaerire che *vi sij radicato \ poiché batta vn fola, onero ogni mimmo frufio dirobba per ettermtnare le (fif fe l'origine d*vna ttrage cofi formidabile è flato infoio drappo, dal (juale come da nana femplice favilla f è fufcttaio ilpaffato incendio* perche non volete lafciarui convincere? che per nuovi fegm di contagine, o* Dcirhumana mortìfera contazione. UJ morte di piu come fi racconta5 non sij fofpetta JA •vn altra molta come prima ? in fomma non so tante cofe y it meneno fempre è meneno; li Medici per la maggior parte mal molontieri s internano alle flange dei Infermi, fi fanno portar [orine y (jff fe quefle hanno del torbido y fintai confiderar ad altro, incontanente, fi dtfcofìanoy parimente per infiammatane cCocchi y per puf ule 3 (3f do- lori della per fona allegandole , ò in altro fito del corpo, fe ne figgo- no come dal foco i In fomma ò Viandante quando VE'JfETlA non fife per trauagliare di nuouo, non fi fedirebbero tante ritiratezze, e finalmente btfogna fi are à iperiti nell’Arti; £ VI AND ANTE 01 parlate ò amì{o con la lìngua del Volgo, per- credete ejfer ojfitiod'ogni {Medico il faperfial Profondo la natura del coni aggio, come (t faccia, quanto ha bina forzai d! efitnderlf fpj quando fa tempo dtpaffare alle declinationeper folo effetto dì natura , quando bene non s' dehgenza per fupe- tarlo, ma Vingannate alla gagliarda to imparai già. nello fludìo di Padoa > che per conofcerperfettamente lecofi natura- li, è necejfarto, che l'huomo fisij non tanto introdotto , ma lonzamen- te merfato nelle fpecùlatìomf Hora perche Predetta è douittofa, (fif genero fa remuneratricc d’ogni mini fi erto ì grande e il nu- mero de Medici in quella Città, alcuni: de quali fono meramente eleu&tt, e din (igni, nobilitando fempre con io fiudio della filofofia la peritia dell'Arte, ma difir atti da molti affari, ouero anco di po- co genio alle contefe, non fi curano molto di reprimere taudatia di quelli, li quali fico fìejjì [ì confondono al nome 3Ml*apparenza falla- ce , and tal molta li più deboli dì cognitione, dalla fciocca credulità del Volgo ?vengono maggiormente riputati per rna naturale lubrici- tà di lingua 5 ed'altre efierne che non hanno punto che fare con l'arte 5 & quefli apunto ò Soffia faranno flati ii d:fé minato- Dialogo (opra il finimento naturale ri deUfJKtzaìiìe, ts* nelle loro Vtfite dt infermi in vece ci*argomenta* re da rvna congerie de fegm , comefi deue nettarti di coni et tur a > da vnfilo prendendo falfo argomento per concludere tl ranno attento il popolo , perfuafi le famiglie a partire di nuouo dalla Città difltnguereJa finita del con faggio nel principio da quel- lo, che pofia fare vecefiarU deelnattone}tn fommaio so quel che parlo ,ne mi pojfiper fuadere che Venetia fia piu afflitta da tnalcvntaggiofo }come mi andate eff'agerandò » S O F 1 S T A. 0 Jjifo Jongo tempo dite' fole scon quel frutto , r I? tKJ Et cbe forf batterete tntefo: Hora communico àpia- A II cimentale notitùdt tutte le cofe malagevoli da co* 9 y E tìofcerfi y & merce ad'njn affidua mia applica- tiotìty nrè ne trotto top ben che largamente fojfiofatiare ogni per il Veto la njofìra curiofità è campo (la di tante contraditionìych’fa comprendo di #onpoter fare con nvoi alcun profitto: Dt già bauttefìntilo il miofenfì3fe tn altro *vì pc/jò far co fa grata 3 m * effe bifio pfonto alle richieTteajofìre. - «a'ma:** i. WH-V c.\ v V I V \ % . SvVA , *V)Wl Vi:•• U* u'\ -.v- ■ • * '> • v.-a» ;V.vI<a.n dante. 'r3p3!eSjl VAN&Q l'huomo pur la quel cbintertde , bà fodif- mi fatt0 *fe &ejT° , O* alCAmico ; canopo U ter* ' dialedifpofìtione,mene rvaierò volentieri al'oc- jfr cor entrai so che jet e altroue occupato ♦ non rvoglio pii tantamente abufare la gentili <voftrai attendete bomài ad altri affari, e *Bio facon *voi. Deirbirmana mortifera con tagione. * IJ VIANDANTE A* SVOI DOMESTICI. ?KST5S!ì: ’Mp**** £Ì* nti Dialoghi di Platonefitto la per fona ffM dìfocrate, che bìfognafar auuerùti per non lafciar- fi rendere menzogne da fofiClv, rtjfoluo di non svolere più argomenti d*apparente , & nel nego- ito del contaggio, io svoglio svalermi d’altra eruditane ? Jntendù che fi ritròua in quello loco il famofo (htomaco, alt retanto cortefe* quanto infignc m ogni genere di [peculi ione, me ne vado già alla fui eqfa per ricevere da lui ogni finterà idruttione. VIANDANTE A1 CLITOMACO. .. t-.'J»-; • \\ e v, > . V. - , P PÒ farei imputato ì trafeuragine o Venerati* Maeftro fe facendo lo 'viaggio per quelle parti tSlfp ryr non fo(p svenuto àpajfare con *voìojfitio dtriueren- rtìonofcendoui come Filoppo predante 9 O* l qug[ìo s’aggiunge pur anco njn defider io grande dt fapere molte cofe di Ffeculationc, quali da me ftejfo nonpofiopenetrare, per che fe bene fui già allo (ludo di Tadoa fatto la difciplina di Ce far e Ftlofofo emi- nente della famiglia Zantbona (ben che in altro modo dal Mondo, da fe flejjo cognominaioj ho poi intermeffo l'imprejfa cofiper negotif famigliati, come periigodimento, che ricetto dt far viaggio, e?* di farmene di continuo applicato à svedere le cofe più memorabili delle Città d'Italia . CLITOMACO. O svi riconofcopiù che Volontìeri o Viandante, & *vi J|||| f*ro corte fe, e pronto in tutto quello, che potrà deri» mu -/mM Uare dalle mie for\e ; fediamo che ben pipe te e [jet interdetto dalle leggi di giudicare non fedendo \ godo Diatego/flprail finimento mttiute* che habitat e riceuuto iSlrutione delle notiti efilofi.maggior- mente nette fiò/eà£Àtde&r&(vfit/&b}rfhe?-llhyhft}&$u&]&di *ve- ro interprete d\Art$lo{ek^(p* hàhauutqpgthifarim Academa. ' , ** * * f&Z ‘ V NTE. t . mio genìa e fiutofempre àppltcWtò %£|v ho portato-quelht sfà&fiyfau » à 'Hì&fef- ' Slf1 ma fe m^e a prudere 'ilgindr-}: 2jj& ti° dalla Gommane 1W L*,«ip«* //3 4 queFdhora io per me haurei mutatopenfiero, perche VediaftOj , che li 'ftlofpfinbffdftpi al Mon- do, e quafi che non fi sà il mefher loro : Corre concetto che pano huomim filu$firi3 lontani dalle conuerfittovi, &* inettij.i maneg- gi famigliari ? onde da quell*Amico , che fripetè, ‘furtino portoti vendute le mite loro fui'pti tritio infanto ì 0 tara oltre arriua la cattiua opinione di toro tcìye fi filmano pòco "sf Unii della piew. &* fen%u deli aquile Dio non permeiti cioèficonfèrui alcun Dominio, da che forfi naque il dettò'di Plutarco f Métte Città WH pM • d I - A' V U U 4«.ia * » jimi vuoy\ %ni\fctw w « W) h«oQmiiC\ jusuà lAn» v. a • » V , r ' Vv v ' C% I M À c o . £ 'j *U*^ wàttvp kt QmcuVsCì \U ' 1 gggpgHI NtenJo le oppofitioni5 che proferite contxo de, fihjljryon Rm3 Jp|p| altrui ma so che moiJ'ete a battana ///«- minato fi \ ch&no& ewe&jffrio che molto io , mi distenda per difendere giu fi amente la loro in- noCerrgfpp&lo fetnpre dewerty&» arruinttritile riamile buone che fono calunniati torta dalla moUitudtqe'ilelbtplebe > alla quale non s‘afpetta dt giudicare quello, \he non -in t etnie it, Vi frnènga che, li Antichi de II# Graia costumarono dt citare di. Sacerdoti^ Dcirhumana mortifera'WòKtàgtetìé. 117 (fff di quelli i Ce fari Romam yje ** Capitani Jllu- fi ri fi fecero fempre i Scetrt , & la Gloria col folo mezjzp dilla Fi loffia, ne fi può dubitare de llaioro pietà f folttt anct dì darne feuere leggi, come chiaro fi mede nelle, politiche di Fiatone, d*Arinotele, il fimile ofièruiamo vèlie dàmmatiom romane, co- effe mpjPp ili* vita di Marcello fi legge y che quei Cittadini glo- nafinel colnio delle loro 'felicità malte e fhìeuano più conto della l\èl*gione, ohedfdebellar fmimico >&è chiara pur anche T filaria'- dìfòabio Majfimo, & di tanti altri, It qtìah con ilo, e cator graride', pejfpadeuanoleMititieloro affoffiruattov\ det riti diurni dtque'U FQtria,(quali fe /afferai fjguivdfè, che Fiatone tè Ùorgta flirtiti tans i tofifiLfofiy che li giudicò condegni al Matidtrd’ogm dopò MQ&ffdentró dei hbrilegalijdeffer rifpoih nell' ffola di gloria, pfff - nel quinto della ffepubltca dijfe che li Pr e nctptfdtelàio Mtmflffde- uo&eefier ouero non reggere fen%*4' de ili me defili zAnfot elepei Moralifocàproprio d'humanuinfìmtione' ,pro~ 1 feQ chiaramente che li p ilofifi fono da Didima dì ciò à ba fianca percheron hjot non ho htfogtiodlpiu Unga ptrf*apto-\ nei- Vòxmchemìdscc fiocheèofa \ lctibperuotifardlonga> r t Vi • fcì ouv' V I A N l> A N.vX-Ev . Reuemente to vt dito il mio infogno : tepgo corri/pon- , WVttttv.'• -"<f •«W\irWM fc denzA d amici ; & affari molti in VENBTIA\ 0* \ \\ titafrkVtfc&ta & V . \« L. il sititi» «T ' donerei già a quella evolta, ma farmi d’intendere che ancora la Città fìa macchiata ai con- taggio, péfiìcffe hjjoluo di Infilante piu tofio ogni ne- gotto,che di mettere in euidentepericolo la mia conferàattone, so che capitano qua fpeffi dui-fi, àvoiper àuuentura li hauerete •neri, O* reali , onde ricetterò à fingoiar fattore , che mi diate iti ciò della 'verità per mio buon gouemo. pialogofopra il finimento naturale CLITOMACO. ON *vì fiuuieneche feimefi fono VENETIA, fu? ib publicat a.libera di contagio con fogni di ejfempiate pietà , & allegrerà ? Non fapete che t faggi Rapm pr e fintanti di quella Repubhca Sereniffima fonopcv lopiù ornati di buone lettere ,€>* dopo molte fpeculationi Fdofifiche9 sapplicano ài maneggi pubhci^fendoprima ben fondati per compre»* dere lo flato dì tutte le cofe ì onde fenta difficoltà bau ranno inficine potuto conofcere U 'vero finimento della calamità contagiofia, tatù io piu pere bei» quel Gouerno fi coflituifcono le leggi non filo per rer gole politiche di foUfpeculatione, ma per molti caft feguiti, offerita»*> tiffimì fimpre delle pa fiate contingenza , le quali mejfie in corfiron* to, & accompagnate da ragioni euidentt > rendono le delibcradoni giufle, (ff incorrefibilì, modo di reggere cofi e firn piare, & ammi- rando, che forfipotrei dire con verità > che fe alatone fi /offe potu- luto immaginare che fucceffiuamente per molti centenara d'anni fi trouafiero buomini di tanta application e e d’ingegno , che fapeffero tener giuBa yna gran fiaterà, dalla quale fi conferua per lo piu la pa- rità de veri Cittadini partecipanti, fcnzgt fallo.egli non baurebbe pofìo in tanto encomio la comunanzapopulare del gouerno > ò fia Re- pubkca democrtticarlentrodefìm perche da yn affo luta communionefeguono tanti tnconuenientt come fapete?gfi nell'Europa à pena fifinte yn rampollo di quefìa forma dì gouerno, O* perciò Arrotile fu aflretto di confutarla gahardamente al fecondo delle Juepolitkbe. VIANDANTE. L fine delle cofe dichiara la ragione del fatto, el tempo jjSr è giudice inj aliante del vero $ forni perfido al ficu- jVj roche così fiay come mi andate defcnuevcto delta pru- dente ) O* faggi* deliberai ione del Veneto Sereni [fimo Deirhumana mortifera contagione • ,IJÀ rj"Dominioy ligiuditij del quale fono fempre digeriti da fomma pru- denza accompagnata da Imgheojferuattont, ma finalmente fendo la carica del PRENC1PE di af/i fi ere alle leggi, à Mtntj(ìrt d’in* vigilare con afjìdue me dir at ioni & raccordi per ben fera ir al T* atro- fie porrei io (apere quale fta Mligo co fi del Medico, come del FiUfo* fo y imperai) che non ho pentito mai in quefo male efferjt fatto ricorfo à Ftloffi y maà Medici follmente y per fu adendo fi per auuentura il PRENCIPE, che quelli che fonochtamati alla jua prefen\a y o de* fuoi Magi frati 9 pano di vantaggio ornati ($f l'altra dtfei- fltna. CLITOMAC O . Necejfario per certo, 'T/w Medico in/tgne fa arri* cbtto dì tanta pojfa ponderare non fola IN che fi conuenga per Chumano foflegno 5 O* re- jj wrSfSi Paratl0ne Ì m* tn °^re * meft*ere> c^e fi* •verfato con lungo , & continuato fludto nella lettera tutta di Platone, ed Arinotele per internar fi nei mtfterij della natu- ra contenuta nella mafia dalle coferviuentty c non <znuenttfottolu- nari* . V ì A N D A NTE. BE così grande j difficulto fa e la carica, & obli- gatione de Medici eleganti, come rvot m’andate de- fcriuendoy pochi percertofe ne trottano al dì d'bog- £ fempre è il dì d'hoggì , perche fempre il Mondo ne ha battuto penuria grande, che tante do- ti di natura, e> d'Arte necejfarie alia me decina perfetta matageuoU mente s’incontrano. Dialogo (opra il finimento naturale -V ”3 f HO CLITOMACO. HO so che li Medici dt cefi alto grado fono moftri di per- fettione al Mondo, & fi come la natura li fabrica, le dà il talento,colili accrefce giornalmente dote,e gra- do d'eminenza lo,£ludio,&l’arte, ma disertiti finen- te da dome Bici tnterejffiy pocoyò nulla coltiua7ido la natura con l'tArte, fono àguifa delle piante che prodighe d{foghe, e fiondi, fi rendono auare de frutti \ pero intendianci o Viandante per cortefia $ Mentre io affento che la cognitione perfetta delcontaggio è al Me- dico , io parlo di Medico elegante, che Htppocrate nel libro dell'Orna- mento decente lo chiamò Medico Filofofo, per purità de co fiumi , <2* di pYonuntiò quafi coeguale à Dio $ ma di Mie duo femplice come tale, 0* operarioprofeguendo ragionamento, affermo, ch’egli non hà da e stender fi più oltre di quello che cónferifca per fa- pere quanto giova, O* offende in riguardo à no fi ri corpi, in effempio9 fe noi parliamo del coni aggio, la carica fua è fola m ente de prohibtre con ogni aY dente per fu afione che li huommi fani non s’accoffmo ad altri della lorofpetiefo rohbe infette, dalla me defitti aceràie H cont ag- gio contienefiotto la fua natura veneno che e [lingue il calor naturale 5 0* uccide ,comanco fe tallono farà conofctuto d’habito deprauatoy il Medico perito èobltgap àconofcere per fogni y(fff ejferuationi U con- ferei}%a di alterar li corpi, (fff di leuarne il jangue pravo,e i recre- menti: Hip parate ne fà efprejfa dichiaratione nel libro dell antica medec'tna, oue corregge alcuni SofiBi, liquah fi danno à credere, che non fi po/fa imparar queft’ Arte fe prima non fi sà che co fi fia huomo, in che modo netprimordij formato, compaginato, anci (figgionfe) quefle cognitioni fono meno necefj'arie all' Arte medica , che alla peri- tia della facoltà pittorta, ffi conchiude che al Medico è vece fi ano filo di cono fiere, che cofa fia l'huomo in riguardo delle co[e,che mangia, e beve, O* à cofa per cofa giova , & offende, come à dire, con la penna di lui, il mangiare alimento cafeofo non tutti offènde, and à macilenti Dcirhumana mortifera contagiohc ili affai gioua, O* contro il pentimento de Volgari, il Vino craffoy e fin- cero pre/o in ejfiuperante do fi nuoce alihuomo debole, quindi e fior fi che (elfo a fili et o di parlare con la bocca d’Hippocrate,dffe, iofierua- Itone, &* l'cfpericnzj. coftitutfie il Medico, &* la mede (ima accom- pagnata da profonda, & afiidua fipeculationey (in che s’ìnchiude la Filofofia)lo rende elegante, 0 efquefitox Arifiotele pur anco con- firmando la dottrina del 'venerando Vecchio al fecondo della Fi fica tcBo rvigefìmofieflo ricerca fino d che termine il Fi fico è tenuto ad indagar la forma, &* nfponde, nell’iBe fio modo apunto che il Medi co s'intende del mruo, e l fiàbro ferrano del ferraccio e fino deet- to termine, come dproprij confini,perche ogn Arte hd lafudìcrminà• itone, O* è m drizzata d qualche fine. viandante. E cofi à ò MaeHro d dir il <vero t Arte del Medico fi troua affai nBr ett a.> edegli è molto meno tenuto al- le fpeculationi di quello ch'io credeuo'y douendo infi-, g|gj2g§2| Ber foto in ciò che gioua-, &< offende rifpctto à noflri, corpi y ma trouandofi in ogni c offa U dovuta compenfiitione yforfi Ver- rà ad effere la penna di lui più ceri a y O* cefi ante d'ogrì altro Arte- ’i Vv v ' .• r _ , A _ _ v CLIT. OMACO. ® ~ auuentura 'voi fapete o Viandante quanto in- ® certe., #? fallaci (imo di confettura, che chia- pyK ro appari/ce da tante mutattoni di Sette O* in ogni m°do de dell'Arte è dichiarata cfpreoa- mente da Anflotele al capo i o. de Morali ad Sudemoy oue inuejii- gando per qual caufa il Me dico ponga ogriifua atttone fiotto la con- fino della deliberatane interminata, fpj incerta che. confifie nel farjiji di non farji alcuna tofia> il Grammatico perfincontro fi Dialogò fopra il finimento naturale dtfteydein infinito nella fua funtioney rtfponde ciò nafte, per- che "un foto e il modo di fcrtuere> & dall'altro canto co fi •vacillan- te t ejft rutto della me dicanone, che [ «Artefice s*inganna non tanto neldifcorfi >ma anco nel fenttmento medefimo, e quindi •voipotete facilmente comprendere, cbe molti de Me dui, ( Ufuo fempre li più dotti come degni d'ogni encomio) fiano fiati buttanti à partorir cen- fufione in *vn popolo numero fio j-ffi di facile com mot ione, nelle cafie , & alle pubiche piazze operando, O* proferendo eglino propofitionì fallai i, (jrfe queifvalidi fondamenti > che fi richiede m Vn nego- Ite dutanta import quanto fi deueper conofiere la natura dd contaggio ftfi fio naturale finimento. , wittia» «uttaro) viandante. bramente io pojfio dire col co fiume di foniate d'bauer boggt tirato njnadonga linea di filo fio file a eru dittane 9 poiché ho'imparato con [ingoiar godimento cheti Me* dico come fèmpii ce operano non s e H end e alla profon- dità di quefto ne gotto \ ma che piu toffo■ t ìnìernd fipeculatione del coni aggio staffetta à MedecrFitófofi, per tanto io chieggo tanta gra- fia da *vot è mi conce di atefofficiente lume per pene- trare come fi pofia conoficerilveroy ftfi reale finimento delia peifie • contaggioja per flabilire finalmente che ZJeneùa fia fiata liberata con giu fi i fondamenti\ & per l'oppofitofuori di ragione perturbata confialfio concetto di coni aggioperfeuerante. j - tftStUfe x.7i V'Y* 'fi A ifc'ttrt&Gt L l T O M A C O >r> inatti ìVkuliAvm wafcì .•' ’;’ E R fidi sfare a quanto mi chiedete, io donerei metter /g> 1$ per qual cagione ogni forma, qualità fitto- Qp lunare o buona> o reai fimta3ffl terminata ella fia di 35# flanatura9 O* li mali £ìe[Jì prettamente fi dijfolua» no quando dalle compie fifoni Regionali > Csr* alimenti Patrij non li Deirhumanamortiferacòntagionc. . venghi fomminigirato largo mantenimento , riducendo non altri- menti aprouacome <vn medefimo foggetto fi commuta fpogliandofi d'vna forma> &• d'altra fi nuefla contraria alla primiera, che la flrugge, O* la tifo luefegregando in •vn tratto la compagine delia* ria dalla terra> daltaqua il foco, che la natura compofe in njna mafia organista con alto Magi fi ero, ma troppo io direi in termine dtffufo, e perfetto, e ltempo è breue, rìjfoluo di diruta e di non diruta dirò in ntlr etto spargendo filo t femi di quegl e cognitioni>e *voi che poffedete njrìinteletto ottimamente vnacer- uo informe> e grande, farete la {gfi la diiìnbutione necef- fana per quefia votiva occorenza, • VIANDANTE. VESTO apunto e quello ch'io bramo 5 perche i me ff®sì5l F firftnon è necejfaria longa digreffione, &* à voi non riufcirà co fi noto fi di rendermi ben informato , e contento CLIT OM A CO CCOMI pronto} &* attendete: Contrarij fono liprin- cìpij della natura mortale non <zm filo 5 ne tnfimti, ne contrarij filo; ma tre di numero 5 dot ejfentiali figgete toj e forma5 accidentale il terzo, che pr mattone fi per *vìrtù di questi nafcono f alter cationi delle forme, /4 fola alterazione, ilnafàmento, l’incremento 3 la chmimtione el fine , attributo di vanatione, che conuienfi al fggetto, <We Arinotele ài quarto dei Cielo tejìo trigefimo fetttmo concbìufe che quattro fono le materie feconde generiche, £ quattro li Elementi , di tutte e commune, ancorché nelle forme3 ejfinze dfcrepante3 per- ciò al primo della Generatione lodo perche dijfe che d’run filo principio fi fanno tutte le co fi, @r che de contrarij non può. rverì* 124 Dialogo fopra il finimento naturale ficarfi, ohtt'vno nell’altro fi trafmuti, il caldo mai fi fi freddo, ne freddo il caldo ima ben fi io capote fio quinquage(imo terzo del primo pure della Generaiione pronunciò che tutte quelle cofe, le quali fono priue del me de fimo [og- di loro natura fi rendono tmp affi bili, come in efempìo l’Arte del medicare introduce la finità nel corpo , nondimeno la Me decina non riceue patimento da quello, onero dalla malati a , perche la mate- ria del male confifie nelli bumori ò qualità fenfibih, & il f og- getto dell' Arte e l anima,rueraàffimepropofittoni, ma bafìanti noti già al mioprapofito, che di Vani aggio enee e (far io d dir e( ogni corpofi- fico mouente e mobile, il moto e inatto imperfetto, fi cheilmouente fimoue, perche di flanatura è mobile ,onde in *z>n punto introduce anione ,0* riceue patimento, e fmpre eìmuoueà fine d'introdurre alcuna forma e tale, e tanta, eh* indi ed’effa e ilprincipio, & l'origine del moto, che fi produce per ecceffo della potenza del Motore Jopra la cofa moffa ; Quindi riforgono le diuerfità de t moti veloci, e tardi per ia proportene delle due potenza mouente, e mobile : In oltre fi troua regifìrato al terzo capo del fefto della Fìfica 3 che ni un a matafione e infinita,per chepafiando da vn termine all’altro oppofitof eviene al- fnjltimo dell’ incremento , del mede fimo fine,-ficeeffità naturale rapprefentatasula feena di quefi e cofe fluenti, e frali. Le pian- te, & l’imbnom dalpiù grande al piu picciolo fi pendono perfetti dà quantità, O* qualità terminata, fi che è offeritone, quel- lo eh'e impoffibtle che fi generi, non dà principio mai à generar fi, ftj quello eh'è impofifibile che fi trafmuti, ò fi corowpa,pcjfi’bd non fia mai che ricetta principio di trafmutano ne fio cornitela : Ottante Va- ne t adì che sinchiudono nel moto, e quiete, il tempo è la mi fura, & per l’incontro quelle cofe che fono priue di moto, di quiete, non fo- no per alcun modo cowmenfurabtlt dal t empo,p ofit ioni che fono ilf an- damento primario delle fpeculationt che fi ricercano per wdiigare mi- nutamente la natura delle mu Cationi de no siri corpi, -0* della fiejja contagine, ($f fuo finimento, & perche in oggetto delUvoftra jfianzà iopromtfidi darut chiaro à dtuedere chegiufiiffima fu la U- Dellhumana mortifera eontagione. 12 f beratìone dì VENE! ÌA fieguìta tanti me fifono pappiate in auan- faggio delle propofitioni efiprejfi , che altri de mahfono peculiari di qualche ‘"Patria chiamati Endemij> ed'altri alle Nationi infilitiy co- me.tra quefiiper forma d'efiempìo la meneagra che affhfiel{oma fiotto il *Principato di T iberio Claudto Ce far e, contratta nelt Afia da Vn (fauahere romano» O* la lepra d'Egitto5 che in Roma non fi [enti auanti li fiatti di Pompeo tl grande, auuemmenti che come dijfimili alle compleffiom1& all*ambiente yfacilmente fi reBrinfiero, (fi/ fi dìfi- fio fiero , il che tacitamente è dichiarato dal Filofiofio al quarto della Ceneratìone dei Animali al capo decimo oue dijje che l'huomo perche poffede circongiacente l'aria confimile alla propria complejfioney longa mente ine , & per l'incontro i bruti dijjimik all'ambiente in cor- to [fi? alio di tempo fi corompono $ tìora fie il contaggio non e male En- de mio o Patrio de Lombardi,and per le Borie antiche, e de Moderni pei lochi di queBe Prouicntie non fi produfifi mai, mafufempre por- tato con robbe, 0 perfioneper cagione di negozio, ò guerra , legga ogni Curiofo quanto e i svuole e Liuto, el Corio, il Guiciardim, e'I Moro- finiy e tanti, che tra fiuccefifii di contagiane non fià mai ch'intenda ejfierfi prodotta dal fiolo jangue fitaltano, che la natura fie Beffa non offende in fiomigliante forma ; Chi fard dunque di fono ingegno che coBituifca il contaggiofiempretn <vn fiato, ò grado d'incremento de Bit ut 0 di quell*alter attone che rimira tl proprio finimento, Eficla- mattone 5 che fa pur anco il me de fimo Galeno 'veBtto della dottri- na de Filofiofial Libro della CoBitutione dell' Arte, oue afferifice, che fi come li Animali hanno il loro tempo prefinito dalla natura di dura- t ione, tl mede fimo fi verifica anco de mak,&in del con- taggio ) però mi dichiaro che come naturale io dijfi, & ben /ape- te ò 'Viandante quante per li noBri diffetti s accenda del Cielo il fidegno, f/J per l'incontro fi rimetta l'ira e’I caBigo con le deuote ora- zioni , O* con le preci . Dialogo fopra il finimento naturale viandante. HO retto già perfuafo à Iattanza per le ragioni addot- te che il cont aggio fa effetto dt natura alterabile , s <tccrefca3 & jì diminuìfca in modo > che finalmente re fi a giorno del tutto eStinto 3 ma chi mi dirà che quando VENETI A fu pubhcata fiana ella f joffe ridotta à tanta C?* libera d'ogni 'veneno f - . ti . i CLITOMACO. infegno diurnamente nel libro del- fi ” l'antica medecina che per reggere perfettamente li 3 | noflri corpi, altra piu efatta certezza non fitrouà, A f che e*l fentìmento; rZ)/ queflo docu- mento f "vaifero apunto compiutamente li Si- gnori TJenetìani prima che capir afferò alla nffolutione di liberar la Città, per che fatto diligente bilancio delle p affate co magioni con la pofrema, trouorono per tanti cafi feguiti che piu non poteva esten- der f, dtffipaté già le conditìonì praue, & deleterie, con tratte dalla commistione3& coruttela dt fiangue Straniero, che (agglomerato in efiercitijalla fede ft altana apporta T infortunio, & il malor fo premo difialfe borrcrtda, (fif di communicabileperniile. VIANDANTE. ANT0 mi dite o Mae(irò3 & con modo cofiproprio y & adattato della natura, accidenti del contagi per quanto all interna condurne del male ca - A\ de già per me ogni obier tiene, ma rinolio a d altro ca- p0i convengo repplicare di nuovo, che fe fojje verace lopinione di molti, che tl‘veleno contaggiofo contragga la fiua origine Delihumana mortifera contagiond. da peffme diffofitiont fuperne, quello tanfo farà durabile, quanto quefle fi mantengono, e far fi fi dirà che non ancora fono alienate compitamente le Belle auuerfeda queBenoBre parti. CLITOMA CO * 01 fapete quanto dottamente firi/fe ilMirandolano W' f ed’altri per moBrare la 'vanità di queBi affarti in- dagaton, quali confirmando quanto dijft jil Sauio OTTW E domo filoni enfi mentrepronuntib , che quelli, li quali fi dilettano di proferir e li giuditij delle adiuenire y s'accèdano maggiormente al'vero, prendendo argomen- to dalle fielk feconde, che fono i fegnf, & accidenti tmpreffi ne no- Bri corpi fifici caduchilepfi Plutarco dentro de fuoi Opufcoli,parlando delle cofe poetiche còlteBtmonio d’Homero, (jjf Euripide afferma >{ che quefit nominati inftuffi fono piu toBo allegorie f@d thuentioni poe- tiche 5 che attributi, confimi 'alla (fiemenzadel Cielo in ogni parte Ugualmente propitioyma à che tanti dificorfi,mentre se offeruato chia- ramente in atto pr attico, che Cab fintar fi fdo.Ja corpi pi fitti y è Baco t antìdoto di tale auuemmento,(fiffiffiaentepr e fintatine di calami« ito yu^OuìV'» Jf'j V I A N D A N T E . finalménte mi faccio à ere dere,che il cont aggio non babbi a putito che fare con le Belle, poiché da noi ftcffi trahe torigine fi conferuaynè meno fi può di- re con njerita. che per/euert tanto male dalla fola di- fpofitione de corpi noBri che non finirebbe mai il con- faggio i perchèfi trouanàfeitipre perfine malih abituate, fi che per queBa parte io non ho più che dubitare y ma per non ingannare me Beffo 5 tralafiando di m anifeBarui qual fi fia oppofitione che mi pajfaper l’animo, non reBaro di dirai, ch’io'vitto in qualche dubbio , che d cont aggio fi pofiaVn giorno far famigliarey e Patrio di ZJene- ' iz8 Dialogò fopfa il finimento naturale tia, tifi d'altre Città di que fi e Prouint te, come apunto e fuccejfo del mal Prancefe , che portato d'altronde, bora è fi fattamente radi- cato wqueB? partt, che forfi non perderà la fitta radice in alcun tem- po, l*iBtffo e fiucceduto dt molti altri, come in efempio quella bruttura che fi chiama mal Elefantico, ò fi afipetie di lepra , che già fu fola propria delh Arabi, ed'bora è fatta dome Bica anco in qualche parte dellaOermania j'beh fi ho attefio nel dM ani fé fio dt VEt\E TIA che ti conteggiò non può fiarfi patrio di quoBe prouintie, ma njoi fiapete che l'mteletto non può renderfì pago fienzji ragione d*vnpronuntiatà cofi importante, e forfi non baBa il dire che faria noBro fia diffìmilc alla natura delcomaggio, però ruiprego ò MaeBro, che continuando hell'impartirmi li •vofiri cortefi ammaeBramenti vi contentiate dì darmi chiaramente à conofcere che per fua natuVa nonpoffa far radice tome h altri mali per terminale homai la noia che forfè, io vi apporto in que fio mio prohjfo ragionamento. K1 \ MP? VvtSiAW tiSìfcl ttUÌ . • > C L I T O M lA C O . A dimora njottra ò Viandante mi riefce and foauey t[/ W fgj wotontierì njt diro quanto occorre perche non bah-4 bìate altrove che dubitare di quefio fatto : Prime* gj r amente {Qrnon so anco feti mal prarf cefe fi a nuovoy 0 antico 3cdm e <-voifupponete,che facilmente njt potrei provare che affitte l Jtalia molti centenara d'anpt prima di quefle noHre etadi, benché defcritto m altro modoy mapoco-òmulla nuoce per bora ttjna fuppofitione impropria , & vi njoglo concedere , che la vi- rutena* gallica fa deKordine che credetecelo è portata d'altra Regio- ne, & fatta Patria de Lombardi, O* deli’Italia tutta3 fin fi come f foglia,io vi faccio fapere che tutti quei malori, che fona 'Endemijr ì Patrij cCttina formano U radice anco in altre-fono nodrì- ti non tanto bafteuolmente dall’ambienterò* alimentinomi, vi efpltìp cai, ma di più anco fi trovano fvndatì in materie craffe, O renitenti altevaporatane,da che fi fanno li mah tanghi cronici, come à dire ft Dell’hiimana mortifera con tagione. 119 noi parliamo della lue gallica, in leggendo li fcrtttorì tutti della fcola commune pentirete proferire efier pojìa la fua fede in humore flem- matico corotto , fe bene poi s annida anco in ogni altro recremerito : Li 1? arac elfi Hi ancb'effi affermano che queHo male non e de loro prin* cipij fiale, 0 folfor e, ma mercurio,corpo minerale d'effe atta, che non ba pari, ponderofio però3 e graue, il ebe ci da adintendere effer- fì compaginato, & radicato con moltaportione di terra edaqua\ il fi* mile dobbia rno credere dell’ E le fan taf di fopra rammemorata 5 la quale fu già famigliare d'Egitto, ed bora se dilatata in qualche loco della Germania,perche dipende da bumor c raffi atrabitare,e corrofi- uo, ed'iui facilmente s'è fatto male patrio yO* fi trattiene per l'njfò importuno de falfamenti,della ceruofa, delbutiro, O* delle br affidi ey che tutto accrefie il fomite di queHo grauame morbofo ; Ver l'in- contro quei malori) che nafeono da fpirito fono tutti di celere motto* Me finimento per neceffità naturale, impercioche fendo lo fpirito fimboltco& fubordinato alla natura dell'aria,in certo fpatio di tem- il ve ne no della propria conditione^finalmente il sapore fiejfio fi conuerte nel mede fimo Elemento 5 jQumdie che la natura nella conferuatwne deifemt> che confiHono pure nel vapore, ò fpiri- to facitore delle Generadoni, a fine d'eternare le fpetie dì tutte le cofie njiuentt, non ha preter meffiopropugnatane ,&* diffefa per impe- dirne l'euaporatione, O* ìnfenfibtle euanefeen^a, onde fi vede ogni forte di feme coperto,con indicibile miHerio conforme alla propria in- digenza , (fif con quelle diuerfitadi, che fono raccolte, fgJ regiHrate dalli Herbarij fornofi, tra li piu eleganti da TeofraHo alpnmo delle caufe delle piante al capo ottauo. Hot a il contagio mortale di che parliamo perfentenza del Filofofo dipende da alito ò fpirito co- me da cauf a primaria, O* formato dà fangue parte e glur tino fi, come a dire della Germania, che conferire al male qualche pertinacia, fittile5 (fif feruente da huomtm di regione calde, & nati fitto Zone combuHe, che lo rende maggiormente acuto} e deleterio. Hora con queHe condttioni inalzato il nveneno al fommo grado del fuo incremento, pian piano dalle contrarie dìfpofitiom cofi deli am- i*o Dialogo fopra il finimento naturale biente temperato3 & alimento, come della propria natura euaporabi- le sperduta (effe atta del fioco, & tl lentore della fredda Zona, s anni- chila, (gr (i di fi r ugge', quefia non e finitone ma puro effetto di natura ne ce far io ineuitabile. • viandante. giorno per me fortunato chi colmezz? voflro *ve« Jnerando Ma eBro9 hofentito co fi efattamente deferita Jl fd naturA del contaggio > che meglto , £5* più mtnu- t amente non fù reci fa la Mofca di Luciano, in firn* ma quello ch'io [limai da principio della falute di Venetia, O* delle gìutte che mojfero quei faggi SEfNfiTOTf à pub bearne U fua liberatane, bora lo so con *validi fondamenti, mi die a ogrinmo quello,che svuole 9alficuro io non mi lafcìarò perfuader il contrario 9poì che fe il cont aggio non e male Patrio de Lombardi, perche dipende da fpirtto di Nat toni fìr artiere 5 fe non hà che fre continfluf/t perche [quando bene fi concedejfero) al fenttre de Prof efori pronofticantijè Belle 0 buone9 0 ree che hanno pr e finito i confini pet introdurre t effetto della pernitte9 O* per lincontro la /alitela del* thuomo in tempo dì quefla calamità in altro non confifie 9 che nelld retir atezga da corpi <vìuent't9 e noti finenti infetti, perciò finalmen- te altro non rimane9 che di conchiudere terminar fi da fe flejfa la con- tazione per ragion di natura5 (T in quello [patto dì tempo che fòmm't- ni (Ira l’efperienz£, &* offeruatione dei p affati contaggr9 il che e fendo minutamente flato offeruato,&* attefio con fingolar accuratezza dal Serernfjìmo Senato di Venetia 3 & Magifìrato fapientifilmo della Sanità, m accreffe il Zelo della fua grandezza, O* l'obhgo di cele- brarne le fine lodi : *Qui dò fine al difeorfo 9 ne ho più che defìderart in quefio cafo, poiché mhauete cortefemente leuata quella fete 9 ch'io mi fentiuo ardentiffìma dtfapere la Verità di tanti abbattraenti $ do- mani partirò per Venetia 9 cofiperche fono lui attefo datari Amici * Beirhumana mortifera contagine. 131 come perche *viuo rvogliofffmo di ri cedere quella Città > che mi Uà fempre nel core, (£/ nel mio ritorno di qua chefarà fra pochi giorni) io •verrò per pagarci in parte il douuto offt io di riuerent^a. CLITOMACO. ODO grandemente et ogni uoHro contento, andate M /elice-) O* al ritorno chefirete3 'ValeteuidiqueHa mia cafi) la quale Ha /empre aperta a Peregrini per quel poco che li può mentre dalla pouertà fìlo/o/ca ; A Venetta farete non baciamano à miei confederati3Cf nel viag- gio guardateci da mali incontri. viandante: N /ottima la Vilofofia è la Regina delle fcien%e, (ff ||jfc 1??$ /cala d'ognifiggi*, corte fi operatone , Vt riti- 5L gratto quanto SOy e poj/odell’mflruttioni dotte 3 C?4 pQjtf oblationi corte fi : farò quanto m'imponete, (ff per s*F>ù cbiufi d'ogni reuerente in fianca, Ti prego confer- uarmi partecipe del •’vofro affetto, flW £V‘<?/0 w pro/perità che bramate. IL FINE-